Le imprese "puntano" sul digitale per ripartire

Le imprese "puntano" sul digitale per ripartire

Assemblea Unioncamere dedicata al contributo delle Camere di Commercio per la ripresa economica. Il presidente Sangalli: “La digitalizzazione vale fino a 7 punti di Pil, ma abbiamo ancora un ritardo enorme da colmare”. 

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28 aprile 2021

La pandemia ha accresciuto i divari territoriali, di genere, di età e fra i settori produttivi, ma il digitale è la leva per ridurli. L'utilizzo delle nuove tecnologie limita le differenze tra piccole e medio-grandi aziende, contribuisce a sostenere la governance delle imprese manifatturiere a conduzione familiare, agevola il recupero delle aziende dei servizi, più tartassate dal Covid”. Queste le parole del presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli, nel corso dell’Assemblea annuale che si è tenuta in streaming. L’incontro è stato un'occasione per fare il punto sulle nuove sfide che attendono il Paese con il Piano nazionale di ripresa e resilienza e per delineare il contributo che potrà essere fornito dalle Camere di Commercio. Ai lavori sono intervenuti il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga e il viceministro allo Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin.

 

Mattarella: "Serve uno sforzo corale da parte di tutti"

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio all’Assemblea. "Le Camere di commercio svolgono un compito rilevante nell'interesse di tante imprese sui territori. Con il Pnrr abbiamo a disposizione delle risorse che ci permetteranno di fare un salto in avanti, si tratta di un'opportunita' che non possiamo disperdere". "C'è bisogno – ha proseguito il Capo dello Stato - di uno sforzo corale di tutti, dalle Istituzioni alle forze economiche e sociali e sono sicuro che le Camere di commercio sapranno essere parte di questa progettualità".

 

Sangalli: "Camere di Commercio attori fondamentali per lo sviluppo del digitale"

Nel suo intervento, il presidente Sangalli ha sottolineato che “la digitalizzazione vale fino a 7 punti di Pil, ma abbiamo ancora un ritardo enorme da colmare. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta una occasione unica, però occorre coinvolgere attivamente milioni di Pmi, di artigiani e di lavoratori autonomi”. “I Punti Impresa Digitali realizzati dalle Camere di commercio – ha detto Sangalli - hanno introdotto in questi anni oltre 350mila aziende alle tecnologie abilitanti attraverso migliaia di corsi di formazione, di assessment e di supporti operativi. E oggi questa speciale rete è una best practice a livello internazionale riconosciuta da OCSE e Commissione europea”. “Le Camere di Commercio ritengono fondamentale – ha spiegato Sangalli - che vengano forniti assistenza e supporto alle Pmi nei prossimi cruciali anni adottando il modello della statunitense SBA (Small Business Administration). Non serve creare uno strumento ex novo, ma bisogna affidare a livello territoriale questo incarico alle Camere di commercio, il referente più vicino alle micro, piccole e medie imprese sui temi cruciali per lo sviluppo del nostro Paese".

 

Giorgetti: “Imprenditori specchio dell’Italia migliore”

Il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato l’importanza dell’approvazione del Pnrr, “che nelle ambizioni di tutti noi è destinato a cambiare la faccia del nostro Paese. Il difficile viene adesso, la sfida si misurerà con la nostra capacità di essere rapidi, incisivi, operativi, dare risultati e grazie a una realta' concreta di sostegno al lavoro come quella che hanno svolto le Camere di commercio in questo periodo complicato non è mancato il supporto agli imprenditori”. “Sono loro – ha concluso Giorgetti - lo specchio dell'Italia migliore che accetta la sfida del futuro”.

 

Fedriga: “Fondamentale la collaborazione tra Regioni e Camere di Commercio”

"Il Pnrr offre una base concreta per la ripartenza, uno strumento che in ottica della collaborazione strategica tra le Regioni e le Camere sarà mirato a sostenere i bisogni delle imprese, specialmente le più piccole che sono state quelle più colpite dalla crisi pandemica”. Così ha sottolineato nel suo intervento Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni. “Canalizzare le risorse in uno sforzo unico e sinergico – ha detto Fedriga - sarà la via per valorizzare la crescita digitale delle imprese, il turismo e l'orientamento al lavoro sul territorio. Solo uniti potremo dare le migliori risposte possibili" .

 

Semplificazione e digitalizzazione, le “risposte” alla pandemia

 

Nel corso dell’Assemblea è stato presentato il dossier "25 istantanee sull'anno della crisi pandemica e sulle prospettive di ripresa", (documento pdf) realizzato in collaborazione con l’Istituto Tagliacarne, che illustra, attraverso schede rapide, l’impatto della crisi secondo la visione delle imprese, sottolineando le differenze emergenti a livello settoriale, territoriale, dimensionale e secondo la tipologia di imprenditori, vis à vis con le tematiche di sviluppo individuate nel documento Strategia annuale per la crescita sostenibile 2021 della Commissione Europea (transizione verde, trasformazione digitale, crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, coesione sociale e territoriale, salute e resilienza economica, sociale e istituzionale, politiche per la prossima generazione, l'infanzia e i giovani, come l'istruzione e le competenze).

 

Secondo i dati che emergono dal dossier, il 70% delle micro e piccole imprese che ha avviato la svolta digital ritiene di poter raggiungere i livelli di produttivita' pre-Covid gia' nel 2022 (contro il 61% di quelle che ancora non hanno messo in campo investimenti nelle nuove tecnologie), allineandosi così alla quota di medio-grandi imprese che hanno la medesima previsione. Le imprese familiari invece, hanno risentito particolarmente dei riflessi negativi della crisi pandemica e solo in 6 casi su 10 confidano in un recupero entro il 2022. Tra quelle che hanno investito nel digitale, però, la quota sale al 70%. Analoghi effetti positivi si riscontrano tra le imprese dei servizi: il 61% di quelle digitalizzate, infatti, ritiene di poter azzerare gli effetti dell'emergenza sanitaria entro il 2022, a fronte del 53% di quelle non digitalizzate. Il Trentino-Alto Adige svetta in cima alla classifica nazionale per livelli di digitalizzazione delle Pmi, avendo un livello di digitalizzazione di 2,31 su un punteggio massimo di 4, contro una media nazionale di 2,03. Seguono la Lombardia con un punteggio di 2,16 e l'Emilia-Romagna con 2,14. Le regioni del Sud, in particolare Sicilia (con un livello di digitalizzazione di 1,84) e Calabria (con un livello di digitalizzazione di 1,92), sono fanalini di coda per maturità digitale delle Pmi.

 

 

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