Rapporto sulle economie territoriali
Rapporto sulle economie territoriali
Conferenza stampa

L'Ufficio Studi Confcommercio, nel rapporto "Nord Italia verso l'Europa, Sud altrove" evidenzia come l'Italia centrale e settentrionale abbia già raggiunto l'obiettivo di Lisbona 2020, ovvero un tasso di occupazione del 67%. Il Sud è ancora al 48,2% nel 2018, con meno di metà delle persone tra i 24 e i 64 anni occupate. Al Nord Est la quota è più alta di quasi 25 punti rispetto al Mezzogiorno (73%), al Nord Ovest è del 71,6% e al Centro del 67,8%. La media nazionale si attesta così al 63%.
Il divario nelle opportunità di lavoro contribuisce a fare del Sud "un luogo di passaggio per chi ha la possibilità di andare altrove" (Mariano Bella).
Tra il 2015 e il 2018 la popolazione al Mezzogiorno è diminuita di oltre 222 mila unità. Questo spopolamento è destinato ad aumentare nei prossimi 20 anni quando l'Italia perderà un milione di persone, in base alle dinamiche demografiche registrare dall'Istat, un problema che secondo Confcommercio è "sottovalutato per le città e per il commercio".
Scenario generale
Evitata la procedura d'infrazione a carico dell'Italia, l'atteggiamento dei mercati finanziari appare finalmente disteso, con beneficio sui rendimenti dei titoli del nostro debito pubblico. Pertanto, anche in virtù del buon andamento del mercato del lavoro nella prima parte dell'anno e nonostante le prospettive della produzione rimangano molto deboli, si sperimentano oggi condizioni relativamente favorevoli per fare un buon lavoro sulla prossima legge di bilancio.
Da tempo, Confcommercio ha indicato nel 2020 l'anno cruciale per testare le effettive possibilità di trasformare l'attuale stagnazione in una variazione apprezzabile del PIL, diciamo attorno all'1-1,5%, visto che il 2-2,5% ancora una volta è fuori portata perché i nodi strutturali che frenano il sistema sono ancora largamente irrisolti. Per adesso, realisticamente, per l'anno prossimo l'Ufficio Studi prevede soltanto una ripresa attorno al mezzo punto percentuale.
Occorre individuare delle priorità tra i molti obiettivi segnalati dall'esecutivo, perché l'indebitamento andrà comunque tenuto sotto controllo. La priorità assoluta rimane il disinnesco delle clausole IVA da 23 miliardi di euro nella costruzione della prossima finanziaria. Se vi vuole ridurre il carico fiscale la prima cosa da fare è non aumentarlo. Quindi, prima disinnescare le clausole, poi procedere, compatibilmente con gli equilibri di bilancio negoziati con la controparte europea, a eventuali operazioni di riduzioni di aliquote.
Due i temi di medio termine da affrontare per tornare a crescere. Il primo: sviluppare tenacemente investimenti e innovazione per accrescere la produttività, in primis quella del lavoro, e quindi perseguire politiche orientate alla crescita. Il secondo: disegnare un percorso credibile di riduzione del rapporto debito PIL, un'ipoteca sul futuro che il Paese non può più sopportare nella misura attuale.
Tab. 1 – Dati pro capite
euro a prezzi 2019
2008 | 2019 | |
---|---|---|
Pil | 31.154 | 29.428 |
Consumi | 18.379 | 17.686 |
Tab. 2 – Pil reale
var % medie annue
1998-2018 | 2019 | 2020 | |
---|---|---|---|
Ue | 1,6 | 1,4 | 1,4 |
Uem | 1,4 | 1,2 | 1,3 |
Italia | 0,4 | 0,3 | 0,5 |
Nota metodologica tabelle regionali
Ogni file excel regionale è composto da tre sezioni che riportano i dati relativi all’andamento dei principali indicatori economici, nel periodo 2008-2018 delle provincie appartenenti alla regione, con un confronto rispetto alla ripartizione territoriale di appartenenza e al dato dell’Italia.
Sezione A: I fattori che determinano la crescita
La tabella Popolazione e offerta di lavoro riporta i dati relativi a:
- popolazione residente media;
- numero del totale degli occupati ;
- tasso di disoccupazione (rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro).
I dati sulla popolazione sono tratti dal bilancio demografico dell’Istat e sono il risultato della media tra la popolazione rilevata ad inizio anno e quella rilevata a fine anno, considerando presso tutti i comuni le iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche per nascita, morte e trasferimento di residenza.
I dati sugli occupati e il tasso di disoccupazione sono tratti dall’indagine Istat sulle Forze Lavoro.
Dall'indagine sulle Forze di Lavoro dell’Istat sono riportati per il 2018, nella tabella Occupazione per settore di attività economica, il numero totale degli occupati e la composizione percentuale degli occupati per macro settori economici. L’aggregato “Servizi” è suddiviso in due settori: a) commercio alberghi e ristoranti; b) tutte le altre attività dei servizi inclusa la Pubblica Amministrazione.
Sezione B: Valore aggiunto e consumi per abitante
La tabella Valore aggiunto e consumi per abitante riporta:
- l’andamento in termini reali (variazione % media annua) del valore aggiunto provinciale per abitante a partire dal 2008 fino al 2018;
- il divario in termini percentuali del valore aggiunto provinciale, regionale e della ripartizione sul totale del valore aggiunto dell’Italia nel 2018 (Italia = 100);
- l’andamento in termini reali (variazione % media annua) dei consumi provinciali per abitante a partire dal 2008 fino al 2018;
- il divario in termini percentuali dei consumi provinciali, regionali e della ripartizione sul totale dei consumi dell’Italia nel 2018 (Italia = 100).
Per il valore aggiunto si è fatto riferimento ai Conti economici territoriali dell’Istat la cui serie provinciale arriva fino al 2016; per il 2017 e il 2018 sono state utilizzate le stime provinciali dell’Istituto Tagliacarne e i dati sono stati resi conformi con le dinamiche registrate dall’Istat a livello nazionale ad aprile 2019. Per riportare le informazioni da prezzi correnti a concatenati si sono utilizzati i deflatori regionali.
Per i consumi sul territorio a livello provinciale si è fatto riferimento, per il periodo 2008-2017 alle stime elaborate dall’Istituto Tagliacarne coerenti con la Contabilità territoriale diffusa dall’Istat a dicembre 2018. Questi dati sono stati resi conformi con le dinamiche registrate dall’Istat a livello nazionale ad aprile 2019. Per riportare le informazioni da prezzi correnti a concatenati si sono utilizzati i deflatori regionali. Il 2018 è stato stimato dall’Ufficio Studi Confcommercio.
Sezione C: Il tessuto imprenditoriale
La tabella Le imprese registrate per settore di attività economica riporta il numero, proveniente dall’archivio di Movimprese, delle imprese registrate presso le Camere di Commercio provinciali, suddivise per macro-settori economici. Per impresa registrata si intende l’Impresa presente nell’archivio del Registro delle imprese e non cessata, indipendentemente dallo stato di attività assunto (attiva, inattiva, sospesa, in liquidazione, fallita).
La tabella Le imprese registrate per settore di attività economica (composizione %) riporta la composizione percentuale nel 2018 delle imprese della tab. 4 suddivise per macro-settori economici.
La tabella Saldo della nati-mortalità delle imprese per settore di attività economica riporta il saldo nel 2018 tra il numero delle iscrizioni e delle cessazioni di imprese registrate presso le Camere di commercio. Per una corretta interpretazione del dato relativo alle cessazioni, bisogna tener conto che quanto riportato in tabella comprende anche le cancellazioni che ogni Camera di Commercio dispone d’ufficio nel corso dell’anno per le imprese che risultano non più operative da almeno tre anni.
Le iscrizioni (imprese iscritte) corrispondo al numero di tutte le operazioni di iscrizione al Registro delle Imprese effettuate nel corso dell’anno di riferimento. Le cessazioni (imprese cessate) corrispondo al numero delle imprese nel Registro delle Imprese che nel corso dell’anno di riferimento hanno cessato l’attività. Ai fini di considerare cessata un’impresa si tiene conto di almeno uno dei seguenti dati: a) la causa di cessazione; b) la data della denuncia, presso la CCIAA di competenza, dell’avvenuta cessazione; c) la data a decorrere della quale l’impresa ha cessato effettivamente l’attività. Il conteggio delle cessazioni in un determinato periodo è indipendente dalla data di cessazione: una impresa può rientrare fra le cessate del trimestre/semestre/anno anche se presenta una data cessazione che non appartiene al periodo in esame.
Le infografiche



DETTAGLI EVENTO
Confcommercio
2019-07-17 | 2019-07-17 10.15
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