Fiducia di consumatori e imprese, "quadro contraddittorio e incerto"

Fiducia di consumatori e imprese, "quadro contraddittorio e incerto"

A giugno l’indice relativo ai consumatori scende al minimo dal novembre scorso, mentre quello relativo alle imprese tocca il massimo da dicembre 2021. In netto aumento commercio al dettaglio e servizi di mercato.

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24 giugno 2022

Il risultato di maggio era stato un’illusione: a giugno la fiducia dei consumatori ha ripreso a scendere, toccando anzi il minimo dal novembre scorso (da 102,7 punti è scasa a 98,3). Continua a salire, invece, l'indice relativo alle imprese che passa da 111 a 113,6 punti arrivando al massimo da dicembre 2021. Lo dice l’Istat (link ai dati completi in pdf), sottolineando che tutte le componenti dell'indice di fiducia dei consumatori sono in calo: il clima economico scende da 103,6 punti a 93,9, quello corrente da 104,6 a 97,9, il clima personale flette da 102,4 a 99,8 e il clima futuro passa da 99,8 a 98,8.

Indici del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese italiane, gennaio 2013-giugno 2022. Fonte: Istat

Tra le imprese ci sono al contrario progressi in ogni comparto, più contenuti nell'industria (nella manifattura e nelle costruzioni l'indice sale, rispettivamente, da 109,4 a 110 e da 158,7 a 159,7) rispetto ai servizi (nei servizi di mercato aumento da 103,8 a 109,1 e nel commercio al dettaglio da 105,8 a 107,2).

Per quanto riguarda le componenti degli indici di fiducia, nei servizi di mercato  sono in crescita tutte le variabili che compongono l'indicatore, mentre nel commercio al dettaglio “la dinamica positiva dei giudizi sulle vendite si associa a una flessione delle scorte di magazzino e a un peggioramento delle aspettative sul volume delle vendite future".

 

Confcommercio: “un quadro incerto e contraddittorio”

“Un quadro caratterizzato da incertezza e contraddizioni, in cui si combinano segnali di debole ottimismo da parte degli imprenditori, soprattutto dei servizi, a fronte di una marcata contrazione del sentiment delle famiglie. L’impatto della dinamica dei prezzi su aspettative e atteggiamenti dei consumatori non può che farsi sentire in misura progressiva e crescente. I tempi di trasmissione degli impulsi dai costi delle importazioni ai prezzi dei beni e servizi finali sono coerenti con quelli del deterioramento della fiducia delle famiglie, fenomeno da leggere anche nelle indicazioni discordanti tra le attese di aumento dei prezzi, i timori per l’occupazione e le dichiarate crescenti opportunità di risparmio. Non si può escludere che questi orientamenti preludano a comportamenti molto più prudenti verso i consumi, con la conseguenza di rendere più complicata, nei prossimi mesi, la buona tenuta dell’economia registrata nella prima parte dell’anno in corso, nonostante che i servizi di mercato, come racconta il clima di fiducia delle imprese, mostrino una buona intonazione attuale e prospettica”: è il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio.

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