Continua il calo della fiducia di imprese e consumatori

Continua il calo della fiducia di imprese e consumatori

A ottobre quarto mese con il segno meno per le imprese, mentre l’indice relativo ai consumatori torna ai livelli del 2013. Confcommercio: “il clima di incertezza scoraggia i consumi”.

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27 ottobre 2022

Non si arresta il calo degli indici che misurano la fiducia di imprese e consumatori. Anche a ottobre, infatti, il primo è diminuito (è il quarto calo consecutivo), scendendo da 105,1 a 104,5, mentre il secondo è precipitato da 94,8 a 90,1, facendo segnare il livello minimo dal 2013. In peggioramento tutte le variabili, tranne quella che misura le attese sulla situazione economica del Paese. I cali più forti che emergono dalla rilevazione dell'Istat (link ai dati completi in pdf) concernono il clima corrente e quello personale che scendono, rispettivamente, da 96,9 a 91 e da 99,3 a 94,3, mentre il clima economico e quello futuro vanno rispettivamente da 81,3 a 77,6 e da 91,8 a 88,8.

Indici del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese italiane, gennaio 2013-ottobre 2022. Fonte: Istat

Per quanto riguarda le imprese, la fiducia va giù in tutti i comparti (nel manifatturiero da 101,2 a 100,4, nelle costruzioni da 159,5 a 157,5 e nel commercio al dettaglio da 110,5 a 108,7) tranne che nei servizi di mercato dove c’è una sostanziale stabilità, passando da 95,8 a 95,9. In quest’ultimo comparto sono in miglioramento le attese sugli ordini e i giudizi sull'andamento degli affari mentre il saldo dei giudizi sugli ordini diminuisce. Nel commercio al dettaglio, invece, peggiorano tutte le componenti.

 

Confcommercio: “il clima di incertezza scoraggia i consumi”

“Le indicazioni sulla fiducia di famiglie e imprese in ottobre non possono stupire. Sembrano più colpiti i consumatori. Se le ingenti risorse del governo a sostegno del potere d’acquisto hanno funzionato fino a ieri, il persistere di tensioni inflazionistiche rilevanti comprime il valore reale della ricchezza detenuta in forma liquida (che perde oltre 70 miliardi di euro nella prima parte dell’anno in corso). Inoltre, il clima d’incertezza, di cui i dati odierni sono perfetta testimonianza, non agevola l’incremento della propensione al consumo. I due fenomeni si rafforzano, originando la recessione tecnica che si acuirebbe nei trimestri a cavallo della fine del 2022”.

Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio, che aggiunge: “anche le imprese avvertono in modo abbastanza diffuso il rallentamento della domanda interna. Nel terzo trimestre il grado di utilizzo degli impianti è diminuito con segnalazioni crescenti d’insufficienza della domanda. La fiducia dei piccoli imprenditori della distribuzione commerciale è in forte calo. Permane, dunque, la necessità e l’urgenza di ulteriori interventi per la riduzione dei costi delle imprese e il sostegno della domanda delle famiglie, senza trascurare l’importanza di un piano di forte risparmio energetico. L’obiettivo complessivo è quello di confinare la recessione a un fatto tecnico e transitorio, evitandone un possibile avvitamento che comprometterebbe le prospettive di crescita nel prossimo biennio”.

 

Altre notizie e approfondimenti sono a tua disposizione nel nostro focus dedicato ai dati Istat con in più le note dell'Ufficio Studi di Confcommercio. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.

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