Consumatori e imprese, crolla la fiducia

Consumatori e imprese, crolla la fiducia

A settembre le stime Istat indicano per le imprese un ritorno al livello di aprile 2021, mentre per i consumatori si segnala un forte peggioramento dei giudizi su clima economico. Confcommercio: "Scenario incerto e preoccupante". 

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29 settembre 2022

Dopo i risultati tutto sommato positivi di agosto, a settembre è arrivato il temuto e prevedibile crollo della fiducia di consumatori e imprese, con la prima che nelle rilevazioni Istat (link ai dati completi in pdf) scende da 98,3 a 94,8 e la seconda che cala da 109,2 a 105,2.

Tra le imprese, alla terza diminuzione consecutiva e al valore più basso da aprile 2021, la fiducia è in peggioramento in tutti i comparti, ad eccezione delle costruzioni. Nel settore manifatturiero e nel commercio al dettaglio  l'indice cala, rispettivamente, da 104 a 101,3 e da 113,4 a 110,6, mentre nei servizi di mercato l'indice si riduce fortemente, da 103 a 95,9.

Indici del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese italiane, gennaio 2013-settembre 2022. Fonte: Istat

Per quanto riguarda i consumatori, l’indice torna allo stesso livello di luglio, con un deciso peggioramento soprattutto delle opinioni sulla situazione economica generale e delle aspettative sulla disoccupazione. Male, in particolare, le previsioni sul clima economico, attuale e futuro, che passano da 92,9 a 81,3 e da 96,4 a 91,8 rispettivamente.

 

Confcommercio: "Scenario incerto e preoccupante"

Commentando i dati sulla fiducia dei consumatori e delle imprese, l'Ufficio Studi Confcommercio ha sottolineato che "il deterioramento registrato dal clima di fiducia delle famiglie e delle imprese nel mese di settembre era largamente atteso (e, comunque, indipendente dall’esito delle elezioni perché le interviste sono state fatte prima). Se per le imprese la tendenza era in atto già da qualche mese, il sentiment delle famiglie era sembrato meno sensibile ai segnali di rallentamento dell’economia".

"La ripresa delle attività ed il ritorno alla normalità - ha sottolineato l'Ufficio Studi - dopo un periodo estivo in cui le famiglie si sono orientate al recupero di attività e comportamenti fortemente penalizzati negli ultimi due anni, hanno fatto emergere con grande chiarezza i timori e le incertezze derivanti dalla riduzione del potere d’acquisto attuale e prospettico dovuto alle tensioni inflazionistiche".

"Infatti - prosegue la nota - le famiglie segnalano crescenti preoccupazioni sull’andamento futuro dell’occupazione e dei prezzi, elementi che potrebbero spingere a comportamenti molto prudenti in materia di consumi, soprattutto quelli “non obbligati”. Si conferma la suggestione di una prossima entrata in recessione della quale, ad oggi, la caratteristica più problematica appare la durata piuttosto che l’intensità".

Fipe: "La ristorazione ha perso 21 miliardi durante il Covid" 

''La recessione che si profila all'orizzonte rischia di dare il colpo di grazia a numerosi settori dell'economia nazionale. Primo tra tutti il mondo della ristorazione che è risultato il più colpito nei due anni di pandemia. Ecco perché questo scenario deve essere scongiurato in ogni modo possibile''. Così Fipe, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, commenta i dati sul crollo della fiducia di famiglie e imprese registrate dall'Istat nel corso del mese di settembre. ''Secondo i dati raccolti dall'Istat ed elaborati dal nostro Ufficio Studi - prosegue la Fipe - tra 2019 e 2021 la ristorazione ha perso oltre 21 miliardi di euro di consumi, risultando il settore più colpito dagli effetti negativi della pandemia e dai numerosi lockdown. Un ulteriore stop, determinato dalla congiuntura internazionale, da un'inflazione fuori controllo e dall'impennata dei costi dell'energia non potrebbe essere assorbito dalle imprese della ristorazione, componente predominante dell'economia turistica nazionale''. 

Altre notizie e approfondimenti sono a tua disposizione nel nostro focus dedicato ai dati Istat con in più le note dell'Ufficio Studi di Confcommercio. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.

 

 

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