Trasporti e logistica "stretti" tra guerra, crisi energetica e inflazione

Trasporti e logistica "stretti" tra guerra, crisi energetica e inflazione

Si è tenuto a Roma il settimo Forum Internazionale di Conftrasporto. Presentati i dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio e uno studio realizzato da Ispi. Sangalli: "Trasporti e logistica pilastri fondamentali dell'economia".

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28 ottobre 2022

Si è svolta a Roma, nella sede nazionale di Confcommercio di piazza Belli, la settima edizione del Forum Internazionale di Conftrasporto. Tra i temi portanti di quest'anno quelli legati all'energia, alla transizione ecologica, alla trasformazione delle catene logistiche e all'intermodalità, fra Covid, guerra e crisi energetica. Conftrasporto ha elaborato un documento con le richieste e le proposte per il settore della logistica e dei trasporti (leggi documento in pdf). L'inizio dei lavori è stato preceduto dalla conferenza stampa del Vice Presidente di Confcommercio, Fabrizio Palenzona, e del Presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè.

Da sinistra: il direttore dell'Ufficio Studi Mariano Bella, il vice presidente di Confcommercio, Fabrizio Palenzona, il segretario generale di Conftrasporto, Pasquale Russo e il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè.   

I nuovi "scenari" per i trasporti e la logistica

Nel corso della conferenza stampa di apertura del Forum di Conftrasporto, sono stati presentati una ricerca condotta dall'Ispi e un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio su economia e trasporti (guarda il link in pdf"stretti" tra pandemia, guerra e crisi energetica. 

Catene logistiche sotto stress

I dati confermano l’apertura di nuovi scenari. Si tracciano nuove rotte, si accorciano le filiere, mentre le catene logistiche sono ancora sotto pressione. Alle conseguenze della pandemia si aggiungono quelle della crisi energetica e delle politiche monetarie restrittive. Oltre all’inflazione e all’aumento dei costi di alcune materie prime, quali i carburanti fossili, c’è la rivalutazione del dollaro statunitense (l’Euro ha perso quasi il 15% del proprio valore tra gennaio e settembre 2022). Sulle catene logistiche grava anche l’effetto combinato della guerra in Ucraina e dei nuovi lockdown in Cina, con nuovi blocchi nei porti e ritardi nella consegna di merci.

Aumento dei costi e inflazione pesano sul Pnrr 

Inflazione e aumento dei costi rischiano di ripercuotersi anche sui progetti infrastrutturali del nostro Paese contenuti nel Pnrr. Sebbene lo scorso 27 settembre la Commissione Europea abbia sbloccato la seconda tranche di risorse per l’Italia, pari a 21 miliardi di euro, emergono infatti preoccupazioni sull’avanzamento della spesa delle risorse del Piano. La nota di aggiornamento del Def (consulta il documento originale in pdfha infatti stimato che entro quest’anno saranno spesi solo circa 20 miliardi delle risorse del Pnrr, contro una previsione iniziale di 33,7 miliardi. Tra i motivi c’è l’impennata dei costi delle opere pubbliche. È evidente che, per rispettare il cronoprogramma del Piano, la spesa delle risorse nei prossimi anni dovrà essere ulteriormente accelerata, per recuperare i circa 14 miliardi di euro di mancata spesa accumulati a fine anno. C’è da considerare, infine, che, con l’avanzare del programma, per accedere alle tranche di finanziamento avranno un peso crescente le concrete realizzazioni.

Ambiente e guerra "rimodellano" le grandi infrastrutture europee 

Oltre all’impennata del costo dell’energia e dei materiali, la guerra in Ucraina ha prodotto anche cambi di direzione nelle grandi infrastrutture europee, spingendo la Commissione Ue a modificare la sua proposta di regolamento per le reti transeuropee del trasporto (le cosiddette reti Ten-T) per estendere quattro corridoi di trasporto europei al territorio dell'Ucraina e della Moldova, escludendo invece dalle mappe del progetto Russia e Bielorussia. Ma già nel 2021 prima del conflitto, e per ragioni decisamente diverse (transizione green e digital), l’Ue aveva deciso di rivedere il regolamento delle reti Ten-T per consentire all’infrastruttura, rimodellata, di accogliere il passaggio di modalità di trasporto sostenibili in vista del traguardo del 2050 (-90% di emissioni di gas serra nei trasporti).

Il Covid fa crescere la domanda di servizi logistici 

La pandemia ha invece fatto volare l’e-commerce. Nel primo lockdown (2020), i valori di beni e servizi acquistati on line sono aumentati del 26% rispetto al 2019 (fonte: Politecnico di Milano). A livello globale, la quota dell’e-commerce nelle vendite al dettaglio è cresciuta dal 15% del 2019 al 21% del 2021, mostrando la tendenza a aumentare ulteriormente nell’anno in corso. La conseguenza è la crescita massiccia della domanda di servizi logistici (la logistica in conto terzi, pari, a livello globale, a oltre 950 miliardi di dollari nel 2021, si prevede che aumenterà a un tasso annuale composto dell’8,6% dal 2022 al 2030, fino a raggiungere circa 2 mila miliardi di dollari). Mentre aumenta la domanda di servizi logistici, si fa acuta la difficoltà di reperire personale specializzato. Solo nell’autotrasporto, in Europa mancano circa 400mila autisti, con punte massime nel Regno Unito (-100mila) e in Polonia (-80mila).

In Germania ne mancano 80mila, in Francia 34mila, in Italia circa 20mila. Emergono però dati incoraggianti: il numero delle nuove patenti per guidare i Tir (CQC) rilasciate in Italia è in crescita costante. Nel 2015 le nuove Carte di Qualificazione del Conducente merci erano 4.486; nel 2021 se ne sono raggiunte circa 14mila, e il 2022 sembra proiettato a un ulteriore aumento. Crescono anche le nuove patenti C, passate - sempre in Italia - dalle circa 15mila del 2015 alle oltre 20mila del 2022. Le aspettative di trovare un impiego e le iniziative di alcune Regioni per favorire la formazione stanno dando buoni risultati. Altri miglioramenti si attendono con l’entrata a regime del buono patente autotrasporto, che, grazie alle richieste di Conftrasporto e della categoria, fornirà un voucher pari all’80% del costo delle patenti C, D, E, e CQC.  Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio, c’è una potente riorganizzazione delle imprese che fa crescere la produttività sistemica e dei fattori di produzione proprio in questo settore: mentre l’economia nel complesso perde il 10,2% di ditte individuali, il comparto ne perde quasi un terzo e, a compensazione di questo, se l’economia guadagna il 44,7% di società di capitali autotrasporto e logistica ne guadagnano quasi il 58%.

La centralità del Mediterraneo e l’effetto guerra sul costo dei container 

Nel settore marittimo, si conferma la leadership asiatica nella movimentazione dei container, ma la contrazione delle filiere sta ridando un ruolo centrale al bacino del Mediterraneo valorizzando il corto raggio e i traffici ro-ro (trasporto camion merci via mare). Le previsioni di crescita media annua 2021-2026 della movimentazione di container per area sono le seguenti: Mondo (+3,1%), Asia del Sud (+5,9%), Mediterraneo orientale e Mar Nero (+4,1%), Nord Africa (+3,6%). Per l’Italia si prevedono buoni sviluppi medi annui nella movimentazione dei container, con i porti Gioia Tauro e Genova, nel primo trimestre 2022, nella Top Ten dei porti del Mediterraneo per indice di connettività, rispettivamente al 7° e al 10° posto. Gli effetti della guerra in Ucraina hanno, però, ridimensionato le previsioni di crescita 2022 del trasporto merci per l’intero settore marittimo a +2,6% rispetto al +3,5% ipotizzato in gennaio. La crisi economica generata dall’inflazione, che colpisce in particolare Europa e Stati Uniti, sta riducendo la richiesta di trasporti. Il risultato è una diminuzione del 60% del prezzo dei noli, sulle principali rotte, rispetto alla fase acuta della pandemia.

Globalizzazione e "reshoring": filiere più corte e digitali 

Nello scenario tracciato dagli eventi, forse il fenomeno più inaspettato è quello del reshoring, il rimpatrio di alcune attività dai Paesi stranieri verso la madrepatria per accorciare le filiere e ottimizzare i costi. Un trend timidamente iniziato prima del Covid (in Europa tra il 2015 e il 2018 sono stati 253 i progetti di reshoring, con Italia e Francia in testa), che ha subìto un’accelerazione durante la pandemia e che però ora, con la crisi economica e il calo dei noli marittimi, si sta assestando. I fenomeni di filiere più brevi non mettono comunque in discussione la globalizzazione: lo provano le previsioni di crescita dell’interscambio globale per i prossimi anni e di diminuzione del peso della manifattura nei Paesi più sviluppati. In Europa, fino al 30% del valore aggiunto complessivo continentale dipende dal funzionamento delle catene di approvvigionamento transfrontaliere.

Lo conferma l’andamento dell’interscambio internazionale dell’Italia: nei primi 7 mesi del 2022, sullo stesso periodo del 2021, l’export dei principali prodotti industriali, al netto dell’energia, ha registrato un +19,2%; l’import un +28,4%.  Intanto nella supply chain vola il digitale: entro il 2023 l’intelligenza artificiale sarà integrata nel 50% delle soluzioni tecnologiche delle catene di approvvigionamento. Secondo uno studio del World Economic Forum, la digitalizzazione ha il potenziale di stravolgere la logistica, potendo liberare dal 2016 al 2025 circa 4 trilioni di dollari cumulativi di valore per l’industria e la società in generale. Nel trasporto marittimo si sta diffondendo l’automazione dei terminal portuali (sono circa 50 i terminal container automatizzati nel mondo) e grandi sviluppi si registrano nei Port Community Systems, interfacce telematiche doganali uniche, e nel sistema di identificazione automatico, che consente a tutti di conoscere posizione, rotta, velocità e carico di una nave.

Nel 2023 in Italia frenano i trasporti

Come evidenziato dall’Ufficio Studi Confcommercio, il settore dei trasporti e della logistica ha dimostrato il suo ruolo centrale nell’economia del Paese, ha permesso all’Italia di funzionare anche nei momenti peggiori. La ripresa del traffico merci in questo settore è avvenuta già dalla fine del 2020 e, rimossi i vincoli, anche quello dei passeggeri è tornato ai livelli pre-crisi. Per il 2023 l’Ufficio Studi Confcommercio considera due scenari: uno di base e l’altro peggiore, di recessione più forte.

 

Fonte: elaborazioni e stime Ufficio Studi Confcommercio

Lo scenario base presenta una moderata riduzione del volume di merci e un calo ‘fisiologico’ per il traffico passeggeri. Nello scenario peggiore, invece, la situazione si fa piuttosto critica, con un ritorno alle difficoltà nel traffico passeggeri e, pur in misura ridotta, anche sulle merci. Il che provocherebbe un forte stress sui conti delle imprese di trasporto, che rientrerebbero di forza tra i settori più a rischio, strette tra fatturati in riduzione e costi, specialmente energetici, in crescita.

Di qui la richiesta da parte di Conftrasporto di nuovi stanziamenti da affiancare all’immediato utilizzo degli ulteriori 85 milioni previsti nel 2022 in favore dell’autotrasporto merci e al reimpiego dei residui delle risorse stanziate contro il caro GNL (gas naturale liquefatto) in misure di effettivo supporto e tiraggio per il settore.

 

Palenzona: "Con la Meloni al governo è ritornata la politica"

Nel corso della conferenza stampa di presentazione del Forum Internazionale di Conftrasporto, il vicepresidente di Confcommercio, Fabrizio Palenzona, che ha voluto subito sottolineare l'importanza della nascita del nuovo governo: "Con Giorgia Meloni - ha detto Palenzona - è ritornata la politica ed è la politica che dà una strategia al Paese, che guida e non segue".

Palenzona ha annunciato la nascita di una nuova Fondazione che veda protagonisti trasporti e logistica con la regia di Confcommercio e Conftrasporto. Poi spiegato che "quando abbiamo costruito Conftrasporto avevamo in testa la possibilità di costruire delle imprese, oggi siamo diventati interlocutori sempre più importanti nei settori dei trasporti e della logistica. Mettiamo insieme tutto quello che riguarda la logistica perché in un mondo globalizzato il discorso va fatto come piattaforma, ognuno fa la sua parte ma lo deve fare in modo sinergico".

Il vicepresidente di Confcommercio ha poi voluto sottolineare che "la guerra l’Europa doveva evitarla in tutti i modi perché è stato ed è un danno grave per tutto il continente ma in ogni caso il Mediterraneo continuerà ad essere centrale nonostante la concorrenza delle rotte artiche". Poi Palenzona ha fatto una riflessione sulle risorse energetiche: "L’unico paese europeo che non ha centrali nucleari è l’Italia, dobbiamo smetterla con i principi ideologici e cominciare ad essere realisti rimettendo in funzione le centrali a carbone e fare i rigassificatori". "Al momento - ha proseguito Palenzona - è impossibile costruire pale eoliche o pannelli fotovoltaici non avendo l’energia sufficiente. L’obiettivo finale è quello di avere energia pulita ma nel frattempo dobbiamo fare fronte con le energie che ci sono". 

 

Uggè: "Logistica in primo piano per spingere la competitività del Paese" 

Il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè, nel suo intervento ha voluto ricordare l'importanza della logistica "che deve essere messa in primo piano perché il Paese perde competitività". "Servono infrastrutture - ha ricordato Uggè - ma siamo ancora bloccati su tutta una serie di cose come la Tav, il corridoio del Brennero, la Gronda di Genova, il Ponte sullo Stretto grazie al quale la Sicilia sarebbe diventata la piattaforma logistica più grande del Meditteraneo". "Se non funziona la logistica - ha voluto ancora sottolineare Uggè concludendo il suo intervento - le merci prodotte non si muovono".

 

Sangalli: "Trasporti e logistica pilastri fondamentali dell'economia" 

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in qualità di "padrone di casa, ha aperto i lavori del Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio. "La valenza strategica di trasporti e logistica, due pilastri dell’integrazione dei mercati - ha detto Sangalli - noi l’abbiamo avuta sempre chiara, al contrario dei molti che l’hanno scoperta soltanto durante la pandemia". Sangalli ha quindi illustrato le finalità dell'edizione 2022: "Il Forum di quest’anno, con la collaborazione di ISPI, intende fare luce sui principali cambiamenti in corso nei trasporti perché le catene logistiche sono anche una preziosa cartina di tornasole per apprendere come si stanno muovendo l’economia e la società".

"La crisi energetica - ha osservato Sangalli -sta colpendo duramente la nostra economia e le nostre imprese e sul fronte del caro carburanti i trasporti sono, purtroppo, i più esposti. Fa impressione sia vedere costantemente il prezzo del gasolio ai distributori superare quello della benzina, sia riscontrare, ad esempio, come evidenziato dai colleghi di FIGISC, che il prezzo medio alla pompa nello scorso mese di settembre del Metano liquido GNL, nonostante il taglio straordinario di accise e IVA, sia stato più del triplo di un anno prima! Un dramma e un paradosso nell’era della transizione ecologica. Bene, quindi, i diversi interventi introdotti nel tempo per alleviare gli impatti sul comparto, ma occorre fare di più: ogni riferimento al pacchetto europeo Fit for 55 è puramente voluto".

"I lavori di oggi mettono a fuoco, anche, come pandemia e guerra stiano incidendo sugli assetti del settore. Mi limito a rimarcare - ha concluso Sangalli - che qualunque siano e comunque evolveranno gli assetti delle catene globali del valore, trasporti e logistica, andranno tenuti efficienti e competitivi per valorizzare l’intero sistema Paese e cogliere al meglio le opportunità che l’ancoraggio ai mercati e ai flussi globali di merci e persone offre a imprese e cittadini".

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli

Prima giornata - mercoledì 26 ottobre

Dopo l'intervento del presidente Sangalli, si sono aperti i lavori del settimo Forum internazionale di Conftrasporto.

Nella prima tavola rotonda si è parlato dei nuovi scenari del settore, con un focus sulla geopolitica, l'energia e l'ambiente. Il presidente della Acciaierie d'Italia, Franco Bernabè, ha parlato del piano dell'Unione europea per abbandonare le fonti fossili entro il 2035. "Un progetto ingenuo perché con i nostri tempi ci vorrebbero circa cinque secoli". La riduzione delle emissioni di Co2, ha spiegato Bernabè, è un obiettivo sicuramente condivisibile, ma non si può pensare di farlo senza un periodo di transizione nel quale le fonti fossili, o almeno alcune di queste, continuino ad essere utilizzate, in particolare il gas. "Nella transizione energetica si deve cercare un equilibrio che sia sostenibile anche economicamente", ha concluso Bernabè. Sono intervenuti sull'argomento anche Paolo Magri, vicepresidente Esecutivo ISPI, Davide Tabarelli, presidente Nomisma Energia, e Fabrizio Palenzona, vicepresidente Confcommercio. 

La seconda tavola rotonda ha affrontato il tema della trasformazione delle catene logistiche. Sono intervenuti: Oliviero Baccelli (Università Bocconi), Antonio Margotti (Direttore generale Oviesse), Giovanni Satta (Università di Genova), Fabrizio Bertacchi (Presidente Servizio trasporti combinati). Entrambe le tavole sono state moderate da Frediano Finucci, capo redazione economia-esteri del Tg La7.

L'ultimo panel, moderato da Luigi Merlo, presidente di Federlogistica, ha chiuso i lavori della prima giornata. Al centro del dibattito le nuove sfide dei porti: digitalizzazione, cybersecurity, cambiamento climatico e regolazione. Tra gli ospiti Marcello Minenna, direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha parlato del ruolo centrale della logistica in questi ultimi anni di crisi pandemica, durante i quali "gli operatori del settore - ha spiegato - sono stati costretti ad una maggiore collaborazione e cooperazione, soprattutto nel settore delle dogane. Una simile interazione non sarebbe stata possibile anche solo quattro anni fa". Le prospettive sono quindi di un maggiore coordinamento logistico a livello nazionale, proseguendo il lavoro come negli ultimi anni. "Credo sia importante avviare un tavolo tecnico con le nostre controparti più ravvicinate, rispetto all'operatività del settore doganale, per poter identificare insieme una soluzione costruttiva".

A seguire Pasquale Legora, vicepresidente di Fise-Uniport, che ha chiesto al nuovo governo un approccio più pragmatico per avere "regole certe, un sistema di regolazione univoco e un tavolo di concertazione" e di coordinamento nazionale. "Al momento ci sono troppe sovrapposizioni, bisogna attuare regole di base per dare maggiori certezze agli operatori del settore", ha concluso. Si è proseguito con Francesco Parola, consigliere ART, seguito da Alessandro Santi, presidente di Federagenti, che riallacciandosi al discorso di Minenna ha chiesto al nuovo governo una maggiore cooperazione per affrontare i problemi e le criticità del futuro, così come è stato durante gli ultimi anni. Santi ha ribadito anche l'esigenza di una regolamentazione che sia "uno strumento reale sia per superare i rischi del futuro che per cogliere nuove opportunità". Hanno chiesto la giornata Laura Castellani, direzione Organizzazione e Digital Transformation ADM e Giuseppe Tomasicchio, Università del Salento. 

 

Seconda giornata- giovedì 27 ottobre

Il primo panel del secondo giorno del Forum di Conftrasporto è stato dedicato al tema della transizione energetica nel trasporto marittimo e in particolare si è parlato della nuova normativa Imo che entrerà in vigore nel 2023 e che prevede l’adozione del Carbon Index Indicator e del pacchetto comunitario Fit for 55. Ne hanno parlato Ugo Salerno, Amministratore Delegato RINA, Ivano Russo, Amministratore Unico RAM, Matteo Catani , amministratore delegato Gnv e Maria Teresa Di Matteo, Direttore Generale Vigilanza AdSP, trasporto marittimo e vie d’acqua interne MIMS. Matteo Catani, ha sottolineato che “la nuova normativa Imo porterà ad un aumento di costo generale per infrastrutture dei collegamenti via traghetto intorno a 300 milioni di euro con una minore competitività della modalità marittima e un incentivo a tornare ad usare la strada per il trasporto”. “Questo stride – ha detto Catani - con il quadro delle ultime normative europee e italiane che hanno individuato in questi anni nelle autostrade del mare una grande opportunità per decongestionare il traffico e avere un minore impatto ambientale”. Maria Teresa Di Matteo ha ricordato l’impegno del ministero in questi anni per sostenere il trasporto marittimo con il finanziamento per il cold ironing e per il refitting per conservare al meglio le navi. Di Matteo ha poi sottolineato l’importanza del Fondo per lo sviluppo della mobilità sostenibile con 300 milioni di euro distribuiti su più anni per rinnovare le flotte con navi green”. Nel secondo panel della giornata si è parlato invece di transizione energetica nel trasporto stradale per il raggiungimento degli obiettivi del pacchetto Fit for 55, che prevede la riduzione delle emissioni di gas serra in Ue di almeno il 55% entro il 2030 rispetto a quelle registrate nel 1990 e di rendere l’Europa neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Sono intervenuti Maurizio Maugeri, Responsabile Sustainable B2B Coordination ENI, Maurizio Pompei, CEO Mercedes Benz Trucks Italia, Vittore Fulvi, Fulvi Trasporti, Roberto Tomasi, Amministratore Delegato ASPI. Nel terzo panel il tema portante è stato quello del "sodalizio" strada ferro attraverso le soluzioni del mercato con interventi di Guido Gazzola, Vicepresidente Assoferr, Armando De Girolamo, Presidente Assoferr/AU LOTRAS, Enzo Pompilio D’Alicandro, CEO S.I.To, Giuseppe Catalano, Struttura tecnica di missione MIMS, Gabriele Sigismondi, Country Director Amazon Logistics Italy e Gianpiero Strisciuglio, Amministratore Delegato Mercitalia Logistics. Secondo Catalano, "bisogna avere una visione globale del cambiamento, il fatto che le organizzazioni ministeriali e regionali che sono organizzate per filiere verticale ma il mondo reale è organizzato in modo orizzontale". "Nella logistica bisogna soprattutto avere una visione trasversale e intersettoriale tra terra, mare e ferrovia". "In questi anni - ha osservato Catalano - è stata fatta una grande operazione culturale e grazie agli stakeholder e alle istituzioni ora si apprezza il ruolo e l’importanza della logistica".  Catalano ha poi tracciato i confini entro i quali deve muoversi l'attore pubblico: "La storia economica ci insegna che di fronte alle grande sfide globali il settore pubblico deve accompagnare i processi senza tentazioni dirigiste. Sostegno agli investimenti e regolamentazione degli incentivi. Alla politica poi i compito di fare sintesi e decidere".  A proposito del sodalizio tra strada e ferro, Armando De Girolamo ha voluto ricordare come Assofer "nell’ambito di un approccio orizzontale al tema, di comune accordo con gli autotrasportatori, ha sviluppato la cosiddetta autostrada ferroviaria da Brindisi a ForlìIn questo modo l'autotrasportatore non perde la sua autonomia commerciale e noi prestiamo loro un servizio". 

Il Forum si è concluso con un panel dedicato al ruolo della politica nella gestione della transizione e sul documento con le proposte di Conftrasporto su logistica e trasporti (vedi documento integrale in pdf) con interventi del Vice presidente della Camera Fabio Rampelli (Fdi), di Raffaella Paita (Iv), di Alessandro Morelli (Lega), di Paola De Micheli (Pd) e di Luca Squeri (Fi).

 

Paola De Micheli (Pd)

"Abbiamo fatto come governo un grande investimento sull’intermodalità. Nel documento del 2020 collegato al Def, "Italia veloce", abbiamo tratteggiato quali dovevano essere gli snodi logistici più importanti del Paese caratterizzati dall’intermodalità. Credo che il nuovo governo dovrebbe organizzare un tavolo interministeriale di programmazione delle attività di logistica nel nostro Paese. Corriamo il rischio di avere tanti piccoli poli logistici sparsi sul territorio che non riusciranno a svolgere il loro ruolo perché il pubblico fa fatica a intervenire con l’infrastrutturazione prevista. Ho sempre ritenuto che il ruolo dell'Italia nel Mediterraneo è strategico, ed è necessario un ulteriore upgrade. Il sistema marittimo va supportato e sulla questione del lavoro nei porti non bisogna avere un approccio ideologico ma coniugare qualità e competitività. Nella transizione energetica e ambientale, il mondo dei trasporti è il più esposto perché gode di cattiva fama e ha bisogno di densità energetica. L’Europa deve raddoppiare triplicare gli investimenti sul fronte della ricerca per sostituire i carburanti fossili che al momento riguarda solo il 5% dei passeggeri nel mondo. Gli stati membri devono accompagnare le imprese perché l’accesso a queste tecnologie sia sostenibile. Tutto questo non sarà possibile in pochi anni. Sono contraria ad un ministero del Mare, infrastrutture e trasporti devono mantenere una loro omogeneità".

 

Raffaella Paita (Italia Viva)

"Dobbiamo attuare l’investimento del Pnrr che è importante perchè stiamo parlando di 200 miliardi. Si gioca una partita decisiva anche in termini di credibilità del Paese. Entro il 2026 devono essere messe a terra le opere. Tanti obiettivi del piano potevano certo essere più convincenti ma dobbiamo fare attenzione perché per noi è un’occasione importante per dimostrare che il Paese ha migliorato la sua capacità d’investimento e di rispettare gli impegni. Non chiederei proroghe all'Europa ma cercherei una strada per semplificare le norme. Dobbiamo cambiare radicalmente l’idea di programmazione delle nostre infrastrutture. Se noi non la smettiamo di continuare a fare allegati di infrastrutture e non cominciamo a disegnare un vero master plan del Paese noi non risolveremo mai il problema a della sostenibilità del Paese".

 

Fabio Rampelli (Fdi)

"Sul settore troppe volte si sono sprecate tante parole, non c’è la capacità di rendersi conto della peculiarità dell'Italia con il suo territorio. La logistica e l’intermodalità devono rispondere ad una collocazione dell’Italia come piattaforma del mediterraneo e appendice merdionale dell'Europa. Siamo una nazione piena di eccellenze che devono essere utilizzate per dialogare con il resto del mondo. Dobbiamo proiettare questo settore ai massimi livelli possibili. Non dobbiamo considerare il Pnrr un totem, come erano stati considerati il patto di Stabilità e gli eurobond. Non dobbiamo confliggere con l’Europa ma dobbiamo stimolare il dibattito a Bruxelles. Se il Pnrr può essere migliorato è giusto parlarne. Il ministero del mare non è una cosa campata in aria visto che abbiamo 8000 chilometri di coste. Non possiamo trascurare l’economia blu. Le imprese chiedono protezione dall’aggressione della deregolamentazione dei processi produttivi che rischia di strangolare l’economia reale. Serve uno stato che vigila".

 

Alessandro Morelli (Lega)

"La transizione è una necessità culturale alla quale tutti i settori non solo il trasporto sono interessati. Deve però essere una transizione fatta con il buon senso. Perché ha tempi e necessità differenti a seconda di chi si ha di fronte. Quindi l’approccio anche a livello europeo deve essere dettato dal buon senso, non si può fissare una data secca e precisa. Bisogna ragionare sulle tempistiche giuste per procedere ad una transizione equilibrata che non lasci indietro nessuno. Un investimento importante sulla digitalizzazione nei trasporti e nella logistica è fondamentale perché moto semplicemente per le aziende significa fatturare di più e per i cittadini significa migliorare la propria qualità della vita. Bisogna smettere di continuare a utilizzare Bonus, bisogna avere misure strutturali. Il codice degli appalti è un altro aspetto importante per la vita delle imprese. Questo governo vuole governare con grande buon senso ma senza ideologie".

 

Luca Squeri (FI)

"Transizione nel settore mobilità per raggiungere questo risultato c’è tanto da fare e tanto da cambiare. Cito Sergio Marchionne che vedeva nell’auto elettrica un problema perché il tema era quello della produzione elettrica. Non si sta usando il buon senso su un tema come quello della decarbonizzazione del sistema energetico entro il 2050. Un impegno che deve essere onorato. Una transizione come quella che ci aspetta deve essere gestita in modo sensato e il centro destra sarà unito in questo obiettivo".           

 

Uggè: "Il Ministero si chiami dei trasporti, della logistica e delle infrastrutture”

Il presidente di Conftrastrasporto-Confcommercio Paolo Uggè nel suo intervento di chiusura del forum ha ribadito la sua proposta di chiamare l'attuale Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, ministero dei Trasporti, della Logistica e delle Infrastrutture. “Siamo soddisfatti della risposta unanime dei politici presenti al nostro evento - ha detto Uggè – L’auspicio è che questa nostra proposta abbia un seguito concreto, e che i trasporti e la logistica tornino a essere centrali non solo rispetto ai temi del nostro settore, ma, come hanno dimostrato di essere anche nei momenti peggiori, in tutto il sistema economico del nostro Paese. La logistica è fondamentale per dare competitività all’Italia”. “Senza i trasporti e la logistica, le merci rimangono ferme nei piazzali”, ha concluso il presidente di Conftrasporto.

Paolo Uggè

 

a cura di

Ugo Da Milano e Veronica Mancino

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