Mercato dell’auto, vendite in rosso anche a dicembre

Mercato dell’auto, vendite in rosso anche a dicembre

Le immatricolazioni sono calate del 27,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Nel complesso il 2021 ha registrato un aumento del 5,5% sul 2020.

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10 gennaio 2022

Anche per il mese di dicembre il mercato dell’auto registra un forte calo delle vendite. Secondo i dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, sono stati venduti 86.679 veicoli contro i 119.620 del dicembre 2020, un calo del -27,5%. A novembre il mercato aveva registrato una flessione del 24,6%. Il volume globale delle vendite di dicembre, pari a 361.677 veicoli, ha interessato per il 23,97% vetture nuove e per il 76,03% vetture usate. Nel complesso il 2021 si è registrata una crescita del 5,5% rispetto all’anno precedente. Sono stati infatti immatricolati 1.457.952 nuovi veicoli contro i 1.381.756 del 2020.

Unrae: “servono nuove risorse economiche”

“Ribadiamo il nostro sconcerto per la decisione delle istituzioni di non assegnare nella legge di bilancio le risorse economiche necessarie per incentivare il mercato dell'auto con un piano triennale". Lo afferma il presidente di Unrae, l'Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri, Michele Crisci, preoccupato per l’assenza di un piano di interventi da parte del governo. "Finora, le pur scarse risorse destinate con interventi stop and go hanno avuto un impatto positivo nel promuovere la mobilità  elettrica: le immatricolazioni di veicoli full-electric, plug-in  hybrid e hybrid sono, infatti, aumentati del 274% nell'ultimo anno e mezzo, con indubbio impatto positivo sul  rinnovo del parco e sulla riduzione emissioni".

“Di fronte al segnale scoraggiante – ha aggiunto Crisci – di una legge di bilancio priva di attenzione verso un settore fondamentale della transizione ecologica l'Unrae sostiene la necessità urgente di istituire un tavolo di lavoro che definisca una strategia volta a incentivare la diffusione di  vetture di ultima generazione, accelerare il rinnovo del parco circolante, promuovere le infrastrutture di ricarica e varare la riforma fiscale del settore”.

Federauto: “Servono più incentivi e una nuova fiscalità”

Anche Federauto, la Federazione dei concessionari auto, è rimasta perplessa sulla mancanza di un piano pluriennale in manovra per accompagnare la transizione ecologica del settore. “Tutto ciò impone una riflessione”, ha commentato il presidente Adolfo De Stefani Cosentino, aggiungendo che “in un contesto in cui la propensione all’acquisto di autoveicoli da parte dei consumatori è già abbastanza confusa e incerta, la discutibile decisione del phase out delle auto con motore a combustione interna a partire dal 2035 annunciata dal CITE (Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica) il mese scorso e la mancanza di incentivi auto per lo svecchiamento del parco circolante, sono fattori che andranno ad aggravare ulteriormente l'andamento del mercato auto con impatti negativi sulle imprese italiane, l'occupazione e la tenuta della filiera nel suo complesso”.

Per la Federazione i fondi stanziati per sostenere le attività economiche maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria, non sono sufficienti per arginare la crisi del settore dell’automotive. “Più che di ristori – ha aggiunto De Stefani– il settore necessita di sostegni efficaci alla domanda per l'acquisto di veicoli a zero e basse emissioni, funzionali alla riduzione progressiva della CO2. Riteniamo che un arco temporale di soli 13 anni per passare definitivamente alla vendita di auto elettriche, in mancanza di un piano programmato e organico, sia un periodo troppo breve per riconvertire adeguatamente tutto l'indotto del settore”.  

Secondo la Federazione i comportamenti d’acquisto non si modificano a suon di normative, bensì attraverso “una rimodulazione della fiscalità auto, un piano di incentivi fondato sulla neutralità tecnologica per il rinnovo del parco autovetture e veicoli commerciali leggeri e la realizzazione di una rete di ricarica elettrica efficiente e capillare sulla rete stradale, urbana, extraurbana e autostradale”, ha concluso De Stefani.

 

Di

Veronica Mancino

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