Nel 2023 la crescita tirerà il freno

Nel 2023 la crescita tirerà il freno

Il Consiglio dei ministri ha approvato la Nota di aggiornamento al Def: se alla fine di quest’anno l'aumento del Pil sarà robusto (+3,3% rispetto al 3,1% stimato nel maggio scorso), nel prossimo si limiterà a uno striminzito 0,6%.

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29 settembre 2022

Nel 2022 l'Italia sta crescendo più delle attese con un incremento del Pil che a fine anno è stimato a +3,3% rispetto al +3,1% ipotizzato ad aprile, ma il dato relativo al 2023 è in netto peggioramento rispetto alle previsioni precedenti: +0,6% a fronte di +2,4%. Migliore, invece, l’andamento il deficit in rapporto al Pil, al 5,1% nel 2022 (era dato al 5,6%) e al 3,4% nel 2023 contro il 3,9%, per merito "del positivo andamento delle entrate e della moderazione della spesa primaria sin qui registrati quest’anno".

Sono i dati principali della Nota di aggiornamento al Def approvata il 28 settembre scorso dal Consiglio dei ministri, che ovviamente "non tengono conto dell'azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima legge di bilancio e con altre misure". Se le prospettive economiche appaiono "meno favorevoli" e "l'economia globale e l'economia europea sono in marcato rallentamento" per l'aumento dell'energia e del tasso di inflazione, come scrive nella premessa alla Nadef il ministro dell'Economia, Daniele Franco, il quadro non è del tutto a tinte scure. "Le tendenze di finanza pubblica presentate in questo documento sono complessivamente rassicuranti", visto che "le risorse a disposizione del Paese per rilanciare gli investimenti pubblici e promuovere quelli privati, sia in nuovi impianti sia in innovazione, non hanno precedenti nella storia recente e potranno dar luogo a una crescita sostenibile ed elevata, così da porre termine alla lunga fase di sostanziale stagnazione dell'economia".

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