Pagamenti elettronici: l'obbligo slitta al 2023

Pagamenti elettronici: l'obbligo slitta al 2023

Il decreto Recovery ha fissato al primo gennaio del prossimo anno l'avvio delle sanzioni per gli esercenti senza Pos. Confcommercio: "abbattere commissioni e costi a carico di imprese e consumatori".

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10 gennaio 2022

Il 23 dicembre il Senato ha convertito in legge (vedi gazzetta ufficiale 31 dicembre documento pdf) il cosiddetto “decreto Recovery”, che contiene diverse misure per favorire l’attuazione del “Piano nazionale di ripresa e resilienza” (Pnrr). Per il mondo del commercio la novità arriva dal rinvio delle sanzioni a chi rifiuta i pagamenti con bancomat e carte di credito che, rispetto a quanto previsto in precedenza, è slittato di un anno, al primo gennaio 2023. L’importo della sanzione rimane fermo a 30 euro, più il 4% del valore della transazione. La misura verrà applicata a tutti coloro che già dovrebbero accettare carta e bancomat con un Pos. Questo significa che la norma riguarda chiunque offre prodotti e servizi al pubblico. Esercenti quindi, ma anche professionisti come medici, avvocati, tassisti. Già in passato erano stati fatti tentativi in questa direzione mai però trasformati realmente in sanzioni per rendere efficace l’obbligo: a partire dal 2014, grazie al decreto legge numero 179/2012 del Governo Monti, era stato introdotto in Italia l’obbligo per negozianti e professionisti di accettare i pagamenti con pos, misura poi confermata ed estesa a partire dal 1° luglio 2020 dal decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio (n. 124/2019). Nessuna delle due norme, tuttavia, aveva introdotto sanzioni per gli esercenti che rifiutavano pagamenti con carte e bancomat.

Confcommercio: “Puntare solo sulle sanzioni non giova ai processi di modernizzazione del sistema dei pagamenti”

Sul tema, Confcommercio ha già espresso la sua contrarietà alle sanzioni e ha chiesto “una riduzione generalizzata degli oneri economici legati all'accettazione dei pagamenti elettronici in modo da non penalizzare imprese e professionisti tenuti al rispetto degli obblighi normativi”.

 

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