Protezione dei consumatori, via libera alla direttiva Ue

Protezione dei consumatori, via libera alla direttiva Ue

Il Consiglio dei ministri ha approvato uno schema di decreto legislativo che modifica il Codice del Consumo. Molte le novità, tre le quali modifiche alle vendite promozionali e a quelle a domicilio.

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13 marzo 2023

Il Consiglio dei ministri ha approvato il 24 febbraio scorso uno schema di decreto legislativo che dà attuazione alla direttiva europea che interviene sul diritto dei consumatori, apportando alcune modifiche al Codice del Consumo.

Tra le novità più rilevanti le misure in materia di campagne promozionali: quando si indica un prezzo scontato (nel caso dei saldi ad esempio), si dovrà contestualmente indicare il prezzo precedentemente applicato. C'è poi una nuova disciplina dei mercati on line: il gestore del sito Internet dovrà garantire che le recensioni inviate dai consumatori su un prodotto o un servizio provengano da soggetti che hanno effettivamente utilizzato o acquistato quel prodotto o quel servizio. E dovrà indicare se l'ordine delle risposte a una ricerca on line di un prodotto o un servizio sia effettivo oil frutto di un accordo a pagamento tra inserzionista e gestore del sito. Prolungato sino a trenta giorni, poi, il termine di recesso per i contratti stipulati dal consumatore nel contesto di visite del professionista a domicilio del consumatore, non richieste da quest'ultimo, e diventano pratica ingannevole la mancata, chiara indicazione di annunci pubblicitari a pagamento per ottenere una classificazione migliore dei prodotti e la rivendita di biglietti per eventi acquistati utilizzando strumenti automatizzati (i bagarini on line).

Univendita a Urso: “sul diritto di recesso norme mortificanti”

Norme "mortificanti", è necessario che il governo intervenga. Lo afferma Ciro Sinatra, presidente di Univendita, la maggiore  associazione del comparto della vendita diretta a domicilio  aderente a Confcommercio, che ha inviato una lettera al ministro per le Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, sui contenuti del decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue  del 2019 sulla protezione dei consumatori. "Ora l'estensione arbitraria del periodo di recesso da 14 a 30  giorni non riguarda più solo la vendita diretta non sollecitata dal cliente ma anche quella organizzata secondo la modalità del  party plan (evento collettivo dimostrativo, per lo più domestico). Una previsione che disattende il dettato della  direttiva Ue omnibus, pone la legislazione italiana in contrasto  con la normativa europea e penalizza il nostro settore in modo  mortificante".

"Le regole europee legano l'estensione  del ripensamento alle sole vendite a domicilio ottenute mediante il ricorso a pratiche commerciali aggressive o ingannevoli da  parte del venditore. Invece l'Italia, malgrado le nostre  interlocuzioni anche con il suo dicastero e il contributo che abbiamo fornito in sede di audizione in Parlamento - ricorda  Sinatra al ministro Urso - ha scelto di discriminare un comparto che fattura quasi 4 miliardi e occupa oltre 500 mila persone. E non ha tenuto conto nemmeno del parere di Confcommercio che  chiedeva, anch'essa, di allinearsi alle previsioni europee. Un atteggiamento direi sorprendente da parte di un esecutivo che  dovrebbe fare della libertà d'impresa un suo baluardo". 

"Così facendo - rincara il presidente Univendita - il prolungamento del diritto di recesso riguarderà la vendita diretta in tutte le sue forme e non il commercio on line, che  già solo per una ragione di numeri fa registrare ogni giorno migliaia di casi di truffe, e nemmeno i contratti conclusi  telefonicamente, un settore dove l'illecito frequentemente supera il lecito. Sembra quasi che vi sia un disegno preciso per  porre seri ostacoli alla crescita di un comparto la cui cifra distintiva è il rapporto fiduciario con il cliente". 

"Senza dimenticare che mentre fino ad oggi esiste un solo periodo di ripensamento di 14 giorni uguale per tutte le  circostanze, con il nuovo decreto legislativo avremo almeno sette differenti varianti - della durata di 14 o 30 giorni - a seconda che siano presenti durante le attività di vendita  elementi totalmente insignificanti che non hanno alcun impatto sulla tutela del consumatore. Mi auguro che si sia trattato soltanto di un errore di valutazione e che il governo e il Mimit vogliano prontamente  intervenire", conclude Sinatra.

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