La ristorazione collettiva lancia l'allarme: "Il settore è al collasso"

La ristorazione collettiva lancia l'allarme: "Il settore è al collasso"

Stati Generali Angem sul mondo delle mense. Il presidente Scarsciotti: "Necessario rimodulare i contratti e revisionare i prezzi".  Fipe: "Bene apertura governo sulla riforma del sistema".   

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28 dicembre 2022

Gli Stati Generali della ristorazione collettiva di Angem, che si sono tenuti a Roma nella sede di Confcommercio, sono stati l'occasione per celebrare il ritorno dell'Associazione Nazionale della Ristorazione Collettiva e dei Servizi nella famiglia Fipe. Tema portante dell'incontro, l'impennata dei costi delle materie prime alimentari che, insieme a quelli dell'energia, rischia di far implodere il servizio di mensa all'interno di scuole, ospedali, strutture pubbliche e imprese private.

A fare gli onori di casa, è stato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che in un video messaggio ha sottolineato l'importanza del settore non solo per i numeri importanti, 15000 aziende, 110 mila addetti e un giro d'affari da 6,4 miliardi l’anno ma anche in termini di valore: "le vostre imprese - ha detto Sangalli - sono determinanti per l’educazione alimentare, la saluta pubblica e anche per una forma di equità distributiva".

Il presidente di Confcommercio ha poi voluto sottolineare il rientro di Angem nel sistema Confcommercio-Fipe. "Festeggiamo il ritorno di Angem perchè le alleanze e le sinergie si sono dimostrate il modo più giusto non solo di affrontare il presente ma anche di indirizzare il futuro".

Il presidente di Fipe, Lino Stoppani ha evidenziato le criticità del settore in un contesto difficile tra inflazione e costi energetici. "L’impennata dei prezzi delle materie prime e dei costi dell'energia - ha detto Stoppani - è un problema per le imprese della ristorazione collettiva, che operano in costanza di prezzi fissi". Uno dei problemi più sentiti è quello degli appalti: secondo Stoppani, "le stazioni appaltanti della Pa pretendono sempre qualcosa di più sul fronte contrattuale e d’altra parte fissano termini di gara sempre più complicati imponendo prezzi al ribasso".

Il presidente di Fipe ha chiesto che da parte delle istituzioni ci sia una maggiore considerazione per un settore che unisce aspetto economico e sociale". "Con Angem - ha concluso Stoppani - staremo sui problemi: innanzitutto sulla possibilità di revisione automatica dei prezzi sugli appalti e il tema della liquidità delle imprese".  

Il presidente Fipe, Lino Stoppani
 

I numeri "pesanti" della ristorazione collettiva 

In occasione degli Stati Generali della Ristorazione Collettiva, è stata presentata un'indagine dell'Oricon (guarda il link in pdf) dalla quale emerge che nel 2020 le imprese del comparto delle mense hanno registrato una flessione dei ricavi del 40%. Un calo significativo sia per le mense scolastiche (-63%) che per quelle aziendali (-43%). Ripresa positiva nel 2021 nelle scuole, ma a causa dello smartworking la ristorazione collettiva nelle aziende è rimasta indietro.

Rispetto al 2019 ha perso il 20% del proprio valore. Inoltre, viene evidenziato come il caro bollette colpisca anche le imprese del settore che nel 2022 spenderanno, in più rispetto al 2020, rispettivamente 220 milioni di euro di elettricità e 126 milioni di euro di gas. In due anni i costi per l'energia e materie prime alimentari sono passati ad incidere dal 36% al 52% sul totale dei costi sostenuti dalle aziende della ristorazione collettiva. Pesano sempre di più i costi extra degli imballaggi in plastica (+70% rispetto al 2021), cartone (+40%) e vetro (+30%).

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Scarsciotti: "Mense a rischio implosione, bisogna adeguare i prezzi"  

"Nel Dl aiuti ter e quater la ristorazione collettiva non è entrata e quindi c'è da sperare nella Legge di Bilancio". A lanciare l'allarme è Carlo Scarsciotti, presidente di Angem: "Occorre stabilire dei criteri uniformi in relazione ai quali le aziende della ristorazione collettiva possono richiedere l'adeguamento dei prezzi, proprio come avviene negli appalti per i lavori, valorizzando e ridando fiato alle migliaia di piccole, medie e grandi aziende del comparto".

Secondo Scarsciotti sono due i principali problemi che lamenta il sistema: "da un lato la scarsa e non uniforme applicazione della norma del Sostegni ter che impone alle stazioni appaltanti (Comuni, Regioni, Pubbliche amministrazioni, ma anche Asl, Corpi di polizia, ecc) di inserire all'interno dei bandi di gara apposite clausole per la revisione dei prezzi. Dall'altro l'impossibilità, per molte imprese, di rispettare i vincoli imposti dai Criteri Ambientali Minimi, che sanciscono l'obbligo di portare in tavola una percentuale di prodotti certificati Bio. Prodotti che oggi però sono difficili da reperire, o sono molto onerosi".

 "Queste distorsioni - ha sottolineato Scarsciotti - di fatto costituiscono una violazione del principio delle uguali regole in uno stesso mercato. Le imprese che hanno siglato i contratti pre-pandemia, quando non era previsto alcun adeguamento dei prezzi, si trovano ora a lavorare in perdita: non ricordo altri esempi di servizi pubblici essenziali in appalto che operino a prezzi fissi malgrado la fiammata inflazionistica. Chi lo ha sottoscritto dopo, invece, vive nel limbo costituito dalla discrezionalità lasciata ad ogni stazione appaltante. In pratica, abbiamo decine di migliaia di committenti in tutta Italia, ciascuno dei quali è libero di dettare le condizioni che preferisce in merito all'adeguamento dei prezzi, in ragione del boom dell'inflazione e dei costi energetici. Tutto questo è inaccettabile".

 

Bitonci: "La ristorazione collettiva deve rientrare nei livelli essenziali delle prestazioni"

A chiudere i lavori degli Stati Generali, è stato l'intervento del sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci.  "Il mondo della ristorazione collettiva ha pagato un conto molto salato alla pandemia alla quale si è aggiunta anche la crisi economica. C'è un tema di materie prime e prezzi che impatterà ancora sul settore". "Ritengo - ha detto Bitonci - che questo servizio debba essere considerato un livello essenziale di prestazioni a carico dello Stato che deve trovare le risorse anche con la leva fiscale". Parlando poi della prossima Legge di Bilancio, il sottosegretario ha osservato che "la manovra 2023 è buona, non eccezionale ma 21 miliardi su 35 che vanno a sostegno parziale di famiglie e imprese per il caro energia sono un buon punto di partenza". "Il governo - ha concluso Bitonci - è vicino al settore ed è pronto ad ascotere le istanze della ristorazione collettiva". 

Fipe: "Bene apertura governo su riforma sistema della ristorazione colettiva"

"L'apertura del sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, in merito alla riforma del sistema della ristorazione collettiva, rappresenta un passo avanti importante per un settore che oggi vive una situazione paradossale. Il mercato sul quale le imprese sono chiamate ad operare oggi, con l'obbligo di mantenere i prezzi del servizio invariati a prescindere dalle oscillazioni dei costi delle materie prime alimentari d energetiche, è infatti tutto fuorché sostenibile. Ma le parole del sottosegretario consentono di guardare al futuro del settore della ristorazione collettiva con rinnovata speranza. Ora bisogna lavorare affinché alle parole seguano i fatti, adeguando i contratti ai maggiori costi. Così non si può lavorare, il rischio è che il settore si fermi, con disservizi facilmente immaginabili a danno delle fasce deboli della popolazione''. Così Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, dopo il confronto avuto con il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci.

''Ci conforta l'attenzione del Sottosegretario Bitonci, ma l'appello è agire in fretta per individuare già nel prossimo passaggio parlamentare un Fondo per riallineare i prezzi della ristorazione collettiva all'insostenibile fiammata inflazionistica", ha aggiunto Carlo Scarsciotti, Presidente di Angem.

"Non c'è più tempo - ha detto Scarsciotti - la ristorazione collettiva è un servizio pubblico essenziale e non è una bandierina di maggioranza o opposizione, ma coinvolge tutto l'arco parlamentare. Richiamiamo, quindi, da subito la responsabilità di tutte le forze politiche perché senza un intervento urgente già in manovra di Bilancio, i bambini, i malati e gli ospiti nelle case di riposo rischiano di rimanere senza il pasto e migliaia di dipendenti del settore della ristorazione collettiva rischiano di rimanere a casa''. 

 

 

a cura di 

Ugo Da Milano

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