Accessibilità: è un'Italia "spezzata" e "a singhiozzo"

Accessibilità: è un'Italia "spezzata" e "a singhiozzo"

Focus Confcommercio-Isfort su trasporti e logistica in Italia: nel Nord-Ovest le merci trasportate calano del 20% contro il 33% del Sud e poco meno di tre quarti del traffico ferroviario nazionale avviene tra le regioni a nord dell'Emilia Romagna. Per completare le opere incompiute servirebbero circa 16 miliardi di euro.

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20 ottobre 2016

CERNOBBIO- E' un'Italia divisa in due in termini di accessibilità, con le regioni del Centro a fare da cuscinetto: se in Abruzzo e in Umbria i volumi di merce movimentati tra il 2010 e il 2014 via strada sono diminuiti in misura nettamente superiore alla media nazionale, in Friuli Venezia Giulia la contrazione si ferma a un quinto della media. E nulla cambia se si guarda alle ferrovie, visto che poco meno di tre quarti del traffico interno nazionale avviene tra le regioni a nord dell'Emilia Romagna. Lo si scopre leggendo il focus di Confcommercio e Isfort su trasporti e logistica in Italia presentato nelle seconda giornata del Forum internazionale di Conftrasporto a Cernobbio. Se si guarda invece alla rete di trasporto, ne emerge una cartina dell'Italia ‘a singhiozzo', con strade nate vecchie, o mai nate, o incomplete. Basti pensare ai 31 anni che sono stati necessari per completare i  40 chilometri della Variante di Valico Barberino-Sasso Marconi oppure ai  45 anni circa per i nove chilometri  della Tirreno-Brennero (ma ne mancano ancora 76…). Per il completamento di questi interventi servirebbero circa 16 miliardi di euro, da aggiungere ai quasi 2 destinati al potenziamento del trasporto merci ferroviario. Per quanto riguarda invece i porti, la situazione è più rosea,  con i buoni esempi di Genova e Ravenna in termini di diversificazione del traffico ed equilibrio tra offerta e domanda, e di La Spezia e Trieste per l'intermodalità mare-ferrovia. Quanto al  ‘sentiment' delle aziende dell'autotrasporto, gli operatori interpellati da  Conftrasporto  risultano di 10 punti percentuali più pessimisti della media sulle prospettive dell'economia italiana (41,8% contro il 31,5%), mentre in termini di ricavi e occupazione c'è un peggioramento piuttosto marcato rispetto alla media nazionale di tutti i comparti (-4,5% ricavi e -3,6% occupazione). 

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