Dal CdM via libera al riassetto dei porti italiani

Dal CdM via libera al riassetto dei porti italiani

Approvato il decreto su "Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali": queste ultime scendono da 24 a 15. Si punta su competitività e semplificazione delle procedure, tagli ai CdA. Renzi: "ora ci sarà qualche poltrona in meno ma efficienza in più".

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21 gennaio 2016

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto di "Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali", presentato dal ministro Marianna Madia. Il provvedimento - si legge in una nota – si inserisce nelle politiche e nelle azioni per il rilancio della portualità e della logistica intrapreso dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. Insieme ad altre azioni in corso, il decreto punta sulla competitività dei nostri Porti e sostiene il ruolo dell'Italia, attraversata da quattro corridoi ferroviari Ten-t, come hub nel Mediterraneo e piattaforma logistica europea. La semplificazione delle procedure per facilitare il transito di merci e passeggeri, la promozione di centri decisionali strategici rispetto all'attività di porti in aree omogenee, la riorganizzazione amministrativa, il coordinamento centrale del Ministero sono i princìpi centrali del decreto. Rispetto agli attuali 113 procedimenti amministrativi, svolti da 23 soggetti, funzioneranno lo Sportello Unico Doganale e dei Controlli, da realizzare sotto il coordinamento funzionale dell'Agenzia delle Dogane, e lo Sportello Amministrativo Unico, un front office per tutti i procedimenti amministrativi e autorizzativi che non riguardano le attività commerciali e industriali. Due sportelli che abbasseranno drasticamente i tempi di sdoganamento e amministrativi, oggi imparagonabilmente più lunghi rispetto ai maggiori porti internazionali. Semplificazioni e risparmi, inoltre, per arrivi e partenze delle navi. I porti italiani vengono riorganizzati in 15 Autorità di sistema portuale, centri decisionali strategici con sedi nelle realtà maggiori, ovvero nei porti definiti ‘core' dalla Comunità Europea. Le sedi di Autorità di sistema portuale sono: Genova, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Cagliari, Napoli, Palermo, Catania, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste. Il decreto prevede che alle nuove Autorità di sistema portuale faranno riferimento 54 Porti di rilevanza nazionale. Le Regioni possono chiedere l' inserimento nelle Autorità di Sistema di ulteriori porti di rilevanza regionale. L'Autorità di Sistema Portuale sarà governata in modo snello: il presidente, il comitato di gestione, cioè un board ristretto a poche persone, il segretario generale, il collegio dei revisori dei conti. Rispetto agli attuali Comitati Portuali, si passa da circa 336 membri a livello nazionale si passa a circa 70. Molti sono, oggi, gli strumenti su logistica e portualità messi in campo dal Mit che rafforzano i porti per affrontare le sfide globali dei porti italiani, quali il raddoppio del Canale di Suez, il gigantismo navale, la necessità di attrazione di investimenti e di grandi partnership industriali, aumento della concorrenza in Nord Europa, Nord Africa, Pireo, area Baltica, Far East. Per ilo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si tratta di "una sana e seria politica di coordinamento. E' allucinante che oggi con il raddoppio del canale di Suez ci siano  dei traffici che vanno a Rotterdam facendo tre, quattro giorni di navigazione in più. Ora ci sarà qualche poltrona in meno ma efficienza in più". D<a parte sua, il ministro Delrio ha sottolineato che "i porti italiani ora faranno sistema: si compiono scelte strategiche, si semplificano i processi. La sfida è quella del confronto con le grandi potenze portuali del mondo, il Nord Europa, il Nord Africa, il Pireo, il Far East".

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