Anzitutto l'Italia: Stati Generali Confcommercio
Anzitutto l'Italia: Stati Generali Confcommercio

Il titolo che abbiamo scelto per il nostro documento, “Anzitutto l’Italia”, ne è la chiave di lettura politica. Significa che è arrivato il momento di reagire all’avvitamento del nostro Paese nella spirale tra effetti depressivi di manovre di consolidamento fiscale e indebolimento strutturale del potenziale di crescita. E significa che occorre avere la piena consapevolezza del fatto che l’Italia deve crescere di più e meglio, perché senza più crescita la stagnazione è alle porte e la recessione dietro l’angolo.
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Siamo a un punto di svolta storico, il futuro dell’Italia è a rischio. Dobbiamo reagire subito. Anzitutto l’Italia significa, allora, fare prevalere il bene comune. E’ una responsabilità di tutte le forze politiche e sociali, ma soprattutto di chi oggi governa. L’Italia dispone di importanti risorse di lavoro e di attività d’impresa. Su di esse, la politica e chi oggi governa devono fare leva. Non sono ulteriormente tollerabili né rinvii, né annunci. Il tempo della partita è scaduto. Ora e subito, occorre serietà e rigore nell’affrontare e nel risolvere nodi strutturali di lungo corso, tutti riconducibili a una crescita ormai lentissima e a una competitività ormai difficilissima. Solo attraverso questa discontinuità si potrà ricostruire credibilità e fiducia.
Sappiamo che occorreranno ancora sacrifici e ad essi non ci sottrarremo. A condizione che questi sacrifici vengano ripagati con il “dividendo” delle scelte necessarie per il futuro dell’Italia. Scelte necessarie per controllare e ridurre la spesa pubblica, e per contrastare e recuperare evasione ed elusione. Ponendo, così, le basi per una progressiva riduzione di un livello complessivo di pressione fiscale divenuto ormai intollerabile. Scelte necessarie per rilanciare privatizzazioni, liberalizzazioni, semplificazioni. Scelte necessarie per liberare risorse per investimenti infrastrutturali ed in capitale sociale ed umano. Scelte necessarie per riformare politica ed istituzioni.
Con il nostro documento, chiediamo queste scelte. Le chiediamo per l’Italia. Su di esse, giudicheremo.
Sintesi per la stampa del documento "Anzitutto l'Italia"
Lo scenario
Per accelerare il ritorno alla crescita, occorre rivalutare le ragioni dell’economia reale e del lavoro. In particolare, occorre rafforzare la capacità competitiva del sistema di impresa diffusa, con regole, politiche e risorse che ne sostengano competitività, produttività e crescita. Tenendo presente, in particolare, che oggi le imprese dei servizi di mercato contribuiscono alla formazione del valore aggiunto e dell’occupazione in misura superiore al 50% del totale. Questo ritorno alla crescita passa per la realizzazione di interventi lungo sei assi tematici.
1. Riforme istituzionali, federalismo fiscale e riforma fiscale
E’ necessario un rilancio delle riforme istituzionali, a partire dalla riduzione dei costi della rappresentanza politica, così come è indispensabile ancorare a solidi principi di riferimento l’attuazione del federalismo fiscale. Ma soprattutto va proseguita l’azione di contrasto e recupero dell’evasione e dell’elusione riducendo contestualmente le aliquote di prelievo fiscale senza traslare la pressione “dalle persone alle cose”. Occorre, poi, procedere a coraggiose alienazioni di patrimonio pubblico per ridurre il debito e finanziare la spesa pubblica strategica per il futuro del Paese.
2. La politica per i servizi
L’ulteriore e fondamentale impegno che oggi chiediamo è quello di una vera e propria politica per i servizi, fatta di semplificazioni, di flessibilità governata e contrattata nel mercato del lavoro, di sostegno all’innovazione e di liberalizzazioni. Queste ultime, in particolare, sui servizi energetici, telefonici e postali, bancari e assicurativi, sui servizi pubblici locali, sul sistema delle professioni e sul trasporto ferroviario. Anche un rapporto più collaborativo tra banca e impresa è componente rilevante di una moderna politica per i servizi.
Dopo “Industria 2015”, è arrivato il momento di un “Piano d’azione per lo sviluppo dell’economia dei servizi”, con un quadro organico di misure per l’innovazione tecnologica ed organizzativa delle imprese dei servizi. E’ necessario incentivare trasformazioni e potenzialità del pluralismo distributivo che è patrimonio dell’identità italiana, oltre che cogliere tutte le opportunità di una grande risorsa come il turismo. Tutti questi obiettivi di crescita e di sviluppo richiedono un forte impegno per la qualificazione del capitale umano, con scelte conseguenti per la scuola e l’Università.
3. Ambiente ed energia per lo sviluppo sostenibile
Costruire uno sviluppo sostenibile oggi può anche essere una grande opportunità di innovazione tecnologica e di specializzazione produttiva. Ciò richiede fiducia nel mercato e un’azione pubblica orientata alla valutazione dei risultati più che al mero controllo preventivo. Sul versante della gestione dei rifiuti, bisogna intervenire in profondità sull’attuale configurazione del sistema di controllo e tracciabilità (SISTRI) operandone una decisa semplificazione operativa. Quanto ai costi dell’approvvigionamento energetico del Paese, va adottata una strategia che preveda il potenziamento dei gasdotti, la gestione efficiente e indipendente delle infrastrutture energetiche, la diversificazione del mix produttivo, il riequilibrio e la riduzione del prelievo fiscale e la promozione della generazione diffusa sul territorio e del mercato dell’efficienza energetica.
4. Infrastrutture e trasporti: l’Italia come piattaforma logistica
L’Italia deve riuscire a recuperare lo svantaggio competitivo che le deriva dalle inefficienze fisiche ed organizzative dei trasporti e della logistica tramite un’azione coordinata sulle infrastrutture e sulle regole che governano il funzionamento del settore. Le azioni prioritarie sono: una compiuta attuazione della riforma che liberalizza le attività di autotrasporto e logistica; l’adozione di un Patto e un Piano Nazionale per la mobilità urbana; un’effettiva liberalizzazione del mercato del trasporto ferroviario; una strategia di riordino e razionalizzazione del trasporto aereo; lo sviluppo dei trasporti marittimi e delle autostrade del mare, potenziando nel contempo le infrastrutture portuali e retroportuali e i loro collegamenti con il territorio.
5. Per il Mezzogiorno
Per ridurre il divario di crescita e di sviluppo del Mezzogiorno, è necessario perseguire pochi e fondamentali obiettivi strategici, privilegiando la costruzione di condizioni di contesto che consentano una maggiore produttività delle imprese e del lavoro. Servono incentivi automatici e fortemente selezionati per le attività d’impresa, e occorre rafforzare le infrastrutture con particolare attenzione alla logistica urbana. Quanto alla risorsa-turismo, le azioni da intraprendere spaziano dal miglioramento della qualità e della fruibilità del patrimonio ambientale e culturale alla valorizzazione di un’accoglienza basata su un’offerta integrata di servizi di qualità. La qualificazione ed il riposizionamento competitivo dell’offerta produttiva, infine, vanno perseguiti puntando sull’innovazione, in particolare attraverso reti funzionali alla sua propagazione.
6. Anzitutto, tutela della legalità e della sicurezza
Senza legalità e sicurezza non c’è crescita stabile e duratura, e non c’è sviluppo. Per questo, l’impegno contro ogni forma di criminalità va tenuto costantemente alto. Va resa ancora più stretta la collaborazione tra associazioni imprenditoriali e istituzioni, e non vanno lesinate le risorse necessarie per assicurare sempre maggiore efficacia all’azione delle forze dell’ordine e della magistratura. Occorrono, in particolare, determinazione e severità nei confronti di patologie come l’abusivismo e la contraffazione che alterano mercato e concorrenza ed alimentano economia sommersa e lavoro nero.
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I “numeri” della crisi
Pil: crescita a passo di lumaca
Dal 2000 ad oggi Francia e Germania sono cresciute ad un tasso superiore di oltre 4 volte a quello dell’Italia: variazione Pil in termini reali 2000-2011 Francia +13,8%, Germania +12,7%, Italia +3,2%
Redditi e risparmi delle famiglie
-3,6% il reddito pro capite delle famiglie negli ultimi 10 anni e risparmi dimezzati rispetto a 5 anni fa
Consumi in caduta libera
-3,5% la spesa pro capite delle famiglie tra il 2007 e il 2010
Il contributo dei settori economici al Pil e all’occupazione
Pil | Occupazione | |
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Servizi di mercato | 47,1% | 40,6% |
Industria | 25,3% | 26,2% |
Agricoltura | 1,9% | 5,3% |
Fisco
Da 10 anni pressione fiscale sempre sopra la media europea
La sofferenza delle imprese commerciali
Dal 2008 ad oggi hanno chiuso oltre 180 negozi al giorno
“Cara” burocrazia
Adempimenti amministrativi e lungaggini burocratiche costano alle imprese dei servizi oltre 8 miliardi l’anno
Credito con il “contagocce” per le imprese
Negli ultimi 2 anni, oltre 1/4 delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi ha avuto meno credito di quanto richiesto.
Il “fiorente” mercato dei falsi
Fino a 7 miliardi il giro d’affari di abusivismo e contraffazione
Il crimine ha i suoi costi
Oltre 5 miliardi la spesa sostenuta dalle imprese del commercio e dei pubblici esercizi per far fronte alla criminalità
Infrastrutture, trasporti e logistica: lavori in corso…
L’intera rete metropolitana italiana è inferiore a quella della sola Madrid e la Francia, con la metà dei nostri chilometri di coste, ha 50 mila posti barca in più. Il costo complessivo dell’inefficienza logistica del Paese è pari a circa 40 miliardi
Digital divide
1/3 delle micro imprese in Italia non possiede ancora un Pc e solo il 57% ha l’accesso alla banda larga
Il Mezzogiorno arranca…
Crescita lenta e spopolamento allontanano sempre più il Sud dal resto per Paese
Il turismo in frenata
Dal 2000 al 2010 il contributo al Pil del turismo italiano è sceso dall’11% a poco più dell’8%
Costo dell’energia
La bolletta elettrica delle nostre Pmi è superiore di quasi il 30% alla media europea e il doppio di quella di un’impresa francese
Dati: elaborazioni Confcommercio su fonti varie
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Gli interventi della tappa di Milano del 25 ottobre 2011
- Carlo Sangalli, Presidente Confcommercio
- Renato Borghi, Vice Presidente Delegato per l'Organizzazione e Presidente Federazione Moda Italia
- Dino Abbascià, Presidente di Assintel e Presidente Commissione Innovazione e Servizi di Confcommercio
- Adalberto Corsi, Presidente di F.N.A.A.R.C.
- Giorgio Rapari, Presidente di Assintel e Presidente Commissione Innovazione e Servizi di Confcommercio
- Giuseppe Roscioli, Vice Presidente Vicario Federalberghi
- Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe
- Paolo Uggè
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Gli interventi della tappa di Napoli del 22 novembre 2011
- Carlo Sangalli, Presidente Confcommercio
- Maurizio Maddaloni, Presidente Camera di Commercio Napoli
- Pietro Russo, Presidente Ascom Napoli
- Alessandro Ambrosi, Presidente Commissione Credito di Confcommercio-Imprese per l’Italia
- Dati Ufficio Studi Confcommercio sul Mezzogiorno
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