Autotrasporto in piazza contro l'immobilismo del Governo

Autotrasporto in piazza contro l'immobilismo del Governo

Sabato 18 marzo, su iniziativa di Unatras, gli autotrasportatori protesteranno in tutta Italia contro le mancate risposte del Governo alle numerose domande poste. Il presidente Fai Conftrasporto, Paolo Uggè: "Naturale conseguenza di aspettative disattese".

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6 marzo 2017

Sabato 18 marzo, su iniziativa di Unatras - la sigla che riunisce le maggiori federazioni del settore -, gli autotrasportatori protesteranno in tutta Italia contro le mancate risposte del Governo alle numerose domande poste. Di carne al fuoco ce n'è parecchia: dalla determinazione mensile dei costi indicativi di esercizio dei servizi allo sblocco del rilascio delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali, all'assunzione di iniziative che garantiscano la trasparenza del mercato nazionale e internazionale. Il presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè definisce la mobilitazione "La naturale conseguenza di aspettative disattese, una conclusione alla quale gli autotrasportatori sono giunti dopo lunghi mesi di silenzi, addirittura di retromarce su impegni già presi". Date le premesse, per Conftrasporto non ci si poteva aspettare una risposta diversa da questa; a provocarla, per il presidente Uggè, "I mancati riscontri su alcuni temi centrali per la categoria, per i quali il Governo, e non solo il ministero dei Trasporti, avrebbe dovuto impegnarsi. Per risolvere certe situazioni – spiega il presidente della Confederazione dei trasporti – è necessario che ci sia un coordinamento, un punto di riferimento ben preciso. Altrimenti accade, com'è successo, che i rappresentanti della categoria firmino un protocollo d'intesa con i rappresentanti di un ministro e poi quell'impegno, frutto di mesi di trattative e di lavoro, finisca col diventare carta straccia". Così le questioni sul tappeto si sono moltiplicate. "L'elenco è lungo – avverte Uggè - Penso alla circolare dell'Inps per la defiscalizzazione riguardante gli autisti all'estero, che le imprese attendono da mesi, la cui firma a parole sembrava imminente e che non è mai stata diffusa. Oppure ai tagli delle risorse per il settore che hanno portato alla riduzione degli sconti per i Tir sui pedaggi industriali, allargando ancora di più la forbice a sfavore delle imprese italiane in materia di competitività. E ancora, alle risorse per il trasporto combinato strada mare e strada rotaia che l'Unione europea aveva già approvato e che il nostro Paese nel 2016 è riuscito incredibilmente a perdere per strada; o al fatto che i 280 ingegneri attesi negli uffici delle Motorizzazioni civili per far finalmente ripartire le revisioni, e non tenere fermi migliaia di mezzi, non sono stati assunti perché mentre il Ministero dei Trasporti ne decretava l'urgentissimo bisogno il Ministero dell'Economia bocciava la richiesta. Come se nella cabina di un Tir un conducente girasse il volante a destra e il suo "secondo" dall'altra parte… La protesta del 18 – conclude il presidente di Conftrasporto - vuol essere l'ultima occasione per spiegare al Governo che una volta fatta una scelta occorre sapere proseguire tutti in quella direzione, altrimenti si provocano solo danni"

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