Cgil, Cisl e Uil: "il Governo cambi linea o non ci fermeremo"

Cgil, Cisl e Uil: "il Governo cambi linea o non ci fermeremo"

D: 17-4-2002 P:01 T:Dopo lo sciopero il Governo cerca di far ripartire il dialogo

DateFormat

17 aprile 2002
Cgil, Cisl e Uil: “il Governo cambi linea o non ci fermeremo”

Cgil, Cisl e Uil: “il Governo cambi linea o non ci fermeremo”

 

Tre milioni di persone in piazza e nove lavoratori su dieci con le braccia incrociate. I sindacati cantano vittoria per l’andamento dello sciopero generale del 16 aprile: “il Paese è fermo, un Ferragosto a metà aprile”, hanno annunciato a Firenze, Bologna e Milano i leader di Cgil, Cisl e Uil. '”O il Governo cambia linea o non ci fermeremo”: questa la parola d’ordine dei loro comizi, durante i quali hanno anche respinto con forza l’accusa di “sciopero politico” arrivata dal vicepremier Gianfranco Fini e dal ministro per le Riforme istituzionali Umberto Bossi.

Per i sindacati la richiesta è sempre la stessa: se vuole far ripartire il dialogo, il Governo deve stralciare le modifiche all’articolo 18 dalla delega sulla riforma del mercato del lavoro. In più, chiedono di rinunciare al taglio dei contributi previdenziali per i neo  assunti e di rivedere la delega sul fisco e le riforme della scuola e della sanità.

“Sappiano il Governo e le imprese che non ci fermeremo fino a quando non avremo realizzato i nostri obiettivi. Dopo lo sciopero generale il leader della Cgil Cofferati si è detto convinto “che esistano le condizioni per fare cambiare idea al governo e per fargli stralciare l’articolo 18 dalla delega sul lavoro”. Per Cofferati comunque, “se il governo confermasse la sua indisponibilità allo stralcio non ci potrà essere nessun confronto”.

Il leader della Cgil, inoltre, ha sottolineato come “l’atteggiamento del Governo sia fatto di molte contraddizioni: l’Esecutivo - ha detto il segretario della Cgil - sostiene tesi difformi tra loro. Infatti, si dice disponibile al dialogo e poi drammatizza la situazione mettendo la fiducia su un  provvedimento importante, come quello relativo alla scudo  fiscale e al sommerso”. Sulla stessa linea Savino Pezzotta e Luigi Angeletti. “Se il Governo vuole ripristinare il dialogo - ha detto a Milano il segretario generale della Cisl - il sindacato è disponibile; solo che bisogna togliere le cose che lo impediscono. Ma se le cose non cambiano tutto si fa più difficile. E se si sceglie lo scontro, il Governo sappia che non ci faremo intimidire e che non ci chiuderemo nel fortino delle fabbriche”. A questo punto un “Governo forte, quando si accorge che una questione come questa dell’art. 18 impedisce l’avvio di vere riforme, deve avere il coraggio di toglierla di mezzo. A meno che non ci sia altro dietro”. “Insomma –ha detto Pezzotta - credo che a questo punto nel Governo debba prevalere la saggezza”. Per il numero uno della Uil, che ieri era a Bologna, “il Governo deve dare una risposta agli italiani che hanno detto no alle modifiche delle regole sui  licenziamenti senza giusta causa”. “Crediamo che il Governo - ha detto Angeletti - debba dare una risposta non al sindacato ma agli italiani che ieri hanno scioperato contro le modifiche all’articolo 18”.

 

 

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca