Nel terziario toscano 30mila posti di lavoro a rischio

Nel terziario toscano 30mila posti di lavoro a rischio

Allarme della Confcommercio regionale e dei sindacati di settore in caso di mancata proroga degli ammortizzatori sociali. 

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12 gennaio 2022

​​​​​​Se il Governo non interviene con nuovi ammortizzatori sociali che aiutino le imprese a evitare i licenziamenti sono a rischio almeno 30mila posti di lavoro nel terziario toscano. È l’allarme messo nero su bianco in una nota congiunta da Confcommercio Toscana e dai sindacati regionali dei lavoratori (Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil). "Con il rialzo dei contagi e le nuove regole di contenimento della pandemia, molte imprese sono di nuove piombate nell'incubo'', spiega il direttore di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni. ''A vivere le situazioni più drammatiche sono i comparti di turismo e pubblici esercizi, con le discoteche in testa, ma nei centri storici delle città d'arte la crisi tocca un po' tutte le attività, dal commercio ai servizi. Senza turisti, con pochi residenti e ora con i lavoratori di pubblico e privato spesso nuovamente assenti perché in smart working, i locali hanno perso il 70% degli incassi e oltre. Difficile dire quanto possano ancora durare queste aziende, già logorate da due anni di stop and go. Va meglio nelle periferie e nei borghi più piccoli, dove si lavora con i residenti, ma anche lì la riduzione degli affari c'è, sebbene limitata a un 30% circa", continua

''Viviamo un lockdown mascherato, che stavolta non tocca alle imprese ma alle persone. Così, il Governo evita di prendersi responsabilità e ci abbandona a gestire la crisi da soli'', sottolinea con durezza il presidente della stessa Confcommercio Toscana, Aldo Cursano. ''Con incassi in picchiata e costi che continuano a correre al rialzo, vedi le bollette, la nostra priorità ora è sopravvivere. E questo significa che, se la cassa integrazione non sarà rifinanziata, ricorrere ai licenziamenti sarà per noi uno strumento di legittima difesa. Ma sarà come gettare al vento anni di sacrifici, di formazione e di esperienza, quel saper fare che solo un dipendente ben preparato può possedere ai massimi livelli. Quando ripartirà l'economia, tutte le nostre imprese saranno più povere, senza le persone alle quali ora sono costrette a rinunciare. Sarà più povero tutto il nostro Paese, che così rinuncia ad un modello produttivo e distributivo che ha creato uno stile di vita invidiato nel mondo''.

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