Conftrasporto: “Salini ha ragione, opere infrastrutturali base della ripresa”

Conftrasporto: “Salini ha ragione, opere infrastrutturali base della ripresa”

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23 marzo 2021

“Dal 2015 a oggi la spesa per le infrastrutture strategiche non ha superato i 57,6 miliardi. Ne sono stati impegnati solo 24 miliardi e spesi appena 7. Per ‘gentile’ concessione dell’Unione europea, entro il 31 dicembre 2023 dovremmo spendere i restanti 30 miliardi. Sono responsabilità politiche pesanti, che di fatto hanno impedito il processo di infrastrutturazione del Paese e in particolare del Mezzogiorno, dove su circa 26 miliardi di progetti approvati, solo 5 miliardi sarebbero stati attivati”. Il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè, sostiene così e rilancia l’appello dell’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini.

A fermare le opere è “la cultura del divieto di alcune forze politiche che hanno utilizzato le revisioni di progetto e le analisi costi/ benefici per bloccare di fatto quanto previsto dalla legge obiettivo n 443 del 2001. Basti pensare all’alta velocità tra Milano e Genova e tra Verona, Vicenza e Padova; al nodo dell’alta velocità di Firenze; al terzo valico dei Giovi; alla tangenziale di Genova. Tutte opere già cantierate e non dimentichiamo - spiega Uggè - le figuracce rimediate sulla Tav Torino-Lione. In questi anni più di 100mila imprese del comparto delle costruzioni sono fallite e circa 600mila lavoratori hanno perso il posto”.

Anche sul sul Ponte sullo Stretto Uggè si schiera con Salini, per il quale l’opera darebbe una risposta all’infrastrutturazione del Paese rilanciando l’occupazione nel Sud: “non è un’opera nazionale, ma parte del Corridoio europeo, cofinanziato, che dovrebbe collegare Helsinki a La Valletta, frutto di scelte avvedute effettuate in Europa, ma che sono rimaste bloccate per ideologie tutte nazionali”.

“Conftrasporto non potrà che schierarsi apertamente con il Governo, se volesse far partire le opere lasciate sulla carta. Si rimuovano gli ostacoli, come le teorie sulla ‘decrescita felice’. Torniamo al general contractor, con controlli a posteriori per colpire chi opera violando le leggi. Evitiamo interventi che producano la messa sotto sequestro dei lavori. Colpiamo i responsabili, non le opere”, continua il presidente.

Per Conftrasporto, insomma, bisogna ascoltare ciò che dice un’imprenditore come Salini: “il presidente del Consiglio sa benissimo che le affermazioni di uno dei più grandi imprenditori italiani delle costruzioni sono la soluzione. Non si perda tempo. Solo così l’Italia, al di là delle chiacchiere sullo ius soli o sulle ideologie green troppo spesso utilizzate per bloccare tutto, potrà avviarsi alla ripresa”. 

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