Conftrasporto su tariffe: "Liberalizzazione controllata non selvaggia"

Conftrasporto su tariffe: "Liberalizzazione controllata non selvaggia"

P:07 D:27-6-2002 T:Sulle autostrade del mare servono fatti non chiacchiere

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27 giugno 2002
Conftrasporto: “Liberalizzazione controllata e non selvaggia”

Conftrasporto su tariffe: “Liberalizzazione controllata e non selvaggia”

 

“E’ stata una intuizione giusta e adeguata l’iniziativa del governo Berlusconi sulle tariffe di trasporto e il presidente di Confindustria dovrebbe ben sapere che, nel mondo da Lui rappresentato, non esistono “prigionieri di prezzi e tariffe” ma per lo più imprese che violano deliberatamente una legge dello Stato e concorrono, con i loro comportamenti, a determinare condizioni di insicurezza sulle strade.” Questo il commento di Paolo Uggè, segretario generale di Conftrasporto – Confcommercio, alle dichiarazioni del presidente di Confindustria Antonio D’Amato rilasciate all’Assemblea di Confetra.

“Le scelte attuate dal governo Berlusconi, come ribadito dallo stesso ministro Lunardi,  hanno inteso giustamente, invece, dare il via ad una fase di liberalizzazione che non può essere, come ipotizza il presidente di Confindustria, selvaggia ma solo il frutto di processi lenti e concordati tra le parti che devono essere disponibili ad assumersi precise responsabilità nel garantire i comportamenti idonei a realizzare condizioni di sicurezza sulle strade. Il principio della corresponsabilità – prosegue la nota di Conftrasporto -  è in atto in altri Paesi europei e indicato nello stesso libro bianco dei trasporti della U.E. ma Confindustria si è sempre opposta al suo riconoscimento, trincerandosi dietro principi generici sul libero mercato, che in realtà significa consentire la possibilità, per i committenti, di scaricare le loro inefficienze sul trasporto, continuando a non preoccuparsi delle conseguenze che poi finiscono per scaricarsi sulla collettività tutta”.

“Un mercato senza regole è un mercato dove solo il capitalismo di rapina si realizza.” Così sostiene F.Braudell. “Se Confindustria intende realmente operare per determinare condizioni eque che forniscano a tutti pari opportunità e dignità, si impegni – conclude Uggè - in una battaglia di civiltà per una maggior sicurezza per tutti e la smetta di chiedere le liberalizzazioni solo per taluni settori. A meno che per il presidente D’Amato possano sussistere liberalizzazioni di serie “A” o di serie “B”, a seconda di chi siano gli interessi coinvolti.”

 

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