Destra e sinistra divise sull'equo compenso
Destra e sinistra divise sull'equo compenso
Alla tavola rotonda promossa da da Aiap e Confcommercio professioni si è parlato anche, inevitabilmente, dell'attualità. Nel caso specifico, dell'equo compenso, al centro del Ddl all'esame della Commissione Lavoro del Senato. E proprio il presidente della Commissione, Maurizio Sacconi, ha sottolineato che il provvedimento "contiene parametri minimi di retribuzione per le professioni ordinistiche, ma voglio fare qualcosa anche per le non ordinistiche. Tuttavia, l'idea di introdurre un equo compenso partendo dalla P.A. non mi trova d'accordo. Io credo nella capacità dello strumento civilistico nel regolare i rapporti e nella forza dell'associazionismo, la legge deve solo svolgere funzioni di sostegno". Più in generale, Sacconi ha definito "antistorica e assurda la differenza tra subordinazione e autonomia contenuta nel jobs act" e ha sottolineato che "oggi si ripropone l'antico problema della giusta remunerazione del lavoro perché ci ritroviamo di fronte, a una sfacciata riproposizione del lavoro gratuito, come i tirocini ripetuti e lontani dal percorso curricolare e al bando di gara pubblica che chiede del lavoro gratis addirittura a professionisti anche ordinistici, frutto di una concorrenza sfrenata e senza regole anche nel lavoro autonomo". Infine, Sacconi ha evidenziato come "Confcommercio ha superato la crisi della rappresentanza storica crescendo In credibilità grazie anche all'apertura alle nuove professioni". La parola è quindi passata ad Annarita Fioroni, responsabile di Confcommercio Professioni, per la quale "i liberi professionisti che vogliono restare tali vogliono risposte e una l'ha già data il jobs act degli autonomi. Sull'equo compenso, il problema sono i rapporti con i grandi committenti e la riconoscibilità della prestazione, il cui valore è spesso difficilmente quantificabile. Noi vogliamo esaltare le peculiarità di ogni singola professione favorendone la riconoscibilità. È' difficile, ma una risposta sull'equo compenso va data, sta a noi e alla politica trovare le adeguate soluzioni". Infine il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Cesare Damiano, per il quale "siamo in presenza di una rivoluzione continua nel mondo del lavoro: bisogna studiare continuamente perché l'evoluzione è talmente rapida che altrimenti si sarebbe travolti. Il modello fordista è tramontato con la globalizzazione senza regole, ha vinto la cultura della competizione al ribasso. E in una società liquida, è diventato liquido anche il lavoro". E' necessario allora, per il lavoro dipendente, "costruire un pavimento universale di diritti tramite la negoziazione stabilendo però chi ha diritto a negoziare. Per il lavoro autonomo sono invece favorevole all'equo compenso partendo dalla P.A. : bisogna intervenire perché la conseguenza del libero mercatismo porta al lavoro gratis dei lavoratori autonomi". Damiano ha concluso proponendo, l'istituzione di "un tavolo con governo e associazioni per fissare standard universali di riferimento, altrimenti siamo alla guerra tra poveri con la stessa logica perversa degli appalti al massimo ribasso".