"Regione Friuli lungimirante su fondi per le pmi"

"Regione Friuli lungimirante su fondi per le pmi"

I presidenti di Confcommercio Trieste e Fvg "plaudono" all'iniziativa della Giunta regionale di prevedere nella manovra estiva fondi per 40 milioni a favore delle piccole e medie imprese del territorio.

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26 maggio 2022

Un intervento definito "lungimirante" e quanto mai utile in un momento economico difficile. Cosi il presidente di Confcommercio Trieste, Antonio Paoletti, ha commentato l'iniziativa della Giunta del Friuli Venezia Giulia di prevedere nella manovra estiva fondi per 40 milioni di euro a favore delle piccole e medie imprese del territorio. "Un intervento quanto mai lungimirante, che tiene conto non solo degli effetti non ancora superati della pandemia, ma anche di un quadro che si è clamorosamente complicato prima per la carenza di materie prime, e conseguenti aumenti, e poi, con la guerra in Ucraina, con pesantissimi rincari energetici che penalizzano soprattutto le imprese di minori dimensioni". Paoletti ha partecipato ad un incontro con il presidente del Fvg Massimiliano Fedriga e l'assessore regionale alle Attività produttive Sergio Bini. Si tratta, ha aggiunto il presidente di Confcommercio Fvg, Giovanni Da Pozzo, di "un risultato frutto del lavoro fatto dall'Unione Confcommercio regionale, d'intesa con l'assessore Bini, per contenere i danni di una congiuntura mai così complicata".

 

In Fvg  sette imprese su dieci penalizzate dalla guerra

Il 68% delle imprese del terziario del Friuli Venezia Giulia ritiene rilevante e pericoloso l'impatto della guerra in Ucraina sull'andamento della propria azienda. Oltre l'80%, poi, lamenta l'aumento dei costi di energia e utenze (84%) e delle materie prime (86%), mentre il rincaro dei trasporti e dei servizi di logistica interessa il 75%. In generale, il 25% si aspetta "certamente" una riduzione degli ordini nei prossimi mesi a causa della crisi internazionale e un altro 50% la teme. E' quanto emerge dall'Osservatorio congiunturale Confcommercio Fvg-Format Research.

Secondo l'indagine, le imprese affrontano la nuova crisi senza però interrompere i rapporti di lavoro (solo il 6% intende farlo) e stanno riducendo al minimo l'impatto sugli investimenti (solo il 18% li ridurrà o annullerà). Il 36% ritiene però che l'impatto della guerra sia più significativo della crisi provocata dalla pandemia, mentre per il 33% sarà simile. In generale, nella prima parte del 2022 peggiora la fiducia delle imprese rispetto al periodo precedente, anche se il dato è migliore rispetto alla media nazionale. In lieve peggioramento anche i ricavi, che però "tengono" sia rispetto al trimestre precedente sia in prospettiva. Nei primi mesi del 2022 c’è un incremento "abnorme" dei prezzi praticati dai fornitori ma resta stabile la situazione occupazionale.

"È uno scenario che risente inevitabilmente della congiuntura internazionale - osserva il presidente di Confcommercio Fvg, Giovanni Da Pozzo - e non c'è dubbio che il conflitto alle porte dell'Europa abbia frenato la ripartenza, con aumenti consolidati e bollette rincarate che penalizzano pesantemente le imprese e mortificano il potere d'acquisto dei consumatori".

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