Giovannini: "Il 2022 sarà un anno cruciale per le politiche dei trasporti"

Giovannini: "Il 2022 sarà un anno cruciale per le politiche dei trasporti"

Il ministro per le Infrastrutture e Mobilità sostenibili Enrico Giovannini: "Serve una visione integrata del sistema dei trasporti da fare con un grande salto culturale”. "Con il decreto infrastrutture e trasporti possiamo creare il Centro per l'innovazione e la sostenibilità in materia di infrastrutture ".

DateFormat

10 novembre 2021

Abbiamo una visione per governare le transizione”. Questo il messaggio che il ministro per le Infrastrutture e Mobilità sostenibili Enrico Giovannini, ha voluto far passare nel suo intervento al Forum internazionale di Conftrasporto. “In questi nove mesi – ha detto Giovannini - abbiamo provato a cambiare l’approccio ai problemi Una visione integrata del sistema dei trasporti rappresenta un grande salto culturale”. “Serve lo sforzo di tutti – ha detto Giovannini -per implementare quella conoscenza collettiva di cui abbiamo bisogno con le dovute attenzioni ad ogni settore che è più o meno avanti dal punto di vista tecnologico”. Il ministro ha poi ricordato che è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto legge Infrastrutture e trasportiche ci consente, tra l'altro, di creare questo Centro per l'innovazione e la sostenibilità in materia di infrastrutture e mobilità, il Cismi, perché abbiamo bisogno di portare al mistero competenze avanzate, tecnologiche, per confrontarci anche con gli esperti del settore”. Il ministro ha poi sottolineato che "alla Cop26 si chiudono una serie di impegni e dichiarazioni importanti sul tema dei trasporti. Dobbiamo essere nel gruppo di testa dei Paesi perché da questo dipende la competitività. Si tratta di obiettivi ambiziosi ma necessari". “Il 2022 – ha concluso Giovannini - sarà un anno cruciale per disegnare e rinnovare le politiche di cui siamo competenti, per fare quel salto che, credo, sia auspicato da tutti ma che non è proprio banale da realizzare".

 

Messina (Assarmatori): "Il Fit for 55 rischia di affondare lo shipping"  

 

Il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, ha partecipato ai lavori della seconda giornata del Forum di Conftrasporto. “La Ue - ha detto Messina - sta sbagliando strada, le norme sullo shipping del Pacchetto Fit for 55, quelle per abbattere le emissioni delle navi, non aiuteranno l’ambiente e affosseranno l’economia”. "Come è noto nel luglio scorso la Commissione ha presentato un insieme di misure per la riduzione delle emissioni, che anticipano diverse scadenze del percorso di transizione energetica che l’IMO, l’autorità delle Nazioni Unite che si occupa di trasporto marittimo, ha avviato da oltre dieci anni. Per spingere lo shipping verso l’uso di fuel green la Commissione UE propone di disincentivare l’uso di carburanti fossili attraverso misure fiscali, come l’estensione al trasporto marittimo del sistema europeo di scambio delle emissioni (EU Emission Trading System – EU-ETS) e l’introduzione, a partire dal 2023, di una tassa da applicare a tutti i carburanti venduti nell’area economica europea, con l’opzione, per gli Stati Membri, di estenderla anche ai viaggi internazionali".

 

 

Lo shipping internazionale - ha osservato Messina - che attualmente scala i porti europei cercherà di eludere le nuove imposizioni evitando di toccare i porti europei e scalando invece gli hub già esistenti ai confini dell’EU o di quelli in corso di realizzazione, ad esempio in Nord Africa sulla sponda sud del Mediterraneo". "E l’aspetto più grave - ha aggiunto il presidente di Assarmartori - è che questa impostazione autolesionistica non servirà nemmeno a ridurre le emissioni, non perché manchi la volontà degli armatori, che anzi è forte, ma perché mancano le tecnologie, i fuel alternativi e le reti di distribuzione degli stessi. E mancheranno ancora per molto, mentre sono a disposizione carburanti di transizione, come il GNL, che nel pacchetto Fit for 55 non viene considerato green e sarà quindi tassato, ma che consente già di ridurre drasticamente le emissioni nocive e di iniziare il percorso verso la decarbonizzazione del trasporto marittimo con riduzioni dell’ordine anche del 20% delle emissioni di CO2”.

 

Alla politica - ha concluso Messina - diamo, quindi, un messaggio chiaro: prima di sposare iniziative di Stati Membri che, oggettivamente, non subiscono le stesse conseguenze delle iniziative che coinvolgono lo shipping, l’Italia dovrebbe soppesare attentamente le ricadute economiche, industriali e sociali di quelle scelte. In ballo c’è il futuro dell’economia del Paese e del lavoro”.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca