Il credito al consumo vale oltre 70 miliardi
Il credito al consumo vale oltre 70 miliardi

Il credito consumo vale oltre 70 miliardi
A giugno 2005 la crescita del credito al consumo in Italia mostra un'ulteriore accelerazione, con un tasso di incremento delle consistenze del 16,1% rispetto all'11,6% di giugno 2004, ed una consistenza di mercato che si attesta a circa 70 miliardi di euro. Inoltre, si conferma la tendenza per cui un maggiore contributo alla crescita del credito al consumo è stato generato da istituzioni finanziarie e banche specializzate rispetto al comparto delle banche generaliste, con gli operatori specializzati che hanno gestito il 74,7% dello stock complessivo del credito al consumo (+2% rispetto al primo semestre 2004). Sintomo, questo, della crescente specializzazione degli operatori presenti nel comparto.
E' quanto rende noto il diciannovesimo rapporto dell''Osservatorio sul credito al consumo Assofin-Crif-Prometeia, secondo cui sono però a rischio operazioni per circa 2 miliardi di euro e riguardanti oltre 630mila consumatori nel caso fossero ridotti i tempi di conservazione dei dati positivi nei sistemi di informazione creditizi. Il totale di consistenze di crediti erogati a favore delle famiglie ha registrato una crescita del 13,6%, in accelerazione rispetto all'11,8% di giugno 2004. Tale crescita, secondo lo studio, è stata ancora una volta sostenuta dalla componente dei mutui che, pur a fronte di un graduale rallentamento rispetto a giugno 2004, ha evidenziato un incremento del 18,7%.
Nella composizione dei crediti complessivi, le componenti del redito al consumo e dei mutui fondiari sono giunte a rappresentare rispettivamente il 17,7% e il 51% circa a fronte dell'ulteriore riduzione della quota degli altri prestiti. In termini generali, il ricorso complessivo al credito da parte delle famiglie è in costante aumento, sostenuto principalmente da fattori di carattere strutturale, quali l'evoluzione della cultura finanziaria delle famiglie, sia nei confronti dell'approccio al credito sia nelle scelte di allocazione del portafoglio, ma ciò nonostante il livello permane ancora significativamente inferiore rispetto a quello mediamente registrato negli altri Paesi della Ue. Questo, secondo Assofin-Crif e Prometeia, concorre ad allontanare la percezione di un reale rischio di sovraindebitamento delle famiglie italiane. Peraltro, il livello contenuto dei tassi di interesse contribuisce a mantenere modesto l'impatto sui redditi e, quindi, sulla sostenibilità del debito stesso.