Il Sistri va in archivio, ma la Prestigiacomo non ci sta

Il Sistri va in archivio, ma la Prestigiacomo non ci sta

La manovra abroga il sistema per la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi che sarebbe dovuto partire il primo settembre. Ma per il ministro dell'Ambiente è un "regalo alle ecomafie". Il Pd: "agli imprenditori è già costato 90 milioni di euro".

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24 agosto 2011

Nella manovra è prevista l'abrogazione del Sistri, il sistema per la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi che sarebbe dovuto partire fra una decina di giorni. Annunciato l'8 marzo di quest'anno, doveva partire definitivamente, dopo un'intesa con le imprese, il primo settembre, con scaglioni a seconda della grandezza delle aziende, fino al primo gennaio 2012. Il sistema consente di seguire dalla produzione allo smaltimento tutti i rifiuti speciali, che rappresentano l'80% di quelli prodotti in Italia, e prevede sui camion scatole nere e chiavette Usb dove registrare tutti i dati relativi al carico
e telecamere posizionate in oltre 400 impianti di smaltimento, tra inceneritori e discariche. Un meccanismo che consente di riprodurre su mappe e monitor i movimenti dei rifiuti speciali e che coinvolge quasi 300 mila soggetti gestori e circa 22mila aziende di trasporti interessate. Nel giorno dell'avvio al Senato dell'esame del decreto, ha però fatto sentire forte la sua voce il ministro
dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che ha parlato di una ''resa alle ecomafie'' e di un "atto di miopia politica che scoraggia gli onesti''. Abrogare il Sistri, ha proseguito il ministro ''significa disattendere un obbligo europeo, rinunciare di fatto alla legalità in un settore su cui prosperano gli affari delle mafie, lasciare senza un effettivo controllo 14 milioni tonnellate di veleni che ogni anno il
sistema produttivo italiano produce e sul cui smaltimento oggi non esiste alcun serio sistema di monitoraggio''. Di ''regalo alle ecomafie'' aveva tra l'altro parlato in precedenza anche il procuratore
nazionale antimafia, Piero Grasso. Intanto, su proposta del Pd, la commissione del Senato che si sta occupando della manovra ha votato perché il Sistri sia salvaguardato, chiedendo una proroga al primo gennaio della sua entrata in vigore. Per il sistema elettronico di controllo, ha evidenziato nei giorni scorsi la deputata del Pd Simonetta Rubinato, gli imprenditori "hanno già versato oltre 90 milioni di euro nelle casse dello Stato''.






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