Assemblea Fipe: “Formare e educare – I protagonisti per una nuova cultura del cibo”
Assemblea Fipe: “Formare e educare – I protagonisti per una nuova cultura del cibo”
È questa un’Assemblea particolarmente importante non solo per il tema pieno di futuro, che riguarda educazione e formazione.
Ma è un momento importante anche perché domani si terrà la parte elettiva dell’Assemblea, che – se non vede certo in discussione la guida della Federazione – rimane pur sempre un passaggio intenso di bilanci, progetti e nuovi inizi.
All’ultima Assemblea elettiva di 5 anni fa (era l’autunno del 2019) non potevamo certo immaginare cosa sarebbe successo soltanto pochi mesi dopo.
Proprio quella dei pubblici esercizi è stata una delle categorie più penalizzate dall’emergenza COVID con conseguenze economiche e simboliche di portata devastante.
Abbiamo attraversato una crisi sanitaria che si è presto trasformata in crisi economica e che non è diventata crisi sociale solo grazie all’incessante lavoro di corpi intermedi come FIPE, come Confcommercio.
Un incubo di regole e divieti, e accuse più o meno velate, che per bar, ristoranti e attività di intrattenimento si è trasformato in alcune fasi in un girone dantesco.
Eppure, la FIPE che è qui oggi è una Federazione ancora più forte e solida di 5 anni fa.
È una FIPE che ha rafforzato credibilità e reputazione, che ha allargato la propria base associativa e avvicinato tante grandi realtà che ne hanno riconosciuto autorevolezza e competenza.
E non è un caso che oggi, a questa Assemblea, si parli di due temi alti, per quanto molto concreti: formazione ed educazione.
Sono questi, temi centrali, nello sviluppo del terziario di mercato che Confcommercio rappresenta.
Proprio i nostri settori, infatti, sono quelli che hanno più spazio di crescita per produttività e innovazione, che nella formazione hanno un indispensabile carburante delle competenze.
Il Ministro Valditara ne è ampiamente consapevole e lo dimostra nel suo largo impegno nei confronti della formazione professionale.
E non è un caso che i nostri contratti abbiano una così ampia parte dedicata alla formazione, come welfare verso i lavoratori, ma anche come occasione di crescita per le imprese.
I contratti sono il nostro più antico “mestiere”, ma sono anche lo strumento con cui guardiamo al futuro.
Quest’ultima è stata in tal senso una fondamentale stagione di responsabilità nel rinnovo dei contratti, da quello del terziario a quello di Federalberghi a naturalmente quello di FIPE.
Il tema di formazione ed educazione legato al tema del cibo e dell’alimentazione va davvero molto più in là della questione economica.
La formazione permette di dare appunto “forma” ai nostri pensieri e di metterli in moto, quindi in “azione”. La formazione dà forma alle nostre scelte.
L’educazione ha un’etimologia se vogliamo ancora più profonda, perché viene dal latino “e-duco”, conduco fuori: quindi permetto alle parti migliori delle persone di venire alla luce.
Quando si parla di educazione alimentare significa letteralmente lavorare per “far venir fuori” la parte migliore del Paese.
Perché l’educazione alimentare è un tema di sostenibilità, ambientale innanzitutto. Infatti, spesso, il cibo che fa male è il cibo che viene prodotto sfruttando le risorse in modo intensivo.
L’Unione Europea, e qui mi rivolgo alla Presidente Picierno, da tempo sta lavorando su politiche ambientali anche del settore della ristorazione. Ed è decisamente più efficace quando riesce ad incidere sulla cultura del consumo e dello spreco rispetto a quando entra nei cavilli del singolo aspetto di somministrazione.
L’educazione alimentare è poi un tema di responsabilità, sociale come prima cosa.
Dal recente Atlante dell’infanzia di Save the children, presentato la scorsa settimana, è emerso un dato spaventoso: in Italia duecentomila bambini tra 0 e 5 anni di età vivono in povertà alimentare, cioè non mangiano in modo qualitativamente adeguato.
Con la cultura non si mangia, ha detto qualcuno. Ma il progresso culturale fa tutta la differenza su come si mangia.
Infatti, l’educazione alimentare è un tema di qualità perché l’educazione consente di fare scelte consapevoli e dunque qualitative.
Questo vale per il consumatore ed anche per il nostro impegno nella rappresentanza. Le nostre scelte di qualità a volte sono difficili. Ma solo così si è credibili e autorevoli.
Bisogna conoscere per capire e capire per scegliere bene.
Scegliere ci rende “protagonisti”, sempre per riprendere il titolo di questa Assemblea.
E – come ha detto il Presidente Sergio Mattarella alla nostra ultima Assemblea Confederale – il nostro mondo è “protagonista del divenire d’Italia”.
E protagonisti dobbiamo sforzarci di rimanere: protagonisti delle nostre città, protagonisti del cambiamento, protagonisti dello sviluppo. E, certamente, protagonisti della crescita del nostro Paese.
Confcommercio c’è.
La FIPE c’è.
C’è dentro la Confcommercio.
C’è accanto alla Confcommercio.
C’è nel Paese.