La spending review è legge

La spending review è legge

Il decreto di revisione della spesa pubblica è stato convertito in legge dalla Camera con 371 sì e 86 no. In precedenza l'Aula di Montecitorio aveva detto sì alla fiducia chiesta dal Governo.

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7 agosto 2012

Via libera finale della Camera al decreto spending review, che diventa così legge. L'Aula di Montecitorio, dopo aver detto sì alla fiducia (403 sì e 86 no ) ha dato l'ok definitivo al
provvedimento, che passa con lo stesso testo approvato dal Senato. I voti favorevoli sono stati 371, i contrari 86 e gli astenuti 22. Il provvedimento centra l'obiettivo di congelare l'aumento dell'Iva. E proprio la fretta di recuperare le risorse necessarie a scongiurarlo, ha ammesso il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo, non ha permesso di andare troppo per il sottile e ha portato a ''tagli generici''. Tagli che continuano a sollevare preoccupazioni e malumori, dalle Regioni agli amministratori locali, secondo i quali non di revisione della spesa si tratta, ma di un'altra manovra. E soprattutto sul taglio degli organici pubblici (ma anche sulla sanità) protestano anche i sindacati, Cgil e Uil in testa, che hanno già indetto lo sciopero generale per fine settembre e che mentre in Aula si voterà la fiducia, saranno davanti a Montecitorio con un presidio-flash mob, contanto di 'mannaie' a simboleggiare il peso della spending review che graverà sul lavoro pubblico. Il processo di spending review continuerà nei prossimi mesi, ha ribadito comunque Polillo, assicurando però che si userà ''il bisturi'' per incidere sulla spesa pubblica, forti anche del contributo che continuerà a dare il supercommissario Enrico Bondi. I prossimi interventi, in arrivo dopo la pausa estiva, si dovrebbero concentrare sui dossier Amato (finanziamenti ai partiti e permessi sindacali) e Giavazzi (incentivi alle imprese), oltre che sul riordino delle agevolazioni fiscali e su una nuova tranche di revisione della spesa degli enti locali, che sfora la 'mediana', secondo i documenti presentati da Bondi, di circa 10 miliardi.

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