Lo scenario economico tra crisi e lenta ripresa

Lo scenario economico tra crisi e lenta ripresa

La prima sessione del Forum Internazionale di Conftrasporto di Cernobbio è stata dedicata all'analisi dello scenario economico italiano, europeo e internazionale.

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24 ottobre 2016

Cernobbio (Co) La prima sessione del Forum Internazionale di Conftrasporto di Cernobbio è stata dedicata all'analisi dello scenario economico italiano e internazionale. Secondo Dominick Salvatore, professore della Fordham University, "se l'Europa non avesse fatto eccessi finanziari e bancari ancora più grossi di quelli fatti negli Stati uniti non ci sarebbe stata una crisi così profonda che ha fatto ricadere il vecchio continente in recessione nel 2012-2013". "Anche negli Stati Uniti la ripresa dalla crisi è stata lenta e faticosa, questo perché le aziende vivono nell'incertezza con una quantità infinita di regolamenti da rispettare". "L'Europa invece cresce poco perché c'è un costo enorme per fare attività economica in Europa". Salvatore ha chiuso il suo intervento facendo un'approfondita analisi dell'andamento dell'economia cinese. Nel suo intervento, Lucrezia Reichlin, docente di economia alla London Business School, ha offerto una visione tra luci e ombre dell'economia europea. "L'Europa non è andata così male come si pensava nel 2015, facendo segnare un piccolo rallentamento nel 2016". "Come detto - ha osservato Reichlin - ci sono segnali misti, tra una crescita dell'occupazione e un rafforzamento del sistema bancario. Ma restano grandi aree di fragilità, con un debito d'impresa e un debito pubblico molto alti. Una grande difficoltà delle imprese di piccole dimensioni è che sono eccessivamente dipendenti dal credito bancario".  "Questo crea una correlazione tra debolezza delle banche e debolezza delle imprese. Quindi alto debito e bassi investimenti". Reichlin ha poi osservato come i numeri del debito pubblico continuino ad essere troppo alti per consentire una crescita economica robusta. "La crisi ci ha lasciato un'eredità pesante". L'ex ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha evidenziato gli aspetti più "italiani" dello scenario economico. "Ci siamo piantati - ha detto Giovannini - con il blocco della domanda interna. Non sono le esportazioni che ci possono tirare fuori dalla stagnazione e dalla crescita bassa, se non c'è una domanda interna robusta non andiamo da nessuna parte". Giovannini ha sottolineato che le recessioni precedenti sono state violente ma brevi, "questa è la prima volta che passiamo in una situazione di questo tipo: la lunghezza della crisi toglie sicurezza e punti di riferimento a cittadini e imprese".  A chiudere i lavori della prima sessione è stato il vice presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. "Noi abbiamo bisogno di buone politiche. Pensiamo che una riscrittura dei trattati europei sarà indispensabile, c'è la necessità di rafforzare l'Unione Europea rafforzando il senso delle politiche europee". "Potremmo lavorare ad un'agenzia per il trasporto stradale europeo", ha detto ancora Sassoli. "Sul quarto pacchetto ferroviario abbiamo verificato la possibilità di fare sistema in Italia e definire un testo che può essere considerato la riforma più importante del sistema ferroviario". "Per ogni politica europea - ha osservato Sassoli - è imprescindibile che ci sia una reale apertura del mercato". "Il settore ferroviario è un settore in grande espansione che, in alcuni ambiti, ha delle enormi potenzialità". "L'Europa può essere protagonista dell'Alta velocità che va diffondendosi in tante aree del mondo, perché ha il know-how".      

    

 

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