Governare l’energia: proposte ed indirizzi di intervento per una riforma strutturale del settore

Governare l’energia: proposte ed indirizzi di intervento per una riforma strutturale del settore

Convegno di presentazione del Manifesto per una nuova politica energetica

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8 marzo 2007

Programma

10.30
Accoglienza ospiti e saluto di benvenuto
Enrico Risaliti, Presidente Commissione per le Politiche Energetiche di Confcommercio
Diego Gavagnin - Direttore Editoriale del Quotidiano Energia

10.45
L'Europa dell'Energia
Gilberto Callera, Presidente World Energy Council Italia

11.00
Il contesto energetico nazionale
Edgardo Curcio, Presidente Associazione Italiana economisti dell'energia

11.15
Presentazione del Manifesto per una nuova politica energetica
Enrico Risaliti, Presidente Commissione per le Politiche Energetiche di Confcommercio

11. 30
Governare l'energia
Carlo Sangalli, Presidente Confcommercio

11.45
Tavola Rotonda
Avv. Andrea Falzone, Vice capo di Gabinetto Vicario del Ministro dell'Ambiente
Daniele Capezzone, Presidente della X Commissione Camera
Antonello Cabras,  X Commissione Senato
Alessandro Ortis, Presidente Autorità  per l'energia elettrica e il gas
Bruno Tabacci, Deputato Udc

***

 

Manifesto per una nuova politica energetica (Sintesi per la stampa)

 

Manifesto per una nuova politica energetica (integrale) in PDF

 

Il sistema energetico italiano, caratterizzato da una permanente situazione di caro-energia indebolisce, giorno dopo giorno, la competitività delle imprese rallentandone la crescita, offuscando le prospettive di ripresa e contraendo la propensione agli acquisti di tutti i cittadini.

Se si considera, inoltre, che l'impiego crescente di condizionatori d'aria, l'utilizzo di nuove tecnologie ad alto consumo e l'emergere di nuovi bisogni sta determinando un cambiamento nelle modalità di consumo di energia elettrica che in maggior luogo coinvolge il settore terziario – i cui consumi sono cresciuti del 5,3% tra il 2004 e il 2005 contro l'0,4% dell'industria – appare con evidenza uno scenario in cui il prezzo dell'energia elettrica e del gas incideranno in maniera sempre più negativa sulla competitività del sistema produttivo italiano.

In particolare per le utenze del terziario di dimensioni maggiori (grande distribuzione, imprese del turismo) caratterizzate da consumi elettrici medi annuali intorno ai 2 milioni di chilowattora la voce energia oggi rappresenta la seconda voce di costo nei propri bilanci, dopo quella del personale.

La recente pubblicazione dell'Eurostat "Electricity prices for EU households and industrial consumers on 1 July 2006" evidenzia un dato di fatto: i prezzi italiani sono tra i più cari a livello Europeo:nel caso dell'energia elettrica, il 36% in più rispetto alla Germania, il 70% in più rispetto alla Spagna e più del doppio rispetto alla Francia.

E il peso delle tasse, Iva esclusa, incide in Italia per il 21,5%, a fronte di una media europea del 10%.

Elettricità confronto di prezzi1 al Luglio 2006

Paesi Prezzo Tasse incluse2 (€/100 kWh) Prezzo Tasse escluse (€/100 kWh) Peso delle tasse2
Gran Bretagna 8,95 8,73 2,6%
Francia 5,78 5,33 7,8%
Germania 10,22 8,99 12%
Italia 13,96 10,96 21,5%
Spagna 8,03

7,63

5%
Portogallo 8,04 8,04 0%
Media Eu 25 9

 

8,06 10%
Scostamento Italia – EU25 (prezzo tasse incluse) 55%
1 = Per clienti con un consumo annuo di 2.000.000 kWh
2 = Imposta sul valore aggiunto esclusa
Fonte: Elaborazioni Confcommercio su dati Eurostat "Electricity prices for EU households and industrial consumers on 1 july 2006"

Per queste ragioni e considerando che l'Italia ha tutte le convenienze a giocare un ruolo di primissimo piano in termini propositivi ma soprattutto in termini infrastrutturali come vero centro nevralgico per tutta l'Europa, il "Manifesto di Confcommercio" pone l'attenzione sull'importanza di una nuova politica energetica in Italia, definendo Cinque Priorità per una riforma strutturale del sistema.

"MIX ENERGETICO: OBIETTIVO DIVERSIFICARE"

1. Occorre, innanzitutto, rivedere l'attuale sistema di approvvigionamento, che sino ad oggi ha esposto il sistema Paese ad una elevata vulnerabilità. Ciò significa diversificare il mix produttivo, ancora squilibrato verso l'olio combustibile ed i suoi derivati, ed accrescere l'autonomia delle fonti energetiche.

La dipendenza dal gas nella generazione elettrica e il modesto ricorso all'utilizzo di fonti rinnovabili sono due campanelli d'allarme di un sistema energetico estremamente fragile. Anche l'opzione energetica del carbone, nei limiti di un suo uso rispettoso dell'ambiente, deve essere considerata, una valida alternativa.

La penuria di risorse energetiche primarie disponibili nel territorio italiano, fa sì, inoltre, che l'Italia sia costretta ad importare quantitativi crescenti con risvolti preoccupanti in termini di fattura energetica: più di 48 miliardi di euro, pari al 3,3% del Pil, è la stima relativa al 2006.

"LIBERALIZZARE IL MERCATO DELL'OFFERTA DI ENERGIA "

2. Sul lato offerta, bisogna rendere più concorrenziale il sistema, riducendo sia le barriere all'ingresso da parte di nuovi operatori e sia le capacità di controllare i prezzi di mercato degli operatori dominanti. Proseguire con forza nella liberalizzazione sia del settore elettrico, ad uno stato ad oggi già avanzato, sia del gas dove la situazione è preoccupante. Parallelamente occorre promuovere l'offerta di servizi energetici per le imprese attraverso la creazione di un vero mercato dell'efficienza energetica: promozione del finanziamento tramite terzi e di diagnosi energetiche per le imprese.

"POTENZIAMENTO DEL PARCO INFRASTRUTTURALE "

3. Indispensabile è il potenziamento delle infrastrutture energetiche, nel rispetto di una loro gestione neutrale e indipendente, al fine di aumentare l'interconnessione tra zone limitrofe. Infrastrutture nodo cruciale del settore energetico, spesso principale ostacolo o fattore di strumentalizzazione di una politica territoriale miope. Confcommercio ribadisce quindi l'esigenza di assicurare l'indipendenza dei proprietari delle infrastrutture energetiche e la necessità di una gestione centralizzata degli investimenti, che sia rispettosa dei piani energetici locali, ma anche in grado di mantenere gli obiettivi temporali di sviluppo delle reti energetiche, dai rigassificatori, agli elettrodotti, agli impianti di stoccaggio sino alla rete carburanti. Il forte legame del settore energetico con i trasporti impone l'adozione di misure in grado di razionalizzare e ammodernare la rete distributiva di carburanti.

"FAVORIRE LA GENERAZIONE DISTRIBUITA E IL RISPARMIO ENERGETICO"

4. Sul fronte della domanda è necessario avvicinare la produzione al consumo, favorendo la diffusione di nuove modalità di autoproduzione di energia quali la cogenerazione, l'uso delle fonti rinnovabili e, non da ultimo, il risparmio energetico. Il solo adeguamento dell'offerta di energia, in termini di grandi impianti, alla domanda crea forti inefficienze. Ad oggi è possibile dotare le imprese di tecnologie mature e consolidate per sostenere in via prevalentemente autonoma i propri consumi, nel rispetto di principi di economicità e sostenibilità.

"RAZIONALIZZAZIONE NORMATIVA: RIEQUILIBRARE IL PRELIEVO FISCALE"

5. Si richiede, infine, una profonda opera di razionalizzazione normativa che assicuri un riequilibrio del prelievo fiscale che garantisca maggiore certezza in ordine alle competenze dei vari livelli di governo, e soprattutto che sia in grado di facilitare il consenso e le localizzazioni. La tassazione energetica, come forma di entrata per lo Stato, che non trova valide giustificazioni ambientali deve essere oggetto di riforma. Confcommercio propone un analitico riesame di tutte le componenti fiscali e parafiscali presenti nella filiera energetica. In particolare si propone:

  • la fissazione di aliquote fisse indipendenti dalla quantità di elettricità consumata;
  • l'eliminazione della doppia tassazione, costituita dal pagamento dell'imposta sul valore aggiunto su di una base imponibile che già comprende altre imposte.

L'obiettivo finale è quello di riallineare le tariffe dei prodotti energetici, dall'elettricità sino ai combustibili impiegati per il trasporto e per il riscaldamento, sui livelli europei sacrificando il prelievo fiscale, vera anomalia del nostro Paese.

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