Lo “shopping tourism” sostiene la ripresa nella moda

Lo “shopping tourism” sostiene la ripresa nella moda

“Fashion High Street Report” di Federazione Moda Italia: tornano a fare spese i turisti americani e dei Paesi del Golfo, in crescita i canoni di locazione delle “vie della moda”. Felloni: “per i consumi qualche segnale positivo ad aprile”.

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25 maggio 2022

Consumi in ripresa nel settore della moda, anche grazie allo “shopping tourism”. Secondo il “Fashion High Street Report” realizzato da Federazione Moda Italia in partnership con World Capital e in collaborazione con Global Blue, il recupero si deve soprattutto al ritorno di turisti americani e dei Paesi del Golfo dopo la pandemia. Nel marzo e aprile scorsi, infatti, lo “shopping tourism” è tornato al 44% rispetto agli stessi mesi del 2019, con uno scontrino medio che è passato dagli 811 euro nel marzo-aprile 2019 ai 948 dei due mesi appena passati (+17%). In particolare, a marzo i visitatori provenienti dai Paesi del Golfo hanno speso il 191% in più rispetto allo stesso mese di tra anni fa, con un aumento dello scontrino medio del 6% (dai 970 euro del 2019 ai 1.120 del 2022).

“Dopo il primo trimestre altalenante per i consumi di moda, ad aprile è arrivato qualche segnale positivo (+3,5%), anche grazie al periodo pasquale e di festa ed a un ritorno del turismo che fa ben sperare. È di buon auspicio per una bella stagione che possa far tornare lo shopping tourism e il sorriso ai negozi di moda, lo stesso che finalmente possiamo vedere anche sui volti dei nostri clienti. Certo gli ultimi eventi non hanno aiutato, ma ci attiveremo in tutte le sedi istituzionali, insieme a Confcommercio, per limitare gli impatti del caro energia e carburante, e per affrontare i rincari. Veniamo da due anni complessi ai quali dovremo rispondere con iniziative e progetti che promuovano il Made in Italy fornendo chiarezza sulla normativa, facilitando l’accesso al credito e condividendo programmi, anche all’interno della filiera della moda, con il mondo della cultura, dell’istruzione e delle professionalità coinvolte”, sottolinea Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio.

Segnali confortanti vengono anche dai canoni di locazione delle “vie della moda” di Milano, Firenze, Venezia e Roma, che registrano valori in ascesa risultando ancora una garanzia per gli investitori. In particolare a Via Montenapoleone risulta un canone di locazione massimo di 15.150 euro al metro quadro e a Via dei Condotti di 15mila, mentre una vetrina in Piazza San Marco a Venezia arriva a valere fino a poco meno di 9mila euro al metro quadro.

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Dalla ricerca emerge anche che dal 2019 al 2021 si è registrato un calo del 5% delle imprese attive, una discesa del 3,5% del numero di unità locali e una diminuzione del 9,7% del numero di addetti. Se le vendite nei negozi fisici sono calate, gli acquisti online non hanno cessato di crescere. In particolare nel 2021 c’è stato un aumento del 59% del valore delle vendite online, tendenza che ha condotto molte imprese del settore ad avviare un’attività di e-commerce: il 51,2% delle imprese si è infatti attivata per vendere sul web o attraverso consegne a domicilio. In ogni caso, nel marzo scorso il 71.6% delle vendite è stato effettuato esclusivamente in negozio. Per circa l’80% delle aziende il peso delle vendite online sul fatturato è inferiore al 5%: le piattaforme più utilizzate, dopo i siti di e-commerce, sono Facebook e Instagram.

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