Ruote d'Italia: "Non sottovalutare le proteste è indispensabile"

Ruote d'Italia: "Non sottovalutare le proteste è indispensabile"

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9 febbraio 2022

Già da qualche tempo Ruote d’Italia segnalava come, dopo Spagna e Francia, anche all’interno dell’autotrasporto italiano stessero germinando sacche di profondo malcontento. Ora apprendiamo che alcuni gruppi autonomi, nati forse sulla scorta di quanto sta accadendo in Canada, starebbero pianificando una sorta di marcia su Roma. Non so se tra le motivazioni che animano le proteste vi siano anche quelle dei no-vax. Certamente alla base di tutto vi è molta rabbia e delusione per le mancate risposte ai problemi degli “eroi di un anno fa”, di quei lavoratori che, all’inizio della pandemia, hanno tenuto in piedi il Paese grazie alla propria attività e che ora stanno soffrendo per gli incrementi dei costi, rischiando la chiusura.

Puntualmente Ruote d’Italia ha evidenziato il crescere dell’insoddisfazione, mettendo sull’avviso i responsabili politici, ma le risposte non sono arrivate. In questi giorni sta avendo luogo una manifestazione a Fondi, in provincia di Latina, che ospita uno dei mercati ortofrutticoli più importanti d’Italia. Che impatto avrà questa protesta sulla catena logistica? Certo, le ragioni per manifestare ci sono tutte! Ma se si fosse stati oculati e si fosse dato ascolto per tempo all’allarme lanciato dalla categoria, si sarebbe potuto evitare che simili iniziative prendessero il via. Si è scelto invece di ignorare tutti i segnali di pericolo e il risultato è che oggi vediamo riaffacciarsi all’orizzonte l’ombra dei “forconi”.

Quante volte abbiamo posto la questione dei costi minimi della sicurezza, con la clausola del recupero per il caro gasolio? Quante volte abbiamo segnalato che le disfunzioni delle motorizzazioni finivano con il gravare sugli operatori? Quante volte abbiamo evidenziato gli effetti deleteri delle limitazioni al traffico che sono messe in atto ai confini con l’Austria? Infine, quante volte abbiamo denunciato le odiose disparità di trattamento tra i conducenti stranieri e quelli italiani, che avvantaggiano i primi e penalizzano i secondi? Siamo sempre stati di fatto inascoltati su questi aspetti, ed anche su altri, che sono ben noti al Ministero. Esiste ancora il protocollo di sicurezza condiviso sui comportamenti da seguire nella fase pandemica? Perché invece di mantenere in vita quelle regole che hanno funzionato in condizioni ben più critiche di quelle attuali, si sceglie di introdurre nuove restrizioni? Un genio malefico, non certo il buon senso, deve aver ispirato simili decisioni.

Certamente gli impegni per la gestione della transizione ecologica sono molti, ma cosa dire a chi ha investito in automezzi a Lng ed ora si ritrova con il prezzo del carburante quadruplicato? E come giustificare il forte incremento per l’Ad Blue, altra sostanza necessaria per consentire agli euro 6 di essere efficienti? Sembra quasi ci si dimentichi del fatto che piccoli problemi, assommati tra loro, possono trasformarsi in garbugli ingestibili. È semplicemente il principio valanga: una palla di neve che rotola su una china ripida, se non viene arrestata, diventa una slavina.

Chi governa dovrebbe prestare più attenzione a questi fenomeni. Certamente le iniziative collegate al PNRR sono fondamentali, ma dimenticarsi degli aspetti funzionali che impattano sulle attività degli imprenditori è la condizione per generare evoluzioni pericolose.

Oggi le nostre imprese sono di fatto sempre più sostituite da competitori esteri che godono di maggiori riguardi nei loro Paesi. Il risultato è o la chiusura o la delocalizzazione delle attività. Così però non si regge a lungo e basta che scatti lo spirito emulativo per innescare iniziative che si farà fatica a gestire. Iniziative che, nella migliore delle ipotesi, finiranno comunque per ostacolare la ripresa perché – e questo forse non lo si è ancora ben compreso - il trasporto su strada è l’elemento che muove l’economia e in quanto tale va gestito con perizia e oculatezza, non con quella superficialità e saccenteria che abbiamo ampiamente sperimentato finora.

Conftrasporto è stata determinante, insieme ad altre federazioni, per smorzare le tensioni esplose ai tempi dei “forconi”. In questa difficile situazione sarà altrettanto disponibile, come altre rappresentanze responsabili, a fare quanto necessario per evitare che i focolai degenerino. Occorre tuttavia che il Governo scelga come affrontare le dinamiche che si stanno innescando. E conviene che scelga bene perché la responsabilità di quanto potrebbe accadere, non vi è alcun dubbio, sarà solamente sua.       

Paolo Uggè

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