Ruote d'Italia: "L'autotrasporto eviti di farsi strumentalizzare"

Ruote d'Italia: "L'autotrasporto eviti di farsi strumentalizzare"

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17 febbraio 2022

Sicuramente stiamo vivendo momenti difficili e critici perché, come dice un vecchio adagio, prima o poi tutti i nodi vengono al pettine.

Chi segue la rubrica “Ruote d’Italia” o legge regolarmente il mio “Punto” settimanale, se avesse la pazienza di andare a rivedere quanto pubblicato negli ultimi mesi, vi troverebbe ripetuti appelli al Governo ad affrontare questioni da troppo aperte. Certamente non possiamo dimenticare il contesto nel quale il Paese si trova ma, talvolta, tante piccole risposte e dimostrazioni di attenzione evitano che il malcontento degeneri con il rischio che si inneschino iniziative non facili da gestire.

Il funzionamento delle motorizzazioni, le limitazioni alla circolazione (quelle al Brennero sono le più evidenti), la mancanza di un confronto costante e continuo attraverso il tavolo delle regole, i tempi di pagamento, la carenza dei conducenti, i costi minimi della sicurezza: questi (e ad altri che non cito per non fare il solito elenco) sono tutti temi che non possono essere trascurati, perché se ad essi si aggiungono anche l’aumento spropositato del costo del gasolio, del GNL e dell’AdBlue per gli Euro6 (incrementi che paradossalmente penalizzano i veicoli più ecologici), le condizioni in cui le imprese si trovano ad operare diventano in tutta evidenza insostenibili.

Nel fare tali riflessioni, non posso dimenticare le “decisioni stupide” che hanno contribuito ad aggravare ulteriormente la situazione del nostro comparto. Penso ad esempio al provvedimento che ha imposto ai conducenti italiani il possesso del green pass, esentando invece dall’obbligo i conducenti stranieri, quando sarebbe stato più semplice e logico continuare a dare attuazione al protocollo di sicurezza definito con il Ministro Paola De Micheli all’inizio della pandemia. Chi non considera o sottostima l’importanza di questi fatti, non riesce a comprendere il peso e la portata di temi che finiscono per scaricarsi sui rapporti sociali.    

Nella complessa congiuntura in cui ci troviamo, c’è chi lavora per superare le difficoltà e ci sono i demagoghi che operano per esasperarle, propugnando convinzioni, anche rispettabili, ma che non possono essere imposte ad una evidente maggioranza. Mi riferisco ai movimenti no vax che, strumentalizzando le problematiche che toccano nella fattispecie l’attività del trasporto, provano a coinvolgere gli operatori esasperati nelle loro guerre ideologiche, non per aiutarli a trovare le risposte che legittimamente attendono, ma per raggiungere ben altri obiettivi.

Chi si presta coscientemente a simili sobillazioni va contrastato con decisione; coloro che, invece, ne sono vittima, vanno piuttosto indirizzati verso ipotesi di soluzioni perseguibili.

Ecco che l’evidenziare questi retropensieri diventa necessario per quei corpi intermedi che cercano, con la necessaria accortezza, di tutelare gli interessi di tanti operatori.

Non intendo sostenere che le rappresentanze di categoria non abbiano mai commesso errori, ma ritengo doveroso mettere sull’avviso tanti imprenditori dal seguire coloro che perseguono obiettivi non destinati a tutelare la categoria, quanto piuttosto a strumentalizzarla.

Certo, per evitare che queste mistificazioni possano realizzarsi, arrecando danni all’intero Paese, è indispensabile avere un interlocutore adeguato, che operi per individuare le migliori soluzioni possibili, senza nascondersi dietro generiche giustificazioni sull’impossibilità di risolvere le gravi problematiche che ci incalzano.

Quando vi è consapevolezza della realtà e si assume la disposizione d’animo necessaria ad attuare veri interventi risolutivi, i conflitti sociali si possono gestire. Se invece si pensa a espedienti estemporanei, che consentano solo di superare il disagio contingente, allora il rischio che la fase conflittuale si estenda e divenga difficile da superare è concreto ed evidente.

Apprendere che due esperti, stretti collaboratori del Ministro Speranza, già ipotizzano di proseguire con le restrizioni – e con l’obbligo di green pass in particolare - fino all’autunno, non infonde certezza e mantiene la situazione di stallo esistente, ostacolando la stessa ripresa.

Allo stato attuale le rappresentanze responsabili sono riuscite a far comprendere ad una categoria, per lo più formata da operatori altrettanto responsabili, che l’incontro con i rappresentanti del Governo può avviare il percorso necessario per superare le difficoltà esistenti. Tra gli operatori la determinazione è salda, così come la volontà di ricercare proattivamente soluzioni. Non lasceremo che vengano coinvolti negli inganni di demagoghi e mestatori alla perenne ricerca del consenso momentaneo e animati da intenti del tutto estranei agli interessi della categoria. Questo richiede che tutti siano consapevoli della delicatezza del momento e si impegnino a fare la propria parte.

Paolo Uggè

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