Chiusure al Brennero, la strada della diplomazia non basta per fermare l'Austria
Chiusure al Brennero, la strada della diplomazia non basta per fermare l'Austria
Non solo buona parte della classe politica ma anche una larga fetta dei media sembra pensare che i cittadini italiani siano più interessati a fatti singoli, come il possibile licenziamento del direttore di un museo o a un evento efferato, provocato da un soggetto probabilmente insano di mente, che a grandi temi generali dai quali dipendono il benessere e il futuro di milioni di famiglie? Sembrerebbe di sì, almeno a giudicare dagli slogan a effetto pubblicati su giornali, tv, internet. Frasi a effetto ma incapaci di produrre effetti concreti visto che dietro quei titoli non c'è traccia di analisi, di aiuto a riflettere e capire. Forse perché fra chi non comprende c'è anche chi fa politica e informazione? Ai posteri l'ardua risposta. Intanto però, a colpi di slogan senza contenuti, la gente si allontana della politica. E qualcuno si stupisce persino... Fortunatamente qualcuno prova a riportarci alla realtà. Ne è un esempio l'articolo di sabato 9 febbraio, pubblicato sul Foglio, con l'intervento dei vertici di Confindustria, per puntare il dito sul silenzio e il cerchiobottismo di alcuni leader della rappresentanza, oltre che di gran parte della stampa che sembra davvero rinunciare al proprio ruolo. Come se temi quali la sicurezza, il rispetto delle regole, le politiche del lavoro, i rapporti con l'Europa , la politica dell'immigrazione con le nuove povertà e gli emarginati, fossero marginali rispetto al posto di lavoro di un dirigente di un museo o un singolo fatto di cronaca nera. Temi, sui quali continuano invece ad accendere i riflettori coloro che non si occupano di "chiacchiere" elettorali, ma del lavoro di ogni giorno. Come Conftrasporto che da tempo ha scelto la strada del confronto proponendo proposte concrete e chiedendo risposte "vere" (e prima del voto...) alle varie forze politiche sul tema della logistica e del trasporto, settori fondamentali per far ripartire l'economia del Paese. Analisi dei problemi e possibili soluzioni riassunte in un documento che evidenzia come la logistica sia lo strumento attraverso il quale si giocherà la permanenza del Paese sui mercati. Poche pagine che spiegano quanto sia sbagliato e rischioso parlare di infrastrutture ma non di politica dei trasporti, come la logica indichi come prioritaria l'individuazione di un sistema infrastrutturale e non di una singola strada o ferrovia. L'esempio della Cina, che ha deciso di aggredire l'economia europea utilizzando le Vie della Seta (il porto del Pireo, la tratta balcanica, il passaggio a nord di linee ferroviarie e ora anche il passaggio attraverso la calotta polare) non è sufficiente per capire che occorre una strategia politica? Quanto può costare caro all'Italia continuare a sperare di essere graziosamente coinvolta, invece di decifrare i chiarissimi segnali che dalla Cina arrivano e di adottare scelte adeguate, dotandosi appunto di un sistema logistico funzionale? L'Italia vuole davvero resterà marginale? Conftrasporto non ci sta a questo gioco all'automassacro. Ed è per tutelare concretamente il mondo imprenditoriale che ha deciso di "sporcarsi le mani" in questa fase pre elettorale nella quale si sceglierà il futuro governo del Paese. Perché "dopo" sarà troppo tardi. Per questo ha deciso di segnalare (sul sito www.Conftrasporto.it) le cose che non vanno e quelle che necessitano risposte immediate. Per questo ha deciso di mettere sull'avviso gli operatori della logistica e del trasporto sulle intenzioni di chi sostenendo il "principio della decrescita felice" si contrappone al trasporto su strada. Non era difficile prevedere quale sarebbero state le loro proposte politiche: è bastato leggere il programma e le dichiarazioni che i loro rappresentanti hanno rilasciato per avere conferma del pericolo che rappresentano. Per questo, e non certo per giudicare aprioristicamente persone o un partito, Conftrasporto invita il proprio mondo, la propria gente, a votare, secondo l'orientamento di ognuno, ma evitando di dare il consenso a chi è palesemente contro. "Cinque Stelle vuole eliminare il rimborso delle accise per l'autotrasporto", è stato il titolo di un articolo che ha riportato quanto un candidato di quel partito ha dichiarato pubblicamente. Il timore e che non si limitino solo all'accisa ma anche ad altri interventi tutti rispondenti al principio della decrescita felice. Per questo occorre tenere gli occhi bene aperti. Per non contribuire col proprio voto, dato magari a chi fomenta l'odio veicolandolo sui social media, senza rispetto per la democrazia parlamentare e avendo in testa solo la logica della redistribuzione e la "guerra" alla ricchezza, a portare il Paese allo sfascio.
Paolo Uggè
Presidente Fai Conftrasporto e vicepresidente Confcommercio