Ruote d’Italia: “ trasporti eccezionali, logistica e trasporti di fronte al green i temi all’ordine del giorno”
Ruote d’Italia: “ trasporti eccezionali, logistica e trasporti di fronte al green i temi all’ordine del giorno”
Si conclude oggi il sesto forum dei trasporti e della logistica che ogni anno porta al centro dell’attenzione dei media e del mondo politico tematiche indispensabili al sistema produttivo. Questa edizione vedrà Conftrasporto-Confcommercio impegnata sui temi che hanno assunto grande rilevanza in questi ultimi tempi come la transizione ecologica e le nuove norme che il Parlamento ha varato con il decreto legge 121 che ha introdotto modifiche alla sicurezza stradale, alle infrastrutture, alla semplificazione nelle attività portuali e destinando anche nuove risorse per realizzarle.
Temi di grande interesse e di attualità sui quali Conftrasporto ha avanzato precise proposte e che sono il frutto dei confronti che hanno visto coinvolti esponenti di governo, esperti ed imprenditori di settori che hanno trovato nella rappresentanza di sistema, presente in Confcommercio, un punto di riferimento.
Ruote d’Italia vuole concentrarsi su tre aspetti. Sicurezza, transizione ecologica e funzionalità del sistema dei trasporti e della logistica. Occorre affrontare le ipotesi futuristiche avendo la consapevolezza di quanto sia indispensabile saper coniugare i tre aspetti senza seguire mode, concetti frutto di demagogie o interessi particolari.
Sulla transizione ecologica occorre partire da quanto gli operatori hanno già realizzato. Umiliare i risultati già conseguiti, significa danneggiare imprese e rischiare di non raggiungere obiettivi. il trasporto su gomma negli ultimi 30 anni ha ridotto del 30% le emissioni di Co2 e contribuisce per circa il 5% alle emissioni totali. Nel solo 2021 il 41% delle imprese hanno acquistato mezzi a minor impatto ambientale. Nel marittimo dal 2008 al 2018, pur in presenza di un incremento della merci trasportate, le emissioni sono calate del 7%, ed anche in questo caso, occorre evidenziare che il settore partecipa per il 3% di tutte le emissioni di CO2.
Occorre sostenere questi sforzi e non ammazzare il cavallo. Per questo i tempi prospettati devono essere in assoluto compatibili con la sopravvivenza delle imprese. Tutti sono a favore del miglioramento ambientale i dati lo dimostrano. Voler imporre percorsi accelerati o senza tener conto del principio della neutralità è un evidente errore di supponenza ideologica frutto di una dissennata demagogia.
Nessuno immagina di voler danneggiare l’ambiente ma occorre ricordare che i camion e le navi non mirano ad inquinare ma quello che è certo è che senza loro l’economia si ferma. La fase di pandemia ne ha fornito un esempio.
L’altro tema è quello della sicurezza. Anche in questo caso occorre saper coniugare l’interesse economico di qualche filiera “pesante” con la sicurezza delle infrastrutture. Agire senza la conoscenza oppure per slogan e sostenere che bisognerebbe avere l’umiltà di approfondire prima di dare giudizi o perseguire soluzioni di impatto su attività economiche è giusto; ma allora ci si attenga sempre a tali principi. Non è bello dover dire a persone che i propri cari sono deceduti perché un ponte è collassato. Altrettanto è voler perseguire solo la logica dell’utile, scaricando sugli operatori del trasporto le conseguenze. I governi dal 2007 ad oggi hanno alimentato solo confusione e forse favorito qualcuno a scapito di molti. Le soluzioni, e la Fai da tempo le ha presentate, si possono trovare. Occorre la conoscenza umiltà e correttezza.
Cito infine un solo elemento chiaramente emerso nelle giornate del Forum. La strada esistente e che andrebbe in modo deciso sostenuta per Conftrasporto è l’intermodalità ferroviaria e marittima. Non si perdano occasioni che in modo evidente possono concretamente dare risposte all’ambiente, alla sicurezza ed all’economia. In caso contrario scopriremo tra diversi anni che, per qualche citazione sui media, avremo sprecato ancora solo del tempo.
Paolo Uggè