Ruote d’Italia: “il Paese ha bisogno di interventi rapidi che generino ripresa”
Ruote d’Italia: “il Paese ha bisogno di interventi rapidi che generino ripresa”
Sarà bene che il Governo non commetta errori di superficiale valutazione se vuole evitare rischi di proteste violente, questa volta davvero impossibile a controllarsi.
Coprifuoco, possibili nuovi colori delle regioni, dati poco attendibili sulle evoluzioni della fase pandemica, sono i temi che se non saranno gestiti in modo più che attento ci riporteranno alle limitazioni portatrici di possibili reazioni. La gente di fronte a scelte come quelle di altri Paesi, vedi la Spagna con Madrid oppure la Gran Bretagna, si sentirà emarginata, reagirà e caccerà con i forconi i politici che considererà inadeguati.
Quello che traspare è una confusione che sembra generata per alimentare soluzioni per riportarci da nuove aperture al ritorno di misure restrittive.
I dati che vengono forniti sembrano dimostrare che i numeri di positivi e ricoverati siano in diminuzione ma la volontà di generare problematiche alimentano stati di confusione e di ansia che possono sfociare in vere e proprie manifestazioni di protesta, perché non comprese. È possibile pensare a nuove regole di chiusura dei ristoranti? Forse vi è chi può pensare che di fronte all’incremento imperioso del numero dei vaccinati, anziché applicare nuovi criteri di verifiche sull’Rt con nuove modalità di computo, si mantengano vecchie procedure certe solo per rinchiudere i cittadini?
In tutto questa baillamme sta esplodendo la questione dei collegamenti. La Liguria si appresta a chiusure per nuovi lavori di manutenzione. (alcuni ponti collassano). Le autostrad del Brennero stanno ritornando alle chiusure, definite ambientali. Ormai solo quelli che credono che gli asini volino non li considera solo norme di una modalità concorrenziale.
In questa situazione l’argomento ripresa assume una dimensione delicata. In breve si dovrà conciliare da un lato il rilancio delle attività e dall’altro le condizioni sanitarie. Non occorrerà dimenticare che se le chiusure dal lato Brennero si assommeranno a quelle per i lavori manutentivi che si realizzeranno al monte Bianco ed avranno una durata di due mesi e più, le difficoltà operative non favoriranno le esportazioni nazionali e non produrranno benefici al nostro sistema economico.
Richiamo l’attenzione su questi aspetti per evidenziare che se il Governo italiano proseguirà a ricercare le soluzioni ideologico-ambientaliste; non troverà delle fasi di transizione adeguate che accompagnino quella ripresa non più rinviabile e si perderà ad elaborare piani di rilancio, senza concentrarsi sui veri temi urgenti, l’economia del Paese andrà a rotoli.
Possibile che una parte della politica non comprenda che occorre realizzare il Ponte Sullo Stretto in base alle risultanze tecniche esistenti e dare il via ai lavori? Che non è’ accettabile pensare di incrementare i costi delle imprese in nome di obiettivi ambientali da realizzare penalizzando le attività delle stesse? La transizione, ecologica, se non gestita a dovere, sarà la botta definitiva per innescare reazioni di difficile gestione.
Oggi dobbiamo cacciare coloro che inventano ipotesi atte solo a penalizzare l’Italia. Concentrarci invece su alcuni interventi sui porti, sulle infrastrutture che potrebbero essere messe in condizioni di partire. Favorire la realizzazione di punti di interscambio, favorire le connessioni e le accessibilità, eliminare tutte quelle procedure burocratiche che rallentano le operazioni nei sistemi portuali. In una parola: comprendere che siamo di fronte ad una reale emergenza e come tale affrontarla realizzando opere ed interventi, anziché chiacchiere.
Paolo Uggè