Ruote d'Italia: "Decreto sui trasporti disciplina il tema delle revisioni e interviene sulla rappresentanza"

Ruote d'Italia: "Decreto sui trasporti disciplina il tema delle revisioni e interviene sulla rappresentanza"

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15 settembre 2021

Da tempo si attendeva la norma che potesse innescare la possibilità di effettuare le revisioni alle officine private, cosi come per le autovetture, anche per i mezzi pesanti, loro rimorchi e semirimorchi. Era in gioco,  per le imprese operanti nei trasporti internazionali senza le regolari verifiche e revisioni, la possibilità di poter operare ad operare all’estero. Per questo, da tempo sia con i ministri Del Rio e De Micheli le federazioni avevano insistito per l’introduzione della modifica al Cds che estendesse la possibilità delle revisioni ai veicoli pesanti. La ministra Paola De Micheli era riuscita, e bisogna darne merito, ad ottenere una proroga a valenza comunitaria durante il periodo della pandemia. A stato di crisi superato, le imprese operanti nei traffici internazionali sarebbero state in modo evidente penalizzate significativamente in quanto gli uffici territoriali del ministero avrebbero ripreso a ritardare le revisioni per carenza di personale. La pressante azione delle federazioni del trasporto su gomma è riuscita ad ottenere, con il decreto emanato in questi giorni, la norma da tempo attesa. Non sono quelli che rilasciano comunicati che abbiamo visto impegnati per raggiungere il risultato, tanto che non se ne sono neppure accorti. L’importante era però ottenere il risultato il cui merito che va ascritto alla compagine di governo del dicastero competente.

Vi sono anche altre disposizioni quali: l’utilizzo della targa prova sui veicoli immatricolati che, non può divenire uno strumento di abusivismo ma va controllata; la possibilità per i Sindaci di individuare spazi riservati alla sosta  nelle aree urbane che consentirà loro il potere di intervenire sulla mobilità urbana con norme per conciliare il tema della circolazione con quello della consegna delle merci; è stata aumentata dagli attuali 16,50 metri a 18 mt (compresi gli organi di  traino) il limite di sagoma di cui all’articolo 61 Cds per gli autoarticolati e gli autosnodati. Occorreranno probabilmente dei chiarimenti sull’operatività della disposizione che pare, a prima vista, incrementare l’offerta del trasporto su gomma e che potrebbe avere ripercussioni sulla circolazione. Non v’è dubbio che, con il mutare dei sistemi produttivi le merci tendono ad essere maggiormente voluminose e quindi possono favorire la competitività del mezzo stradale ma si deve anche pensare che diminuirà il numero dei viaggi. Resta poi la questione legata alla percorribilità delle strade con rotonde il che potrebbe innescare problemi di circolazione. Staremo a vedere anche perché la sicurezza non può essere interpretata a senso variabile. Comunque è una misura a favore e non certamente contro.

L’altro aspetto delicato è invece quello della rappresentanza che, contrariamente a quanto interpretato non agisce sul requisito, necessario a partecipare al Comitato dell’Albo. Nessun mutamento relativo al requisito della rappresentanza è stato introdotto. La novità consiste nella limitazione numerica, tra l’altro come già previsto quando entrò in vigore l’Albo che indicava un numero massimo di presenze. La nuova norma è un limite numerico, per le confederazioni alle quali aderiscono le federazioni dell’autotrasporto. Il requisito della rappresentanza non viene tolto a quelle realtà presenti direttamente nel Cnel. Si attua per le federazioni aderenti a confederazioni presenti nel Cnel.

Una rappresentanza per essere considerata deve essere in possesso dei requisiti. Questo è anche un modo per rafforzarne il peso ed indurre a ricercare soluzioni condivise. Tende a superare la polverizzazione ed induce le diverse rappresentanze a trovare sintesi tra loro e dare maggior peso alle istanze rappresentate.

Comprensibile che la nuova norma possa generare dubbi e malcontenti in coloro che temono di essere di fatto esclusi. Non è così in quanto la scelta rimane in capo alle federazioni dell’autotrasporto, siano delle espressione di realtà associative in possesso del requisito della rappresentanza derivante dall’essere nel  CNEL in modo diretto o attraverso realtà, confederali.

Sulla rappresentanza spesse volte ci siamo espressi e più volte abbiamo sempre riconosciuto l’esigenza che tale valore fosse riconosciuto a chi effettivamente lo possiede. La decisione contenuta nel decreto segue la medesima linea. Ma anche in questa evoluzione sono certo che la rappresentanza vera, che non viene meno per la presenza o meno in un Comitato, non potrà che trarre benefici.

Ridicole le affermazioni che sostengono come con la nuova norma si trasferisce il potere alle confederazioni della committenza di designare per conto del mondo dell’autotrasporto. Oggi è il medesimo sistema.

Paolo Uggè

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