Ruote d’Italia: “confermato il Presidente della Repubblica, ora muoviamoci”

Ruote d’Italia: “confermato il Presidente della Repubblica, ora muoviamoci”

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2 febbraio 2022

In primo luogo, desidero porgere un forte e sentito augurio di buon lavoro al confermato Presidente Sergio Mattarella. Al Presidente Draghi, che ha già provveduto a riunire il Consiglio dei Ministri, rivolgo invece l’invito a dare nuovo slancio alle attività dell’Esecutivo. Forse per lui sarebbe stato preferibile essere eletto Capo dello Stato, ma personalmente credo che il trasferimento al Colle avrebbe generato più problemi di quanti ne avrebbe risolti.

Superata dunque questa delicata fase, che poteva indurre ad una eccessiva prudenza nella guida del Governo, diventa ora indispensabile una ripresa dell’attuazione del programma di ripresa e di resilienza. Ciò che si deve evitare è che le opere infrastrutturali vengano annunciate senza essere cantierizzate. Questo per limitarmi alle infrastrutture, senza entrare nel merito di altri interventi.

Presidente! Basta con norme che gravano sull’attività delle imprese e sulle libertà dei cittadini, soprattutto quando non tengono conto di quanto deciso in Europa. Mi riferisco ad esempio alla questione della durata del green pass: perché mai, se la certificazione vale nove mesi per i cittadini europei, per quelli italiani deve valere sei? Se siamo disposti ad accordare precedenza alle direttive comunitarie in tanti ambiti, perché non lo facciamo anche in questo? O siamo europei sempre, o non lo siamo mai! Segnalo, per inciso, che resta ancora in vigore quella normativa stupida, forse più di stampo sovietico che democratico, che impone agli autisti delle imprese nazionali di avere il green pass, mentre esenta dall’obbligo quelli delle imprese estere.

Penso non sia sfuggito a nessuno quanto sta accadendo in Canada dove gli autotrasportatori, che sono stati contagiati non dal virus, ma dalla filosofia no-vax, stanno bloccando il Paese. Conftrasporto si è schierata a favore del vaccino ed ha assunto posizioni nette al riguardo, ma se il Governo non evita provvedimenti che possono essere valutati come penalizzanti, si rischia di andare incontro a tentativi di emulazione. Non a caso la dirigenza di Conftrasporto - non so se sia accaduto lo stesso anche ad altre associazioni di settore - è stata oggetto di insulti e minacce da parte di qualche soggetto riconducibile alla frangia dei no-vax. Non basta certo questo a spaventarci e a indurci a rivedere le nostre posizioni, ma il Governo la smetta di fomentare tensioni varando norme assurde e lesive degli interessi della categoria.

Non mi dilungherò nel riproporre tutti i nodi con cui il mondo del trasporto è oggi alle prese, già molte volte elencati. Non posso tuttavia esimermi dall’evidenziare, ancora una volta, uno dei temi che maggiormente impattano sugli interessi dell’intero Paese: l’attraversamento del Brennero. Abbiamo più volte analizzato e stigmatizzato l’atteggiamento assunto in proposito dalla provincia autonoma di Bolzano. In queste ore, tuttavia, è intervenuto sulla questione anche il Presidente del Land della Baviera, avanzando la richiesta di aumentare l’importo dei pedaggi sull’asse del Brennero. Il motivo addotto per sostenere la necessità di incrementare delle tariffe su un asse autostradale cruciale per la nostra economia, è che un pedaggio poco salato rende più conveniente percorrere quel tratto anziché seguire altri itinerari, più corti ma molto più onerosi.

Il problema del transito attraverso il Brennero non può essere risolto solo con la Provincia di Bolzano, con l’Austria, ed ora con il Land della Baviera, ma deve necessariamente essere affrontato in sede comunitaria, in quanto investe il tema generale dell’attraversamento dei valichi alpini. Fino ad oggi gli studi e i convegni che sono stati realizzati, anche grazie all’intervento di Union Camere, non hanno prodotto alcun effetto. È tempo quindi che il tema venga affrontato in sede europea.

L’incremento dei prezzi di gasolio, gas naturale, Ad Blue, unito all’atteggiamento poco collaborativo della committenza, che in gran parte rifiuta di riconoscere le maggiorazioni, impone di riproporre il tema dei costi della sicurezza e della responsabilità condivisa sul quale, nonostante le promesse, non è stato intrapreso alcun intervento.

Non affronto altri problemi, come l’emanazione di decreti attuativi per l’operatività degli uffici periferici del Ministero che non riescono a garantire in gran parte le revisioni, e mi fermo qui.

Ora il Governo si attivi, perché il trasporto non sta chiedendo cose impossibili. Se non saremo ascoltati, poi non ci si accusi di muovere lagnanze o di ricattare il Paese. Ad ognuno la propria responsabilità!     

Paolo Uggè

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