Ruote d'Italia: "Sulla libertà di circolazione l’Europa deve intervenire nel rispetto del trattato"
Ruote d'Italia: "Sulla libertà di circolazione l’Europa deve intervenire nel rispetto del trattato"
Come previsto, superata la fase critica della pandemia il governo del Tirolo ricomincia la propria politica di contenimento del traffico pesante in nome del rispetto ambientale. I dati dimostrano che così non è ma il tema è coinvolgente. Recentemente sono state inviate tre lettere sul tema dalle Autorità europee che tuttavia sembrano essere discordanti tra loro. Il tema affrontato è la libera circolazione delle merci. Mentre si ribadisce che la “Commissione esamina costantemente le misure adottate dagli Stati membri ed assicura che prende molto sul serio il suo ruolo di custode dei trattati” d’altro canto nel rispondere ai rappresentanti del partito tedesco della CSU, che avevano denunciato il comportamento illegittimo del Tirolo, la Presidente della Commissione pare schierarsi in modo evidente per le tesi di quest’ultimo. Il titolo del giornale che recita: “Bocciatura per la Baviera: Von der Leyen appoggia la politica dei trasporti del Tirolo” appare chiaro. In sostanza non solo smentisce quella che invece la Commissaria ai trasporti Adina Valean ha definito la situazione al Brennero “inaccettabile”, ma non tiene in considerazione una violazione del diritto comunitario.
Due posizioni antitetiche che non possono passare sotto silenzio. Perciò si richiede una netta e determinata posizione da parte del governo italiano, visto che si rischia di pagarne le conseguenze.Abbiamo scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio Draghi evidenziando come le limitazioni che si introducono al Brennero finiscano per penalizzare l’intera economia nazionale. Abbiamo chiesto al ministro dei trasporti di introdurre al valico del Brennero punti di controllo con i CMR per verificare la sicurezza sia ambientale, sociale e della circolazione dei veicoli pesanti che entrano in Italia. Nessuna risposta.
Tutti gli interventi europei contengono l’invito comune di dar vita ad uno scambio aperto tra le regioni ed i Paesi situati lungo il corridoio, al fine di dar vita ad un confronto aperto. Esiste un rischio per noi Italiani del tutto evidente. Niente in contrario purché nel frattempo le misure, unilateralmente introdotte dal Tirolo, debbano essere, senza se e senza ma, sospese. Nel caso contrario ci si prende in giro. Perché riteniamo questo atteggiamento una presa in giro. Volendo seguire l’idea annunciata potremmo contrapporre, con altrettanta furbizia l’idea che fino a quando la linea ferroviaria (ROLA) non sarà in grado di assorbire tutto il traffico in transito, nessuna limitazione debba essere messa in atto. Ci pare una linea ecologica e che tutela la libertà di circolazione. Forse a Bruxelles non è giunta eco di quanto sia insufficiente quella linea ferroviaria. La rete ferroviaria ha forti limiti strutturali che richiedono almeno 10 anni per essere superati. Oggi la saturazione oraria si aggira intorno all’85% (130 treni su 160) e le pendenze sono pari al 26% contro i 12% necessari. Sia le pendenze che la saturazione rallentano i tempi di percorrenza e quindi non è funzionale per garantire collegamenti rapidi, alla base della funzione logistica che ha nel fattore tempo uno degli elementi sostanziali. Stando così le cose la penalizzazione delle merci che provengono dall’Italia appare più che reale.
Certamente quando la galleria di base del Brennero verrà realizzata, peraltro la presidente Von der Leyen dovrebbe porsi la domanda se la Germania stia procedendo nei tempi previsti con le infrastrutture di adduzione al tunnel, attualmente non proprio in linea con gli impegni assunti, (si parla comunque del 2030), la concorrenza dei Paesi competitori avrà già provocato danni irreparabili all’economia di casa nostra. Non è riconducibile forse ad una solenne presa in giro per aggirare il divieto di limitare i collegamenti dei Paesi periferici previsto dal trattato? Da un lato si parla di rilanciare le reti TEN; dall’altro si consente all’Austria che ha sottoscritto impegni precisi per divenire parte della Unione europea di rallentare i collegamenti. Forse sarà il caso che il Governo italiano invece di scrivere lettere assuma iniziative adeguate. In caso contrario le conseguenze che potranno ingenerarsi sia in termini di competitività dell’intero sistema produttivo europeo, utilizzando artatamente il tema ambientale per raggiungere propri obiettivi di natura economica.
Riproponiamo dunque al ministro l’introduzione di controlli legittimi per verificare che nel nostro Paese possano accedervi solo automezzi regolari, rispettosi delle normative della sicurezza stradale e della circolazione. Non occorre molto. Sono più che sufficienti tre CMR (Centri di revisione mobili) ma occorre soprattutto volontà e determinazione.