Ruote d’Italia: “più chiarezza e coesione come regali di Natale”

Ruote d’Italia: “più chiarezza e coesione come regali di Natale”

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22 dicembre 2021

Una esigenza che assume il sapore di un regalo natalizio. Più coerenza e maggior coesione sarebbe quanto serve al Paese, alle Sue imprese, ai lavoratori ed ai cittadini in genere. Invece mi pare stiamo rischiando di tornare indietro nel tempo.

Il Santo Natale ci richiama a valori che durante l’anno sembrano passare in seconda linea. Se Il Bambinello, e per Lui nulla è impossibile, riuscisse a far maturare nella testa dei nostri uomini di governo e di coloro che con il loro operare determinano evoluzioni positive o negative per tante persone, la necessità, di compiere le scelte adeguate, abbandonando le deleterie logiche di convenienza, sarebbe un gran passo in avanti. Temo che così non sarà. Una speranza è che il 23 dicembre il presidente Draghi, che dovrebbe presiedere il Comitato scientifico per le misure sanitarie, lasci intuire di aver deciso di proseguire nel Suo incarico di guidare l’Esecutivo.  Certamente non farà miracoli ma non si farà prendere in giro. A  mio avviso tuttavia  questa è la fondata “speranza” che così si riuscirà a conciliare la ripresa economica  con una gestione seria che  faccia superare la situazione confusionaria in atto sulla gestione della pandemia, dove troppi nani e ballerine la fanno da padrone.

I segnali di questi giorni ne sono testimoni. I “geni” del comitato che gestisce il tema del Covid 19 pare che  ancora una volta, stiano riuscendo a creare confusione con le loro uscite estemporanee. Un “esperto” parla di quarta dose ed un altro lo smentisce. Due ministri decidono di intervenire a piedi uniti con misure sulle attività del turismo e dei consumi, determinando disdette e la messa in difficoltà di settori importanti per la ripresa. Altri dissertano su fonti alternative, come l’elettricità, ma nel computo del Co2 non tengono conto del principio che occorre partire dal “pozzo” e non dal motore per calcolare le emissioni. La necessità di adeguare gli interventi alla mutata  situazione sanitaria è certamente una scelta incontestabile ma non è opportuno non coinvolgere gli imprenditori che ne subiscono le conseguenze per consentire una gestione che non limiti la ripresa che, ad esempio, le prossime festività avrebbero potuto innescare. Perché il mondo che rappresenta il turismo ed il commercio non è stato coinvolto in tempo utile? L’ascolto è pur sempre una scelta utile e democratica.

Che dire poi della lungimirante scelta di proclamare una azione di sciopero generale. Non esistevano altre possibili iniziative di sensibilizzazione? Credo proprio di sì. Nel nostro settore l’adesione è stata inesistente lontano da quel 5% che Confindustria ha indicato come percentuale di adesione.  Non è certo intenzione di chi scrive mettere in dubbio il diritto di sciopero ma leggere che questo ha natura “politica” mi pare essere un modo che svilisce la partecipazione dei, comunque pochi, partecipanti. Anche in questo caso la capacità di gestione del Presidente del Consiglio è uscita vincente.

Chiedo allora un regalo al nostro presidente  Mario Draghi che, fermo restando le Sue legittime aspirazioni, dovrebbe scegliere di restare alla guida del Governo. Ponga delle condizioni ai politici-politicanti ma resti alla guida del Paese. Si ponga come unico riferimento per gestire le necessarie informazioni ai cittadini sulla situazione della pandemia. La Gente, oggi più che mai, deve riconoscersi in un leader che sappia  fornire delle certezze. Si ponga fine alle troppe voci, a quei vergognosi dibattiti e analisi, utili solo a chi cerca della visibilità. I Cittadini e le imprese non meritano di essere trattati da piccoli idioti.

Mario Draghi è stato, dopo tanto tempo di pecoroni o incapaci, in grado di zittire gli “gnomi di Bruxelles” sulle decisioni assunte, avrebbe l’autorità di poter chiedere la ragione per la quale la teutonica Presidente della Commissione Ue non sia intervenuta a denunciare il comportamento contro la libertà di circolazione utilizzato dall’Austria per le attività di trasporto e si permetta di criticare le decisioni del nostro Esecutivo. L’algida  Ursula Von der Leien, nonostante sollecitata, non ha fatto praticamente nulla. Purtroppo in questo non sola. Anche i nostri ministri, sia degli  Affari esteri che della Mobilità Sostenibile, non hanno saputo comprendere e assumere delle iniziative concrete a tutela degli interessi nazionali per pretendere il rispetto del principio di non consentire ostacoli alla libera circolazione delle merci. Certamente ricercare “dolcezza” nelle attività di trasporto, così come sostenere delle misure squisitamente di tipo ambientale, non è di per sé una posizione contestabile ma qui abbiamo il rischio  che vi siano due ministri che si sovrappongano sui medesimi temi. E questo non va bene!

Ecco da Gesù Bambino i nostri imprenditori vorrebbero trovare sotto l’albero un ministro dei trasporti che si occupasse nel modo adeguato e incisivo più delle attività di trasporto che di transizione ecologica. Già a quella  il ministro Cigolani ci pensa già fin troppo. Pochi se ne saranno accorti ma, oggi, un emendamento alla manovra, aumenterà l’accisa sul gasolio. Anche a Lui richiediamo : di poter approfondire alcune Sue intuizioni. Non siamo nemici dell’ambiente ma ci guardiamo intorno nel mondo e vediamo che esistono troppi furbi. Lo chiedo a nome di coloro che hanno consentito al Paese di non chiudere all’inizio della pandemia: gli eroi, spero se li ricordi il ministro. Alcune Sue idee sono positive e le sosteniamo, come quella dell’energia nucleare, ad esempio. Molto discutibile e portatrice di guai quella di penalizzare quelle imprese che hanno effettuato investimenti nel parco circolante, senza in alcun modo sostenere compensazioni così, come proposto da Conftrasporto e dalla gran parte delle forze politiche. Infine guai a non considerare nelle Sue scelte l’applicazione del principio di  neutralità, ripeto, senza tener conto del principio di calcolare le emissioni in modo corretto, ( partire dal “pozzo e non dalla ruota”) e del fatto che l’energia elettrica tanto esaltata si produce con fonti inquinanti oggi. Così si fa solo demagogia dannosa. Noi saremo presenti attivi e non molleremo!

Buon Natale a tutti! 

 

Paolo Uggè

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