Ruote d’Italia: “approvati stanziamenti per il trasporto, ora servono regole e libertà di circolazione”

Ruote d’Italia: “approvati stanziamenti per il trasporto, ora servono regole e libertà di circolazione”

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25 maggio 2022

Stanziamenti, regole e libertà di circolazione sono aspetti interconnessi in una politica dei trasporti adeguata e seria che un Paese avrebbe il dovere di mettere in campo. Dal punto di vista delle risorse credo non si possa che riconoscere come il Governo abbia realizzato gli impegni che la Viceministro Bellanova aveva sottoscritto. Il DL 50 del 20 maggio contiene diverse misure che erano presenti nel Protocollo d’intesa redatto. Questo non significa che le operazioni siano concluse. Solo chi è digiuno delle procedure burocratiche, nazionali e comunitarie, può pensarlo. Se da un lato è perfettamente comprensibile che gli operatori non considerino i tempi previsti per lo svolgimento di questi inevitabili passaggi, non è invece accettabile che i rappresentanti di categoria alimentino di proposito il malcontento o suscitino aspettative che non hanno alcuna possibilità di concretizzarsi in tempi rapidi. Eppure, esistono dei cialtroni che per motivi personali diffondono dubbi e formulano critiche generiche generando situazioni ansiogene tra chi opera nella categoria.

Come è ovvio, tutti i provvedimenti, e a maggior ragione quelli che prevedono stanziamenti di risorse, debbono in modo ineludibile seguire l’iter previsto dalle normative comunitarie e nazionali. Altrettanto ovvio è comprendere come talvolta si riscontrino degli intoppi generati dalla volontà di ostacolare processi decisi a livello politico o dalla volontà di accontentare le aspettative di alcuni. Ciò che conta è che chi rappresenta gli interessi delle imprese sia coerente e determinato a non farsi turlupinare e ad instaurare un dialogo sincero con la categoria, senza suscitare aspettative non realizzabili. Chi lo fa, illude e prende in giro la gente.

Una parte delle norme oggetto della trattativa col governo sono già vigenti. Superata la prima fase, si apre ora quella della definizione delle regole necessarie a meglio garantire il rispetto della sicurezza sociale e della circolazione, come dispone la legge 32/05 e successivi decreti legislativi.

Non sarà semplice, anche perché esistono differenze sostanziali tra le stesse componenti che partecipano al confronto. Certamente non tutto potrà essere risolto, anche in questo caso, a causa dei vincoli imposti dalle norme comunitarie, nazionali, orientamenti della Autorità garanti del mercato, etc. Certamente sarebbe stato più produttivo portare avanti linee comuni. Se ci fossimo presentati con uno schieramento più coeso e compatto, forse non avremmo ottenuto tutte le nostre aspettative, ma certamente avremmo avuto più possibilità di realizzare condizioni utili alla categoria. Le diversificazioni, come sempre, indeboliscono.

Non si può immaginare che le difficoltà che abbiamo affrontato e che ancora stiamo affrontando siano risolvibili d'emblée con un fermo, come spesso taluni ritengono. L’azione sindacale per Conftrasporto non deve e non può mai essere abbandonata, ma deve essere sempre gestita con oculatezza. Senza considerare che le azioni di fermo, se non inserite in un quadro di razionalità oggettiva, non producono quasi mai i risultati sperati. Occorre inoltre tenere presente che talune impostazioni non sempre trovano la condivisione maggioritaria nella categoria.

L’argomento che diverrà dominante nei prossimi mesi sarà senz’altro quello relativo alla libertà di circolazione, che non può essere limitata da decisioni ispirate a posizioni ambientaliste esasperate. Costringere imprenditori ed anche cittadini a sostenere costi elevati per sostituire i propri automezzi in tempi brevi, rischia di innescare processi che mettono a repentaglio la tenuta sociale, senza peraltro risolvere il problema. Gli interventi in materia ambientale devono essere coniugati con i fattori economici e le esigenze di tutto il sistema sociale entro cui si inscrivono. Esistono senz’altro strumenti utili a tutelare gli ecosistemi, ma non saranno le coercizioni a far raggiungere gli obiettivi ambientali. Certamente non esistono dubbi sul fatto che debbano essere perseguiti, ma i tempi non sono irrilevanti e la politica farebbe bene a riflettere.

A proposito di limitazioni alla circolazione, prendiamo atto che le istanze di Conftrasporto rispetto alle iniziative dell’Austria sono state fatte proprie anche dalla Germania, che ha avviato un’azione per aprire una procedura di infrazione in grado di smuovere le Autorità comunitarie. Bene ma avremmo avuto più forza e incisività se avessimo agito insieme. Noi lo proponiamo da tempo, ahimè senza essere ascoltati.

Le missive e le azioni legali servono a poco e consentono il perpetrarsi di comportamenti che limitano il diritto alla libertà di circolazione. Altri sono gli interventi utili per il raggiungimento dell’obiettivo. In diverse occasioni abbiamo sollecitato azioni mirate ai confini. Invece, siamo all’assurdo che si consente, senza nulla eccepire, di agire nei confronti di chi esercita trasporti eccezionali in modo discriminante. Perché i vettori debbono parlare la lingua tedesca per poter effettuare tale tipologia di trasporto e in Italia non si applica la medesima regola?

Molti quindi sono gli aspetti da affrontare, ma lo possiamo fare meglio se si riannoderà quel legame essenziale tra le rappresentanze e gli operatori del settore, che in questi ultimi periodi, complici le divisioni alimentate da chi punta solo a ritagliarsi un ruolo, rischia di indebolirsi. Comprendiamo che l’esigenza di esistere venga PRIMA ed induca ad operazioni la cui riuscita appare dubbia. Facciamo fatica a credere che vi siano ancora degli imprenditori che non si accorgono di essere strumentalizzati perché qualcuno ottenga i propri obiettivi.   

 

Paolo Uggè

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