Ruote d'Italia: "il Paese non può fermarsi a lungo"

Ruote d'Italia: "il Paese non può fermarsi a lungo"

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27 gennaio 2021

Non v’è dubbio che l’apertura della crisi da parte del Presidente del Consiglio mette il Paese in fase di stallo.

Ritengo che il Presidente Mattarella agirà con particolare sollecitudine, soprattutto per la difficile situazione che ruota intorno a due argomenti attuali di vitale importanza. La crisi pandemica e quella economica. I dati economici non si possono definire entusiasmanti. Il Pil, i consumi, la produzione e l’occupazione forniscono segnali preoccupanti. Pare un po’ meglio, anche se con estrema prudenza, l’evoluzione della crisi sanitaria che, si può affermare, pare aver imboccato una evoluzione diversa, anche se necessita ulteriori conferme. I dati lasciano intravvedere, almeno per ora, segni di piccoli miglioramenti. Certamente, quanto appare è del tutto evidente, un ruolo decisivo lo potrà giocare il vaccino, anche se purtroppo l’organizzazione logistica lascia emergere in  tutta evidenza diverse perplessità. Ricordo che Conftrasporto, sin da dicembre, provò a lanciare la proposta, della redazione di un piano operativo, peraltro inascoltata, da realizzarsi coinvolgendo alcuni  operatori della catena del freddo e del farmaco. Oggi forse non si registrerebbero delle preoccupanti difficoltà che vengono attribuite ai produttori del vaccino. E’ opportuno ricordare che i contratti si stipulano tra due parti, e forse una maggior tutela era lecito attendersela.

Ora vedremo gli sviluppi della crisi che potrebbero portare ad una riconferma del Presidente uscente (credo sia la prima volta, nella storia del Paese che un Presidente del Consiglio guidi di seguito tre Esecutivi) o il ricorso ad un mandato esplorativo affidato ad un leader politico, oppure ad una figura istituzionale.

I temi non sono semplici e da quanto si legge la matassa della politica appare ingarbugliata parecchio. Tutti sanno che si dovrà riuscire a coniugare la tutela sanitaria con quella economica, tenendo conto che stanno emergendo segnali di insofferenza sia nel mondo delle imprese che in quello giovanile, rispetto a chiusure talvolta poco comprensibili che limitano le libertà costituzionali, penalizzanti, per non definire imbarazzanti. Non si comprende come possa essere diverso il potere di contagio pranzare in un ristorante a mezzogiorno oppure alla sera. Altrettanto viaggiare da soli in macchina alle 24 ma anche effettuare attività sportive in palestre o piscine, recarsi ad un teatro o ad un cinema, sempre nel rispetto di limiti numerici di sicurezza e con precauzioni adeguate. Questi diktat, oltre tutto non motivati adeguatamente rischiano di generare le situazioni di incomprensione o rabbia. E questo chi governa non dovrebbe dimenticarlo. I servizi soffrono e la Confcommercio lo rappresenta adeguatamente. Il circolo è evidente: meno consumi significa  riduzione della produzione e quindi meno attività di trasporto.   

Intanto si deve registrare il lodevole impegno del ministro dei trasporti, on. Paola De Micheli che ha voluto consultare la categoria illustrando le misure che il governo intende portare avanti a sostegno dell’economia ed in particolar modo del sistema dei trasporti.

Il confronto sul Piano Nazionale di ripresa e resilienza ha consentito ai rappresentanti di Conftrasporto di poter evidenziare quelle criticità che rischiano di compromettere il raggiungimento dello stesso piano se non saranno introdotte semplificazioni adeguate  ad utilizzare rapidamente le risorse stanziate. Senza delle modifiche si rischia di depotenziare l’effetto espansivo per la nostra economia. (I concetti sono ripresi dalla nota informativa predisposta dal segretario generale Russo e pubblicata ieri).

La ministro ha fornito assicurazioni di stanziare risorse per il ricambio del parco circolante e di intervenire con una misura compensativa per il ricambio dei traghetti. (occorre comprendere ancora come, ma l’idea è conseguente ad una proposta degli operatori e si indirizza nella giusta direzione.

Sono stati confermati inoltre i contributi allo sviluppo dell’intermodalità sia mare che ferro per i quali si opera per prevedere anche il cambiamento dei criteri sui destinatari dei contributi indirizzandoli verso gli utilizzatori. Altrettanto sarà in modo concreto affrontato il tema dell’adeguamento dei benefici anche al personale imbarcato su navi che battono bandiera europea. Tutti aspetti condivisi dei quali si attende la concreta realizzazione, non appena superata la crisi.

Sono tutti impegni positivi dei quali diamo contezza e che sottolineano l’impegno della ministro. E’ evidente che il tutto dovrà essere mantenuto anche con il prossimo Esecutivo. Opportunità logica sarebbe quindi la   conferma di chi sta gestendo il ministero dei trasporti, che ha già maturato conoscenze adeguate sulle vere esigenze di un settore decisivo per lo sviluppo del Paese o, nel caso di mutamenti, comunque concretizzarli. Noi non li scorderemo.

Chiudere con l’auspicio di una rapida conclusione della crisi rappresenta una esigenza del tutto evidente della quale il Paese e le imprese sentono la necessità. Rapidità e conoscenze sono elementi fondamentali, primari, auspicabili e necessari.  Non è una speranza bensì una necessità.

Paolo Uggè

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