Ruote d’Italia: “riaprire il Paese, snellire le procedure, investire sulle infrastrutture è la strada giusta”
Ruote d’Italia: “riaprire il Paese, snellire le procedure, investire sulle infrastrutture è la strada giusta”
Forse la determinazione del premier inizia a rimuovere le incrostazioni e le volontà del “non fare” che in questi ultimi anni hanno impedito al Paese di mantenere il passo degli altri Stati europei. Penso che i responsabili siano conosciuti.
Il Parlamento ha condiviso gli orientamenti contenuti nelle oltre 300 pagine del Piano. Certamente sono stati giudizi legati essenzialmente ai titoli in quanto solo dopo una attenta lettura ed approfondimenti si potrà entrare nei dettagli. L’impostazione sostanzialmente è stata condivisa.
Ora occorrerà attenersi al programma anche perché le Autorità comunitarie saranno interessate a seguire i progressi che verranno realizzati e soprattutto che siano in coerenza con i contenuti del Pnrr.
Come ha avuto modo di dire un ruolo importante lo avranno le regioni alle quali la Costituzione assegna dei ruoli precisi sugli interventi. Esiste infatti in una sentenza della Corte l’obbligo di“intesa” tra Stato e Regioni. Non sono poche le sentenze della Corte Costituzionale che hanno dichiarato illegittime alcune opere che non hanno visto l’approvazione dei relativi progetti con la regione interessata.
Altrettanto il livello comunitario non potrà non tener conto della volontà espressa da due Regioni (Sicilia e Calabria) sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
Così per altre opere infrastrutturali. Non potrà essere accettato che su un asse ferroviario ad Alta Velocità si realizzi un solo un lotto.
La questione è delicata ed i contrari dello sviluppo, come già accaduto negli ultimi anni, potrebbero cercare di introdurre elementi che finiscano per bloccare i progetti contenuti nel Pnrr.
Certamente Conftrasporto è particolarmente interessata, visto che è l’unica rappresentanza di sistema che è riuscita a far dialogare le modalità (ferro, mare, gomma e sistema portuale), a far conoscere proprie idee in merito, senza avere la supponenza di avere la verità in tasca ma con la ferma intenzione di agire a favore soprattutto dell’intero Paese.
Non possono essere le generalizzazioni o gli interessi, pur se legittimi di parte, ad indirizzare le azioni del Governo. “Continuare a proporre degli schemi che appartengono neanche al secolo scorso ma a quello precedente è fuori tempo”. Ha dichiarato il ministro Orlando. Così come attaccare le concessionarie che, o sono frutto di esperienze dirette o non tengono conto delle positività che imprese in concessione hanno fornito al sistema Paese, fino ad essere citate ad esempio nel mondo. Certo occorre che tutti facciano la propria parte le concessionarie ed i concedenti. Troppo spesso, in tempi purtroppo non lontani, abbiamo dovuto subire le conseguenze di drammatici esempi di quanto chi doveva svolgere le proprie funzioni non lo ha fatto (il concedente).
Le sottolineature del ministro Giovannini che lo Stato deve stare nel mercato come una impresa privata è del tutto condivisa perché la crescita è cruciale per tutti. E le interconnessioni, come le accessibilità, temi che Conftrasporto nei mesi scorsi lanciò nel Forum di Cernobbio, devono essere un obiettivo prioritario.
Riforme e risorse finanziarie devono marciare insieme in quanto non possono essere scisse ma sono 2due gambe che devono muoversi insieme”.
Paolo Uggè