Ruote d’Italia: “Covid pass, parità di condizioni applicando la legge”
Ruote d’Italia: “Covid pass, parità di condizioni applicando la legge”
Non ritengo sia pensabile che, dopo il 15 ottobre, gli stranieri possano operare nel nostro Paese senza essere in regola con le norme di legge relative al green pass. Sarebbe inaccettabile, oltre che improponibile, chiedere ai nostri imprenditori di controllare chi entra sul luogo di lavoro, rischiando di essere sanzionati insieme ai lavoratori che non si attengono alle prescrizioni, quando invece tali oneri non gravano sugli operatori esteri che operano sul territorio nazionale.
Le imprese del trasporto e della logistica, che hanno consentito nella fase critica della pandemia al Paese di resistere e di andare avanti (quelle definite “eroiche”) non accetterebbero di subire azioni di dumping a causa di un trattamento che non assoggetta alle norme di legge vigenti in Italia quelli che provengono da altri Paesi. Sarebbe una discriminazione insostenibile.
Le leggi devono essere rispettate da tutti! Chi può assicurare che il conducente di un vettore estero non sia portatore del virus? Immaginare per le aziende di trasporto italiane dei protocolli operativi che facilitino lo svolgimento dell’attività ha un senso, ma la norma di legge non può certo essere elusa solo perché un soggetto proviene da uno Stato estero nel quale il green pass non è in vigore.
Non ritengo di esprimere una tesi così difficile da comprendere. Se il nostro Paese ha deciso di elevare le forme di tutela per la propria popolazione non penso proprio sia così sprovveduto da lasciare che siano coloro che provengono dall’estero a poter diffondere il virus.
Affermo questi semplici concetti in quanto pare che esista una titubanza in alcuni burocrati e decisori politici che in tutta tranquillità si appresterebbero ad emanare normative che invece consentirebbero ai vettori esteri di poter effettuare consegne senza essere in possesso di appositi certificati, in quanto non previsti nei paesi di origine. Follia allo stato puro!
Credo che la reazione delle rappresentanze e delle imprese sarà una sola ed evidente: ottenere con ogni mezzo lecito la pariteticità di trattamento. Gli stessi tutori dell’ordine sanzioneranno gli operatori delle imprese di trasporto e dei committenti nazionali mentre, in tutta tranquillità, lasceranno che i vettori esteri, anche se non vaccinati, effettuino le consegne? Sarebbe un oltraggio al buon senso oltre che un danno.
Forse un po’ di attenzione sarebbe necessaria a livello di governo. Ovviamente la disponibilità a collaborare non verrà meno da parte del mondo della logistica sia a livello imprenditoriale che dei lavoratori. Questi, ne sono convinto, non consentiranno che i loro colleghi non vaccinati siano sospesi, mentre ad altri viene consentito di operare tranquillamente, solo perché stranieri. Strano il silenzio di chi rappresenta il mondo di chi produce. Forse per loro non ha importanza la salute dei cittadini ma ciò che conta è che le merci siano in condizione di essere ricevute o esportate. Il guadagno, o se preferite il lucro o l’utile, è evidentemente per il mondo della committenza più importante. Per questo sarebbe necessario che il Governo intervenisse con normative precise e chiare e prima del 15 ottobre.
Paolo Uggè