Formazione: per i professionisti la situazione comincia lentamente a migliorare

Formazione: per i professionisti la situazione comincia lentamente a migliorare

Da un sondaggio realizzato da Aifos emerge che un operatore su quattro ha chiuso il 2020 con un calo di fatturato tra il 30% e il 50%, ma aumentano quanti si dicono in grado di aumentarlo.

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27 maggio 2021

Un generale miglioramento, anche se restano alcuni dati preoccupanti. In estrema sintesi, è quanto emerge da un sondaggio condotto tra l’11 e il 21 maggio scorso da Aifos, l’Associazione italiana formatori ed operatori della sicurezza aderente a Confcommercio sull’andamento del fatturato dei liberi professionisti  attivi nel campo della formazione. È poco meno del 20%, insieme a circa il 9% dei consulenti, a denunciare un vero crollo del fatturato, più che dimezzato rispetto al 2019. Va detto però che in una precedente rilevazione condotta nel novembre dello scorso anno le percentuali erano rispettivamente del 28 e del 16%. Di contro, sono in aumento quanti si dicono in grado di mantenersi in linea di galleggiamento o addirittura di aumentare il fatturato, passati dal 15% al 26% nel campo della formazione e dal 31% al 37,5% in quello della consulenza. Ma in generale va sottolineato che restano molti gli intervistati che dichiarano un sensibile calo dei ricavi, soprattutto nell'ambito della formazione, dove oltre il 25% dei liberi professionisti ha chiuso il 2020 con un calo di fatturato compreso tra il 30% e il 50%.

 

Per quanto riguarda invece le imprese, "solo" il 6% ha accusato un calo superiore al 50% del fatturato 2020, mentre sfiora il 40% il numero delle aziende che sono state in grado di mantenere inalterato o di migliorare il fatturato 2019 in ambito consulenziale, con un ulteriore 19% che ha registrato una contrazione minima (tra lo 0 e il 10%). Oltre un’azienda su due operanti ha in ogni modo subito una diminuzione dei ricavi compresa tra l'11% e il 50%.

 

“Nell'annus horribilis 2020 so di molte aziende e professionisti - commenta e il presidente di Aifos, Rocco Vitaleche hanno agito anche a prescindere dal tornaconto economico. I nostri associati sono stati tra i primi ad essere chiamati in causa per rispondere alle esigenze delle organizzazioni in questa terribile emergenza sanitaria. Il lavoro fatto è stato molto, e lo shock test servirà senza dubbio per il futuro: basti pensare a webinar e videoconferenze che solo dodici mesi fa praticamente non conoscevamo e che oggi sono uno strumento di lavoro quotidiano per tutti noi”.

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