Trasporti: "libero mercato non significa niente regole"

Trasporti: "libero mercato non significa niente regole"

Vicenda taxi, Ncc e Uber: le dichiarazioni del presidente dell'Antitrust Giovanni Pitruzzella hanno provocato la reazione del presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè. "In un mercato senza regole sarebbero sempre i più forti ad avere la meglio".

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13 marzo 2017

Vicenda taxi, Ncc e Uber: le dichiarazioni del presidente dell'Antitrust Giovanni Pitruzzella hanno provocato la reazione del presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè. Al centro, la proposta di Pitruzzella di regolamentare Uber Pop, in qualche modo legittimandolo. L'Autorità ha chiesto una rapida riforma del settore taxi e Ncc e ha inviato a Parlamento e governo una segnalazione per sottolineare la necessità di mettere la normativa al passo con l'evoluzione del mercato. Per l'Authority è necessaria una "piena equiparazione dal lato dell'offerta tra gli operatori dotati di licenza taxi e quelli dotati di autorizzazione Ncc". Questo "faciliterebbe lo sviluppo presso il pubblico di strumenti evoluti di procacciamento della domanda (tipo Uber balck e Mytaxi)". La strada da perseguire, secondo l'Antitrust, non deve "essere quella di introdurre nuovi e/o ulteriori vincoli, su base territoriale, soggettiva o altro volti a limitare l'operatività delle nuove forme di servizi di mobilità urbana ma al contrario alleggerire la regolazione degli operatori esistenti, sviluppando al contempo le forme di servizio più innovative e benefiche per il consumatore". Per questo "dovrebbe essere garantita una maggiore flessibilità operativa ai soggetti dotati di licenza taxi in termini di: eliminazione dei vincoli attualmente esistenti al cumulo di più licenze, garantendo la possibilità che l'attività di taxi sia esercitabile in forma di impresa; massima flessibilità di turni ed orari (da considerare come minimi e liberamente derogabili); possibilità di offrire nuovi servizi integrativi (ad es. uso collettivo dei taxi); possibilità di attuare politiche autonome dei prezzi delle corse nel rispetto del vincolo della tariffa massima (in particolare con riferimento a particolari destinazioni come aeroporti, stazioni ferroviarie, luoghi di attrazione turistica)". "Prendiamo atto delle dichiarazioni presidente Pitruzzella, che sicuramente ha profonde conoscenze in materia di concorrenza, ma fatica un po' a coniugare l'esigenza della sicurezza e della tutela dei diritti di tanti piccoli operatori con i giusti principi del libero mercato - dichiara Uggè -. Voglio ricordare che, causa le interpretazioni liberiste all'eccesso del presidente Pitruzzella, pure i costi minimi della sicurezza per l'autotrasporto sono stati messi in contestazione, anche se poi una recente ordinanza della Corte di Giustizia ha riconfermato la prevalenza della sicurezza rispetto ai principi di liberalizzazione. Il Libero mercato, vorrei ricordare al presidente dell'Antitrust, non vuol dire mercato senza regole, perchè in questo caso ad avere la meglio sarebbero i piu' forti". "Come diceva Fernand Braudel, il mercato perfetto si realizza quando esiste l'equilibrio tra domanda e offerta, quindi di fatto quando esistono delle regole - aggiunge il presidente di Conftrasporto - E' evidente che intermediatori informatici - che magari non pagano le tasse in Italia, che magari non sono in possesso dei requisiti necessari per esercitare l'attivita' di trasportatore e che pretendono, come fa Uber, di ricevere il corrispettivo per il trasporto effettuato, impedendo che il corrispettivo del servizio si instauri fra chi offre un servizio e chi lo riceve - senza regole diventano ovviamente dominus della domanda, quindi in grado di dettare le regole". "A Lorenzo Bittarelli (presidente dell'Unione radio Taxi italiani, che oggi ha criticato l'idea di Pitruzzella, ndr) lancio un appello - conclude Ugge' - Uniamo le forze dei taxisti con i noleggiatori per evitare, se le due categorie continueranno a essere l'una contro l'altra, di fare la fine dei famosi polli di Renzo di manzoniana memoria, che, anche nella padella, continuavano a beccarsi".

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