Blocco dei taxi: "nessuna condanna, ma è un'azione forzata"

Blocco dei taxi: "nessuna condanna, ma è un'azione forzata"

Lettera aperta di Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto-Confcommercio, che oggi incontrerà sulla questione il ministro Delrio. "Nel blocco di questi giorni c'è la strumentalizzazione del nulla, si protesta contro un emendamento che non cambia lo stato delle cose".

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20 febbraio 2017

Non condanno l'iniziativa dei taxisti. Semplicemente la trovo forzata. Nel blocco di questi giorni c'è la strumentalizzazione del nulla. Si protesta contro un emendamento che non cambia lo stato delle cose, non aggiunge né toglie alcunché rispetto al passato. Avrei capito una protesta attuata per ottenere una definitiva regolamentazione del settore, ma qui ci si agita per una disposizione che è in vigore dal 2009. L'emendamento contro il quale la categoria dei taxisti ha levato gli scudi non fa che concedere un ulteriore anno di tempo alle istituzioni per regolamentare settori (Taxi e Ncc) disciplinati da una legge piuttosto datata. È vero: l'emendamento proroga per un anno tutte le disposizioni legate all'attività di noleggio con conducente. Ma è anche vero che è la risposta ai Comuni o alle Regioni che hanno anticipato i tempi dell'entrata in vigore dell'articolo 29, 1 quater con una forzatura interpretativa. Ci sono operatori che approfittando della mancanza di una regolamentazione ben definita - a partire dai tempi dell'allora ministro Matteoli - hanno lucrato sulla compravendita delle licenze. In sostanza, hanno ceduto a caro prezzo la licenza acquisita a suo tempo nel Comune di residenza (magari caratterizzato da un consistente bacino d'utenza); se ne sono poi fatta assegnare una nuova da una diversa amministrazione locale (questa volta per attività di noleggio); sono andati infine a operare in territori con ragguardevoli bacini d'utenza. Tutto questo a danno dei taxisti che in quei territori erano già presenti e che giustamente per questo protestano. Occorre a onor del vero ammettere che  fenomeni di abusivismo esistono in entrambi i settori, favoriti dai ritardi della politica. È contro questi ritardi che avrebbero dovuto levarsi gli scudi. Noi di Conftrasporto saremmo andati convinti a un'azione congiunta contro i governi che non hanno saputo, o voluto, affrontare la questione lasciando che nel vuoto di regole si insinuassero fenomeni a dir poco borderline: viola le norme il noleggiatore che utilizza il sistema Uber perché opera da taxista; viola le norme il taxista che mette a disposizione il proprio mezzo con la compiacenza di qualche agenzia o addetto al ricevimento d'albergo per accompagnare, e non certo con l'uso del tassametro i clienti per l'intera giornata. Gli ultimi casi verificatisi a Livorno sono un esempio. Chi gode di questa situazione è il gestore di un sistema informatico che tende a divenire il dominus del servizio taxi e Ncc per poi agire da padrone del mercato e definire in futuro le condizioni degli operatori che organizza. Conftrasporto si batterà perché ciò non avvenga. Il nostro obiettivo è favorire un sistema che metta ordine nel caos, stabilisca criteri per il rilascio delle autorizzazioni e definisca le aree di operatività e regolarità. Al ministro dei Trasporti Graziano Delrio, che incontreremo martedì per un confronto su questo tema, diremo: dateci un paio di mesi e mettiamoci al lavoro insieme per trovare una soluzione. 

 
Paolo Uggè

Presidente Fai Conftrasporto e vicepresidente Confcommercio

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