Vendite al dettaglio in ripresa a settembre

Vendite al dettaglio in ripresa a settembre

Le stime preliminari Istat indicano un aumento mensile dell’1,2% in valore e in volume, mentre su base annua c’è  un progresso dello 0,7% in valore e dello 0,3% in volume.  Confcommercio: “congiuntura debole, ma segnali di vivacità".

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8 novembre 2024

Dopo il passo indietro di agosto, vendite al dettaglio in ripresa a settembre con un aumento su base mensile dell’1,2%  – è la stima dell’Istat (link al documento completo in pdf) -  sia in valore che in volume (+1,2%), mentre rispetto allo stesso mese del 2023 c’è un + 0,7% in valore e un +0,3% in volume. Nel terzo trimestre dell’anno le vendite al dettaglio sono cresciute dello 0,7% in valore e dello 0,4% in volume sui tre mesi precedenti.

Per quanto riguarda i beni alimentari, l’Istituto di statistica stima una crescita mensile dell’1,7% in valore e dell’1,5% in volume, mentre su base annua c’è un +0,6% in valore e un -0,6% in volume, e su base trimestrale rispettivamente un +1,3% e un +0,8%. Quanto ai non alimentari, salgono di +0,9% in valore e +1,1% in volume sul mese precedente, e dello 0,7% e 0,9% rispettivi su base annua. Su base trimestrale la crescita è dello 0,4%  in valore e dello 0,3% in volume.

Commercio al dettaglio, indice destagionalizzato e media mobile a tre mesi 

Gennaio 2019-settembre 2024, dati in valore (base 2021=100) Fonte: Istat

Sempre a proposito dei beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti: l’'aumento più importante riguarda elettrodomestici, radio, tv e registratori (+4,4%), mentre il calo più pesante coinvolge cartoleria, libri, giornali e riviste (-2,5%).

Rispetto a settembre 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per grande distribuzione (+2,2%) e commercio elettronico (+2,1%) mentre risulta in diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (-1%) e per  le vendite al di fuori dei negozi (-1,6%).

Confcommercio: “congiuntura debole, ma segnali di vivacità"

“I dati odierni relativi al mese di settembre, pur confermando il permanere di una situazione congiunturale molto debole, segnalano la presenza di confortanti spunti di vivacità che vanno considerati di buon auspicio per la chiusura dell’anno in corso. Se la produzione industriale continua a stentare (le stime Istat indicano un calo mensile dello 0,4%, mentre su base annua è previsto un -4%, ndr) ed è ormai evidente come non si possa parlare di crisi transitoria, le vendite hanno mostrato nello stesso mese un deciso miglioramento. L’aumento registrato, pur interessando sia l’alimentare sia il non alimentare, va comunque letto con prudenza. È necessario, infatti, attendere i prossimi mesi per comprendere se si tratti di un punto di svolta nell’atteggiamento delle famiglie. Va segnalato, inoltre, come su questo andamento potrebbero aver inciso fattori che hanno solo spostato quote di consumi (per l’alimentare dal fuori casa al domestico), o anticipato gli acquisti in considerazione di condizioni meteorologiche diverse da quelle dello scorso anno (abbigliamento). In entrambi i casi, gli impulsi osservati a settembre potrebbero tradursi in un gioco a somma zero sul totale della spesa delle famiglie, con effetti trascurabili sulla crescita dei consumi e del Pil. Bisogna sottolineare, infine, il permanere di una situazione difficile per le imprese che operano su piccole superfici il cui giro d’affari risulta compresso tanto dalla debolezza dei consumi in generale quanto dagli spostamenti di domanda verso il canale on-line”: così l’Ufficio Studi di Confcommercio.

 

Per altre notizie e approfondimenti puoi visitare il nostro focus sui dati Istat. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.

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