Ponte sullo Stretto, via libera di fatto anche dal Parlamento europeo

Ponte sullo Stretto, via libera di fatto anche dal Parlamento europeo

Approvate le nuove linee guida per lo sviluppo della Rete transeuropea dei trasporti (Ten-T). Uggè: "la politica del ‘no’ viene sonoramente presa a schiaffi".

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24 aprile 2024

Il Parlamento europeo, ratificando l'intesa raggiunta dagli Stati membri nel dicembre scorso, ha dato il suo ok alle linee guida aggiornate per lo sviluppo della Rete transeuropea dei trasporti (Ten-T) che collega oltre 420 grandi città dell'Unione europea. Tra i punti anche l'inclusione di un riferimento allo Stretto di Messina per unire le due sponde con un collegamento fisso o un ponte.

"La politica del ‘no’ viene sonoramente presa a schiaffi dall’organismo europeo", ha commentato Paolo Uggè, presidente della Federazione degli Autotrasportatori Italiani (FAI) aderente a Conftrasporto, che attacca così gli "oppositori" al Ponte sullo Stretto. "La decisione - ha proseguito Uggè - non è che la conferma degli orientamenti più volte espressi dalle autorità comunitarie circa la necessità di realizzare reti Ten-T di collegamento che ricomprendano anche, spiace per quelli che parlano a vanvera, questa infrastruttura, collegamento fisso lungo il corridoio Scandinavo-Mediterraneo". "Abbiamo ribadito più volte l’importanza di quest’opera non solo per l’Italia, ma per tutta l’economia europea, ma i fautori della politica del ‘no’ continuano a far finta di non capire", ha concluso Uggè.

Come ricorda anche l'Europarlamento, tra gli altri progetti in fase di costruzione c'è anche il tunnel di base del Brennero, che collega l'Austria e l'Italia, e la linea ferroviaria ad alta velocità Lisbona-Madrid. L'inclusione, quindi, del riferimento al Ponte per collegare Calabria e Sicilia nel corridoio 'Scandinavo-Mediterraneo' apre la strada all'Italia per la costruzione di un'infrastruttura
che potrebbe accedere ai finanziamenti europei. Le linee guida hanno poi posto l'accento sulla cosiddetta 'mobilità militare', incalzando i governi a tener conto di esigenze militari nella costruzione o nell'ammodernamento di infrastrutture.

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