Ruote d'Italia: "Facciamo presto, aziende e lavoratori sono alla stremo"

Ruote d'Italia: "Facciamo presto, aziende e lavoratori sono alla stremo"

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3 febbraio 2021

Circa quattrocentomila posti di lavoro in meno, 101 mila nelle ultime quattro settimane. In più il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto quasi il 30%. Il Pil è crollato a meno il 9% nel 2020 e le previsioni  per il 2021 ipotizzano un crescita del 2,3%, anziché del 6%, come annunciato. Dati più che preoccupanti che rischiano di portare il Paese in uno stato di tensione sociale ad alto rischio.

Se diamo uno sguardo al mondo dei servizi non possiamo chiudere gli occhi su quanto sta succedendo sia per il mondo della ristorazione, dei negozi, dei centri sportivi, palestre. Le chiusure a singhiozzo evitano agli operatori di poter programmare ed inducono molti a scegliere di non aprire.

L’ultima pagliacciata la stiamo constatando con le attività sciistiche (si rimpallano le decisioni Governo e Cts sulla data di apertura). Incertezze che hanno un ulteriore impatto sulla ristorazione, sui bar, pub, oltre che sull’intera filiera del turismo. E’ chiaro che questo stato di cose si riversa anche sul sistema produttivo e della distribuzione. In tutto questo stato confusionario non si può che restare trasecolati nel leggere il fallimento, che sembra delinearsi nella distribuzione del farmaco (Conftrasporto da dicembre aveva avanzato l’idea di coinvolgere chi operava nella logistica farmaceutica e del freddo senza ottenere risposte). Le analisi di Milena Gabanelli e di Burioni di questi giorni inducono chi non è di parte a riflettere. Oggi scopriamo cose indicibili che sono in sostanza riconducibili ad una gestione non adeguata di chi ha avuto la responsabilità di gestire l’operazione vaccini.

Non aiuta certamente la situazione politica. La sensazione è che sia in atto una competizione sul potere da dividersi tra le diverse forze parlamentari. Quasi  fosse più importante una poltrona che la distribuzione di quella che ormai, lo hanno compreso in molti, è la vera arma che difende dalla diffusione del virus.

Conftrasporto, al di là di quanto afferma qualche disinformato, come dimostrano i dati del centro studi confederale, non può che evidenziare come le difficoltà e chiusure di attività colpiscono anche il mondo della logistica. Ma non basta! In una situazione così delicata, e forse dimenticandosi di come il mondo dei trasporti ha contribuito ad evitare che il Paese si paralizzasse, amministratori locali, forse per fare cassa, e per taluni versi anche alcune campagne di carattere nazionale, stanno attuando nei confronti degli autisti dei mezzi pesanti controlli che spesse volte possono essere interpretate come volontà vessatorie nei confronti di coloro che esercitano la professione. Complimenti per la tempistica; da premio Nobel!

Conftrasporto non chiede né chiederà mai di non rispettare le regole! Ma ritiene che queste siano applicate con la dovuta consapevolezza e per tutti. Vengono segnalati anche interventi, forse di dubbia legittimità. Le forze dell’ordine non possono ritirare la patente per violazioni lievi sul cronotachigrafo o per interpretazioni molto personali da parte di agenti locali. Si può configurare l’abuso di potere o una scarsa conoscenza della norma. Questo induce gli operatori a leggere gli interventi come una volontà punitiva mirata, anche se non esiste.

Mi domando se questo sia proprio il momento più adatto per iniziative simili. Ripeto nessuno pretende una sorta di impunità per violazioni alle norme di sicurezza ma elasticità intelligente. Ricordo a questi tutori del traffico che è previsto dal DLgs n. 286 il principio della corresponsabilità di tutti i soggetti della filiera. Vorrei conoscere quanti interventi si sono realizzati nei loro confronti. Anzi promuoveremo una interrogazione parlamentare.  Se non si applica quanto previsto dalle norme di legge si può incorrere in omissioni in atti dovuti. Conftrasporto non intende lasciar passare queste “dimenticanze”, probabilmente non volute ma tali sono. La legge si applica interamente e per tutti.

Credo che il momento particolare e delicato chieda a tutti uno sforzo di elasticità per casi marginali che non sempre dipendono dalla volontà dei vettori. Talvolta coloro che ordinano i servizi di trasporto inducono a commettere violazioni sulle norme relative ai tempi di guida e quindi sono corresponsabili. Ovviamente se vi sono manomissioni o altri comportamenti che contrastano con il principio di sicurezza, principio da salvaguardare da parte di tutti, utenti e professionisti della strada è più che giusto procedere con la dovuta ed assoluta severità. Ma nei confronti di tutti . 

Paolo Uggè

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