Concessioni demaniali, "nuove disposizioni sbagliate, ingiuste e dannose"
Concessioni demaniali, "nuove disposizioni sbagliate, ingiuste e dannose"
Sib e Fiba tornano sul provvedimento legislativo adottato dall'esecutivo il 4 settembre scorso annunciando il proseguimento della mobilitazione della categoria, non escludendo “nessuna delle forme di lotta e iniziative sindacali”.
"Riteniamo che le nuove disposizioni sulle concessioni demaniali contenute nel Decreto Infrazioni, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 4 settembre, siano profondamente sbagliate, ingiuste e dannose". Sindacato italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio e Fiba-Confesercenti tornano sul provvedimento legislativo parlando di “disposizioni che necessitano di sostanziali modifiche da parte del Parlamento, in sede di conversione in legge, per un giusto e corretto bilanciamento fra le esigenze di una maggiore concorrenza e la salvaguardia dei diritti dei concessionari attualmente operanti".
"Siamo, pertanto, costretti a continuare nella mobilitazione della categoria che ha avuto momenti salienti nella manifestazione dell'11 aprile a Roma, in Piazza Santi Apostoli, e nello 'sciopero gentile' del 9 agosto. Nei prossimi giorni organizzeremo assemblee in ogni regione aperte alla partecipazione dei cittadini, delle associazioni e dei rappresentanti delle istituzioni, sia territoriali che nazionali, per il più ampio coinvolgimento del Paese nella giusta e sacrosanta battaglia che abbiamo intrapreso. Non escludiamo, poi, nessuna delle forme di lotta ed iniziative sindacali che dovessero essere necessarie per tutelare il lavoro, le aziende e, soprattutto, un modello di balneazione efficiente e di successo che attira sui nostri litorali milioni di turisti da tutto il mondo", concludono le Associazioni.
Adesione massiccia allo sciopero dei balneari
“Abbiamo registrato una massiccia partecipazione in tutta Italia allo sciopero degli ombrelloni, oltre ogni aspettativa. Se da una parte i nostri clienti non hanno subito nessun disagio, dall’altra hanno compreso i motivi della protesta manifestando il proprio supporto e la solidarietà, in quanto apprezzano la professionalità e la passione che mettiamo nel nostro lavoro, frutto di anni di esperienza. Hanno dimostrato di aver ben capito, infatti, che la situazione è drammatica e gli imprenditori balneari non hanno certezze per il proprio futuro. Anche i turisti stranieri sono rimasti colpiti da questa iniziativa e i motivi dello sciopero che intende difendere la tradizione di 30mila imprese balneari italiane e il lavoro di 100mila addetti diretti che superano il milione con l’indotto”. Così Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio, e Maurizio Rustignoli, presidente Fiba-Confesercenti, sullo “sciopero” di due ore del 9 agosto negli stabilimenti balneari.
"A fronte delle indiscrezioni che danno per gli inizi di settembre un provvedimento da parte del Governo - hanno concluso i presidenti di Sib e Fiba - abbiamo deciso di annullare le altre due date previste: 19 e 29 agosto. Siamo assolutamente decisi a difendere le nostre aziende e il nostro lavoro, a tutti i costi. I tempi di attendere sono finiti, così come la nostra pazienza. Abbiamo la forza e la perseveranza, oltre all’appoggio di tutta la categoria, per andare avanti fino ad avere regole certe che ci possano consentire di continuare a rappresentare un comparto d’eccellenza della nostra offerta turistica, invidiata e, soprattutto, copiata dagli altri Paesi. Diversamente il 2025 sarà ricordato come l’anno che ha decretato la fine del turismo nel Belpaese”.
Prima tappa della campagna di mobilitazione
Si è svolta con successo il 2 giugno scorso la prima tappa della "campagna estiva" di mobilitazione degli imprenditori balneari aderente al Sindacato Italiano Balneari FIPE/Confcommercio e FIBA/Confesercenti. Sono infatti stati oltre 10mila i manifesti affissi all'ingresso e all'interno degli stabilimenti balneari. La giornata, oltre a celebrare la Festa della Repubblica, ricordava che da ben 14 anni gli imprenditori balneari italiani sono in attesa di una legge che applichi correttamente la Direttiva Bolkestein.
"Abbiamo avuto l’unico torto - hanno affermato in una nota congiunta i presidenti Antonio Capacchione e Maurizio Rustignoli - di aver creduto nelle leggi dello Stato italiano che garantiva la continuità di lavoro. Non possiamo essere penalizzati per questo motivo".
La Direttiva Bolkestein, così come chiarito dalla Corte di Giustizia dell'Unione europea, presuppone l'accertamento della scarsità della risorsa e quindi l'impossibilità del rilascio di nuove concessioni. Il Tavolo tecnico consultivo sulla mappatura delle concessioni demaniali marittime ha certificato che nel nostro Paese vi è la possibilità del rilascio di nuove concessioni e che, quindi, nuovi operatori possono svolgere questa attività.
"Questa è solo la prima di una serie di iniziative di mobilitazione che abbiamo in programma questa estate - hanno spiegato i Sindacati - per spingere il Governo e il Parlamento a fare il proprio dovere: emanare una legge che, applicando correttamente la Direttiva europea, salvaguardi, nel contempo, le 30mila imprese balneari italiane, (la maggior parte piccole e medie a carattere familiare), che con competenza e professionalità forniscono, da oltre 2 secoli, servizi che il mondo ci invidia e, soprattutto, che attirano ogni anno milioni di turisti sulle nostre spiagge e generano un importante gettito economico a vantaggio non solo dei nostri litorali".
Conferenza delle Regioni, Sib: "richieste condivisibili"
Alla luce delle nuove disposizioni del Consiglio di Stato e con l'avvicinarsi del tavolo tecnico convocato dalla presidenza del consiglio dei ministri il 20 maggio e 12 giugno prossimi, giovedì 16 maggio è stato convocato d'urgenza un vertice nazionale delle Regioni italiane sullo stato delle concessioni balneari. L'incontro si è svolto a Roma, nella sede della Regione Liguria ed è stato coordinato dall'assessore regionale al Demanio marittimo, Marco Scajola, coordinatore anche del tavolo sulla materia nella Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. "Chiederemo formalmente al Governo che si adoperi nel più breve tempo possibile a elaborare una norma per affrontare con serenità e certezza la prossima stagione estiva e quelle che verranno, dando così un ulteriore tempo al legislatore di portare avanti un confronto costruttivo con l'Unione Europea la quale, se interpellata, ha sempre dimostrato di ascoltare ed eventualmente accogliere le proposte degli Stati membri". Così l'assessore Scajola al termine dell'incontro, chiedendo in aggiunta che sia la politica a dettare la rotta da seguire, senza dipendere "dalle espressioni, per quanto autorevoli, del Consiglio di Stato".
"Condividiamo la richiesta delle Regioni- ha commentato Antonio Capacchione, presidente di Sib Confcommercio - la situazione di incertezza amministrativa impone che avvenga senza indugio e, quindi, con un decreto legge è a rischio l'imminente stagione estiva".
Capacchione: "Per l'inerzia del governo si lascia il settore nel caos amministrativo"
Nel corso della Giunta nazionale convocata d’urgenza a Roma, Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio, ha sottolineato che "è grave che il Governo non abbia ancora emanato il più volte invocato provvedimento legislativo chiarificatore che, non solo salvaguardi la balneazione attrezzata italiana, ma, soprattutto, superi lo stato di caos amministrativo e giudiziario in cui versa il settore". “Il rischio è quello, non solo che la possibile assenza dei servizi alla balneazione e del salvamento possa creare problemi alla pubblica incolumità, ma, anche e principalmente, sono a rischio migliaia di posti di lavoro, non solo stagionali”, ha continuato Capacchione.
Il massimo Organo dirigente del Sindacato ha deliberato di avviare una serie di iniziative di protesta, sia locali che nazionali, per la mancata emanazione di una legge che sta mettendo in pericolo, non solo la sopravvivenza di 30mila imprese balneari, ma, in special modo, l’immagine e il settore turistico del Paese, con conseguenti gravissime ripercussioni economiche e occupazionali.
Oltre 5mila balneari a Roma per difendere aziende e lavoro
"Non manifestiamo contro il governo, ma sollecitiamo le istituzioni nazionali a legiferare con urgenza. È assolutamente necessario e improrogabile superare il caos amministrativo per mettere in sicurezza un importante settore economico del Paese, composto, prevalentemente, da piccole e medie imprese a conduzione familiare che il mondo ci invidia”. Sono le parole che Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio, ha pronunciato davanti ai 5mila imprenditori che hanno riempito l'11 aprile scorso Piazza Santi Apostoli a Roma, convocati dallo stesso Sib e da Fipe/Confesercenti quando mancavano meno di nove mesi alla “deadline” del 31 dicembre prossimo per la scadenza delle concessioni demaniali marittime. In assenza di nuovi provvedimenti, i Comuni stanno organizzando bandi per la riassegnazione delle spiagge, uno diverso dall’altro, nel mentre il Governo ha stabilito che solo il 33% dei nostri litorali è occupato da concessioni. Il problema nasce dall’errata e confusa applicazione della Direttiva Bolkestein, che impone la messa a gara delle concessioni demaniali marittime alla scadenza. Si tratta di una questione annosa, mai affrontata da tutti i Governi che si sono susseguiti negli ultimi quindici anni, che secondo i balneari hanno preferito non risolvere il problema concedendo varie proroghe, poi regolarmente annullate dalla giurisprudenza amministrativa italiana. Manca quindi una legge nazionale per un corretto recepimento della Direttiva Bolkestein che superi quella emanata dal Governo Draghi, tra l'altro inapplicabile vista la mancata emanazione dei decreti attuativi.
“Se non avremo certezze in tempi brevi siamo pronti a mettere in campo ulteriori forme di protesta eclatanti a partire dal prossimo 2 giugno, Festa della Repubblica. Vogliamo difendere a tutti i costi – ha aggiunto Capacchione - il diritto al lavoro sancito dalla nostra Costituzione. Il comparto è fermo, con gravi danni all’indotto: in questa situazione è da pazzi pensare di programmare investimenti per migliorare l’offerta dei servizi di spiaggia. Ne risulterà danneggiato l’intero settore turistico proprio in un momento in cui il nostro Paese sta risalendo le posizioni in ambito internazionale e l’offerta balneare potrebbe fare la differenza per tornare ai vertici del settore”.
“Siamo stati costretti ad indire questa manifestazione - ha detto ancora Capacchione - per la mancata emanazione da parte dello Stato di un atto normativo chiarificatore. Ma, attenzione: non sono coinvolte solo le imprese balneari, ma anche ristoranti, chioschi, campeggi, spiagge, insomma tutte quelle strutture che insistono sul demanio sia marittimo che lacuale o fluviale. Esiste poi il forte e concreto rischio di inevitabili contenziosi che gli imprenditori sarebbero costretti ad intraprendere presso le Autorità giudiziarie competenti, ingolfando, di fatto, i tribunali italiani”.
“La situazione è gravissima: è in gioco il futuro di centinaia di migliaia di famiglie, di onesti lavoratori che con passione, competenza e professionalità portano avanti da oltre due secoli una tradizione che ogni anno attira sui nostri litorali milioni di turisti. Definiti ‘le sentinelle del mare’, gli imprenditori balneari, grazie anche all’esperienza e al rispetto dell’ambiente con cui lavorano, sono il ‘fiore all’occhiello’ della nostra offerta turistica. Vorrebbero continuare ad esserlo, chiedono troppo?”, ha concluso il presidente del Sib. “È urgente emanare un provvedimento legislativo chiarificatore sulla scadenza delle concessioni demaniali marittime vigenti - ha dichiarato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio, oggi in occasione dell’Audizione da parte della Struttura delle politiche del mare del competente Ministero.
“Abbiamo colto anche questa occasione per sottolineare l'urgenza di una nuova legge che chiarisca la problematica ed effettui il non più differibile riordino della materia - ha precisato Capacchione - evidenziando che non si può discutere del futuro senza affrontare le problematiche del presente”.
Sib ribadisce: “serve un provvedimento legislativo urgente”
"È urgente emanare un provvedimento legislativo chiarificatore sulla scadenza delle concessioni demaniali marittime vigenti". Lo ha ha dichiarato il 23 aprile scorso il presidente del Sib, Antonio Capacchione, in occasione dell’audizione da parte della Struttura delle politiche del mare del competente Ministero.
“Abbiamo colto anche questa occasione per sottolineare l'urgenza di una nuova legge che chiarisca la problematica ed effettui il non più differibile riordino della materia - ha precisato Capacchione - evidenziando che non si può discutere del futuro senza affrontare le problematiche del presente”.