"Non possiamo continuare ad aspettare Godot"

"Non possiamo continuare ad aspettare Godot"

Intervenendo al convegno "Banche, imprese e territorio" organizzato dal Monte dei Paschi di Siena, il presidente di Confcommercio ha sottolineato che "la politica è in ritardo su tempi, ritmi e scadenze imposti dal nuovo quadrante dell'economia".

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20 ottobre 2004
Billè: “non possiamo continuare ad aspettare Godot…”

Billè: “non possiamo continuare ad aspettare Godot…”

 

Il presidente di Confcommercio Sergio Billè, è intervenuto mercoledì a Siena al convegno “Banche, imprese e territorio”. Prima di affrontare il tema specifico del convegno, Billè ha analizzato la situazione economica del Paese facendo riferimento anche alle riforme in atto e alla legge finanziaria. “Viviamo in un sistema economico – ha detto il presidente di Confcommercio - che non riesce ancora, nel suo insieme, a recuperare quel grado di competitività che oggi è indispensabile per affrontare a testa alta e con speranze di successo tutti i problemi posti dalla globalizzazione dei mercati. L’impegno per il raggiungimento di questo primario obbiettivo è, da parte del mondo delle imprese,  sempre più chiaro e pregnante”. “Tale impegno però – ha aggiunto Billè - rischia di approdare solo a sterili risultati  se non verrà adeguatamente supportato e coadiuvato dagli strumenti della politica cioè di chi ha il compito di gestire la programmazione e lo sviluppo dell’intero arco del sistema economico”. Il problema secondo il presidente Billè è però che la politica “è in forte ritardo sui tempi, sui ritmi e sulle scadenze imposti oggi dal nuovo quadrante dell’economia. E con un sistema che continua a viaggiare a due, tre, quattro, cinque, dieci  velocità diverse non si va davvero più da nessuna parte”. Per quel che riguarda le riforme, Billè ha sottolineato che esse “ubbidiscono più alle pressanti esigenze della politica che a quelle assai più pressanti del mercato”.  “Chi oggi ci sta sopravanzando nel mondo – ha osservato - per quanto riguarda i ritmi di sviluppo, ha già da tempo invertito l’ordine di queste priorità e sarebbe opportuno che anche noi facessimo lo stesso”. In questo quadro non consolante, secondo il presidente di Confcommercio, s’inserisce anche la legge finanziaria, “cartina di tornasole delle stridenti contraddizioni che oggi vive il nostro sistema economico”. “Da una parte, infatti – ha osservato Billè - vi sono imprese che, orologio alla mano, cercano, come possono, di recuperare competitività sapendo che o ci si mette subito a correre  o il rischio è di arrivare doppiati al traguardo, insomma di restare “fuori corsa”, dall’altra, c’è  uno Stato che, pressato da problemi annosi come il recupero del deficit e del rapporto debito/Pil, non riesce ad affrontare e a gestire tutte le tematiche  imposte oggi, con altrettanta urgenza, dalla precarietà di un sistema economico che sta rischiando di uscire dall’orbita dello sviluppo”. “Noi attendiamo ancora di conoscere, e passano i giorni, anzi le settimane e mi auguro che non debbano diventare anche mesi, in quale modo, con quali strumenti operativi e soprattutto con quali disegni e logiche  di prospettiva il governo intenda ora colmare questo vistoso vuoto che avrebbe dovuto essere, invece, colmato subito. Perché, a fronte dei sacrifici che famiglie ed imprese saranno costrette  a fare per raddrizzare, in qualche modo, i conti dello Stato, si sarebbe dovuto dimostrare e spiegare loro cosa davvero ci potrà essere sull’altro piatto della bilancia, quello dei provvedimenti destinati allo sviluppo”. “Io mi auguro – ha detto Billè - che il governo possa dare al più presto queste risposte e ovviamente mi auguro che esse possano essere davvero  convincenti. Convincenti prima di tutto per milioni e milioni di famiglie che hanno visto ridursi, in modo sensibile, in questi anni, il loro potere acquisto. E convincenti anche per un sistema di imprese che, da ormai tre anni, vivono aspettando Godot”.

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